I rischi nella pesca professionale: temperature, rumore e vibrazioni
Milano, 13 Ott – Se già Bernardino Ramazzini (1633-1714), considerato uno dei fondatori della moderna medicina del lavoro, descriveva le condizioni di lavoro e le malattie dei pescatori, è indubbio che oggi il lavoro del pescatore sia “diverso da quello descritto da Bernardino Ramazzini agli inizi del 1700”, in particolare “per le sempre più potenti motorizzazioni dei pescherecci che hanno offerto nuove opportunità di pesca e comportano nuovi rischi per la salute, ma d’altro canto i rischi ed i motivi di disagio descritti dal grande medico non sono scomparsi ed il lavoro del pescatore comporta ancora oggi gravi rischi per la salute e la sicurezza e una grande fatica”.
A ricordarlo, con questa parole, è Elio Munafò, curatore di un capitolo (capitolo 10) dal titolo “I rischi per la salute a bordo dei pescherecci” presente nell’ebook CIIP “ Oltre la rete. Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”.
Ricordiamo che l’ebook della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione - curato da Giorgio Di Leone (coordinatore ebook Pesca), Susanna Cantoni (presidente CIIP), Enrico Cigada con varie collaborazioni - ha l'obiettivo di approfondire le principali criticità del comparto della pesca professionale diffondendo materiale tecnico scientifico utile per l'inquadramento del settore e delle relative politiche di prevenzione di infortuni e malattie professionali.
Ci soffermiamo oggi, attraverso il capitolo 10 dell’e-book, sui rischi per la salute a bordo dei pescherecci, con particolare attenzione ai rischi fisici (temperatura, sole, rumore, vibrazioni, …).
Nel presentare l’ebook l’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- I rischi nella pesca professionale: l’esposizione al caldo e al freddo
- I rischi nella pesca professionale: l’esposizione alle radiazioni solari
- I rischi nella pesca professionale: l’esposizione al rumore e alle vibrazioni
I rischi nella pesca professionale: l’esposizione al caldo e al freddo
L’autore del capitolo 10, dopo aver ricordato che molti rischi per la salute sono “ancora oggi molto sottostimati” e aver fornito informazioni sugli obblighi dei datori di lavoro, presenta varie tipologie di rischi partendo dai rischi fisici.
Si indica che nelle attività della pesca professionale i lavoratori “sono esposti a molteplici fattori di rischio fisici in quanto all’esposizione al caldo e al freddo si aggiungono le radiazioni solari, il rumore dei motori, in sala macchina ma anche negli altri ambienti dell’imbarcazione, le vibrazioni e gli scuotimenti, legati sia ai motori che al moto ondoso”.
Partiamo dall’esposizione al caldo e al freddo.
Si ricorda che i lavoratori della pesca sono “costantemente esposti alle variazioni climatiche, anche in condizioni avverse con caldo, freddo, vento, pioggia e umidità, nonché allo stress termico per l’entrata e l’uscita dalle celle frigorifere, e questi fattori di rischio possono comportare una maggiore frequenza e gravità di affezioni delle alte e basse vie respiratorie, soprattutto se associati al fumo di tabacco, e di affezioni dell’apparato osteoarticolare, con una particolare sinergia con le vibrazioni ed i rischi ergonomici”.
In particolare l’esposizione a calore eccessivo “può determinare gravi patologie acute, come il colpo di calore dovuto allo squilibrio dei sistemi di termoregolazione dell’organismo e conseguente iperpiressia, ma può anche influire in modo significativo sugli infortuni sul lavoro e sulla morbilità in genere. Il lavoro con esposizione al calore genera infatti un senso di fatica che abbassa il livello di vigilanza e può determinare un aumento della frequenza e della gravità degli infortuni, ma influenza anche la suscettibilità alle malattie respiratorie croniche ed alle osteoartropatie croniche”.
I rischi nella pesca professionale: l’esposizione alle radiazioni solari
Inoltre bisogna soffermarsi, in particolare, sull’esposizione al sole.
Come ricordato in vari documenti sui rischi connessi al caldo e alle radiazioni solari, i pescatori, e più in generale i lavoratori del mare, costituiscono sì una categoria a rischio “per malattie dermatologiche, sia per il possibile contatto con sostanze chimiche irritanti o allergizzanti che per quello con gli stessi prodotti per la pesca, ma il fattore decisamente più rischioso è certamente la fotoesposizione. Fotoesposizione che, al di là delle malattie acute, come il colpo di sole, l’eritema solare e la cheratite attinica, “può essere responsabile di gravi malattie croniche e tumorali”.
Si segnala, tuttavia, che la frequenza e la gravità delle patologie “dipendono da numerosi elementi, fra cui il fototipo individuale, ovvero le diverse caratteristiche della carnagione, del colore dei capelli e del colore degli occhi, nonché la contemporanea esposizione ad altri fattori di rischio sinergici fra cui il fumo di tabacco e l’assunzione di alcolici”.
Si segnala poi che una alterazione cutanea caratteristica dei pescatori è “la cosiddetta cute romboidale, caratterizzata da un notevole ispessimento della cute della regione della nuca, con solchi profondi che delimitano aree di forma romboidale.
Il documento si sofferma poi sull’invecchiamento cutaneo, sulle cheratosi, sulla possibile comparsa di carcinomi cutanei, sia di tipo basocellulare che squamocellulare, prevalentemente nelle aree scoperte, il capo, il collo, il dorso e gli arti superiori.
E un’altra possibile grave conseguenza dell’esposizione alle radiazioni solari “consiste nella possibile comparsa di cataratta, ovvero di una degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a determinare un forte decadimento della funzione visiva, e sempre a carico dell’occhio è possibile la comparsa di carcinomi squamosi della cornea o della congiuntiva”.
I rischi nella pesca professionale: l’esposizione al rumore e alle vibrazioni
Veniamo, infine, a due classici rischi fisici: il rischio rumore e il rischio vibrazioni.
Riguardo al primo si segnala che l’esposizione a rumore sui pescherecci “è costantemente presente durante tutta la navigazione, ventiquattro ore su ventiquattro, anche nei periodi e negli ambienti dedicati al riposo”. Ed, infatti, “l’ipoacusia da rumore è significativamente presente fra i pescatori rispetto ai gruppi di controllo, in relazione con l’anzianità lavorativa ed è più frequente fra i motoristi ed i comandanti, in accordo con i rilievi che indicano nella sala macchine la principale fonte del rumore a bordo”.
Altre fonti di rumore sono poi costituite dai “macchinari utilizzati per la pesca”.
Si ricorda che l’esposizione continuativa al rumore “è responsabile di un calo permanente delle capacità uditive, che inizialmente è limitata alle frequenze più alte e poi si estende anche alle frequenze più rilevanti per la comprensione verbale, nonché di effetti extra uditivi, tra cui l’alterazione del ritmo sonno veglia, l’ipertensione arteriosa, la maggiore facilità ad andare incontro ad infortuni, ecc”...
Parliamo ora delle vibrazioni.
Anche in questo caso le vibrazioni nelle attività svolte a bordo dei pescherecci “sono presenti ventiquattro ore su ventiquattro per tutta la durata della navigazione, sono generate soprattutto dal motore e risultano generalmente inferiori al livello d’azione indicato dalla normativa, ma agiscono in sinergia con altri fattori di rischio ergonomico per il rachide, comportando posture forzate per mantenere l’equilibrio e un ulteriore impegno sul rachide nelle numerose attività di movimentazione che si effettuano abitualmente a bordo”.
Si segnala anche che i movimenti dell’imbarcazione dovuti alle condizioni meteo marine “sono a bassa e media frequenza, agiscono prevalentemente sul rachide e sul sistema vestibolare e possono costituire anche un importante fattore di disagio per quanto riguarda le chinetosi o mal di movimento o mal di mare”. I principali sintomi – continua il documento - sono “nausea, vomito, vertigini, pallore, sudorazione, sonnolenza. In alcuni casi i disturbi possono proseguire anche dopo che l’imbarcazione si è fermata ed in questi casi si parla di mal di sbarco”.
Concludiamo rimandando alla lettura integrale del documento CIIP e, in particolare, del capitolo 10 che, oltre a fornire ulteriori dettagli e specifiche informazioni su sorveglianza sanitaria e promozione della salute, si sofferma anche sui seguenti rischi:
- rischi chimici
- rischi cancerogeni e amianto
- rischi biologici
- rischi ergonomici
- rischi psicosociali.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
CIIP, “ Oltre la rete. Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”, eBook curato da Giorgio Di Leone, Susanna Cantoni ed Enrico Cigada, con la collaborazione di Lalla Bodini, Alberto Baldasseroni, Francesco Carnevale, Francesca Biondo, Diego De Merich, Alessandro Piacquadio, Angelo Delogu, Saverio Falco, Alessandro Giomarelli, Mauro Pellicci, Elio Munafò, Francesco Draicchio, Alessio Silvetti, Eugenio Padalino, Pietro Masia, Daniela Colombini, edizione 2023 (formato PDF, 7.59 MB).
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