Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Ingiunzione di pagamento per una Asl multata dal Garante della privacy
Se l'Asl non paga la multa del Garante…arriva l'ingiunzione di pagamento. E' accaduto ad una Asl che, sollecitata più volte dall'Autorità a fornire chiarimenti in merito ad un ricorso, non aveva dato risposta.
Della vicenda ci siamo occupati nel numero 536 di PuntoSicuro.
I fatti iniziano due anni fa quando la Asl convocava 'a visita medico-legale per l'accertamento dello stato invalidante e dell'handicap' un ragazzo minorenne, utilizzando un foglio piegato, privo di busta - il cui contenuto poteva dunque facilmente essere letto da chiunque - che riportava non solo le generalità dell'interessato, ma anche l'oggetto della convocazione, informazioni personali, cioè, attinenti al suo stato di salute e soggetti ad una speciale tutela in quanto dati sensibili.
I genitori avevano presentato ricorso al Garante, ritenendo che la struttura sanitaria avesse violato la riservatezza dei dati personali del minore.
La Asl, sollecitata più volte dall'Autorità a fornire chiarimenti sull'accaduto, non dava tuttavia alcuna risposta.
L'Autorità nell'aprile scorso adottava il provvedimento con il quale contestava alla Asl la violazione delle disposizioni della legge 675/96 riguardanti la mancata risposta alla richiesta di informazioni o esibizioni di documenti (art. 39, comma 1) e applicava una sanzione pecuniaria di 1032 euro.
Da allora, però, ancora silenzio. La Asl, infatti, non pagava la multa né faceva pervenire documenti atti a giustificare il suo comportamento.
Di qui la decisione del Garante di una ordinanza ingiunzione nei confronti della azienda sanitaria per il pagamento della sanzione, ordinanza che è opponibile dalla Asl entro trenta giorni davanti al giudice di pace.
Della vicenda ci siamo occupati nel numero 536 di PuntoSicuro.
I fatti iniziano due anni fa quando la Asl convocava 'a visita medico-legale per l'accertamento dello stato invalidante e dell'handicap' un ragazzo minorenne, utilizzando un foglio piegato, privo di busta - il cui contenuto poteva dunque facilmente essere letto da chiunque - che riportava non solo le generalità dell'interessato, ma anche l'oggetto della convocazione, informazioni personali, cioè, attinenti al suo stato di salute e soggetti ad una speciale tutela in quanto dati sensibili.
I genitori avevano presentato ricorso al Garante, ritenendo che la struttura sanitaria avesse violato la riservatezza dei dati personali del minore.
La Asl, sollecitata più volte dall'Autorità a fornire chiarimenti sull'accaduto, non dava tuttavia alcuna risposta.
L'Autorità nell'aprile scorso adottava il provvedimento con il quale contestava alla Asl la violazione delle disposizioni della legge 675/96 riguardanti la mancata risposta alla richiesta di informazioni o esibizioni di documenti (art. 39, comma 1) e applicava una sanzione pecuniaria di 1032 euro.
Da allora, però, ancora silenzio. La Asl, infatti, non pagava la multa né faceva pervenire documenti atti a giustificare il suo comportamento.
Di qui la decisione del Garante di una ordinanza ingiunzione nei confronti della azienda sanitaria per il pagamento della sanzione, ordinanza che è opponibile dalla Asl entro trenta giorni davanti al giudice di pace.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.