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Lombardia: il Piano per una sicurezza semplificata e sostenibile
Milano, 16 Gen – Sostegno e assistenza alle imprese da parte del sistema della prevenzione, coordinamento degli organi di vigilanza per evitare duplicazioni e sovrapposizioni (con particolare riferimento al futuro Expo 2015), introduzione del tema della sicurezza sul lavoro nelle scuole. Questi i tre elementi qualificanti del nuovo Piano regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro della Regione Lombardia approvato con D.g.r. 20 dicembre 2013 n. X/1104.
In particolare il Piano si basa su tre principi sanciti dall’Intesa, sottoscritta lo scorso 30 luglio 2013, tra Regione Lombardia e i rappresentanti del partenariato economico-sociale, istituzionale e degli enti preposti all’attuazione e alla vigilanza della normativa in materia di sicurezza:
- intersettorialità: approccio trasversale alla salute e sicurezza in ambienti di lavoro, ricercando e stimolando la collaborazione, l’interazione funzionale e il coordinamento con tutti i soggetti coinvolti;
- semplificazione: riformulazione di procedure e ridisegno di modelli organizzativi, non a contrazione delle funzioni e dei servizi a tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma a vantaggio dei cittadini e delle imprese;
- sostenibilità: visione integrata delle forze e delle risorse messe in campo che siano di sostegno alle priorità individuate, migliorino la partecipazione del partenariato economico-sociale alla definizione delle strategie, favoriscano una concezione di lungo temine della tutela della salute e sicurezza sul lavoro.
La pianificazione 2014-2018 - come indicato nel Piano regionale – “mira alla costruzione di una cultura che individua chiavi di analisi e di operatività comuni, condivise da ciascuna Istituzione e parte datoriale e sindacale nei propri tavoli, anche attraverso il costruttivo confronto tra le parti in ambito aziendale e territoriale, e che possa essere proposta come Sistema Lombardia. Un Sistema che, grazie al governo della prevenzione e della protezione SSL dei lavoratori, stimoli la competitività imprenditoriale e susciti attrattività internazionale”.
Come accennato nell’introduzione le linee strategiche del Piano si occupano di semplificazione mediante:
- “l’applicazione efficace, coerente e mirata delle norme esistenti, evitando duplicazioni, sovrapposizioni e ridondanze dell’azione di controllo svolta dagli Enti competenti, anche attraverso la più ampia fruibilità delle banche dati informative a tutti gli aventi diritto;
- l’uniformità degli interventi di controllo effettuati dagli organi di vigilanza;
- l’offerta di servizi telematici al cittadino/impresa;
- la cooperazione tra Enti per la realizzazione dell’univocità del debito informativo dal cittadino/impresa alla PA;
- il confronto costante tra Istituzioni e Parti Sociali, per la risoluzione dei problemi, l’individuazione di percorsi a superamento delle criticità, l’emersione di percorsi aziendali virtuosi di autocontrollo”.
Inoltre le azioni relative alla sostenibilità comprendono:
- “l’adozione volontaria da parte delle imprese di politiche di RSI. Regione Lombardia si è dotata di un vero e proprio approccio istituzionale a questo tema impegnandosi nel proprio “Statuto d’Autonomia della Lombardia” (art. 2, c.4 lettera i) a promuovere la RSI mettendo in campo, contestualmente, azioni concrete di diffusione della conoscenza e di sensibilizzazione verso una cultura dell’agire responsabile per favorire la competitività del proprio tessuto produttivo. Il tema della responsabilità sociale delle imprese viene quindi inquadrato nell’ambito delle politiche per la competitività delle imprese e del sistema economico, ricollegandosi direttamente al concetto di ‘sviluppo sostenibile’;
- la valorizzazione, la promozione e la diffusione di buone pratiche e percorsi virtuosi di autocontrollo praticati nelle aziende, quali quelli di responsabilità sociale e i sistemi di gestione della sicurezza (SGSL) ampiamente intesi;
- la promozione nelle aziende delle buone prassi esistenti e decretate anche nell’ambito delle precedenti pianificazioni”.
Infine il piano comprende azioni di coinvolgimento della scuola nello sviluppo delle competenze in materia di SSL nei futuri lavoratori e di coordinamento degli Enti e delle Parti Sociali sulle azioni ritenute prioritarie.
Gli obiettivi del Piano riguardano inoltre non solo la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali (ad esempio del 25% degli infortuni nel quinquennio), la formazione alla salute e sicurezza, ma anche specifiche attività di sostegno alle aziende.
In particolare “sono attività di supporto da perseguire:
- “sostenere percorsi condivisi fra soggetti pubblici ‘promotori’ e organismi paritetici (regionali, provinciali e territoriali) sui temi della SSL;
- diffondere e favorire la diffusione dei sistemi premiali per le aziende virtuose, ove lo strumento principale in termini di risorse economiche destinate a promuovere tali interventi è quello delle agevolazioni tariffarie INAIL ex articolo 24 MAT. Nel triennio di vigenza del precedente piano 2011-2013, gli sconti sul premio INAIL a livello regionale ammontano a circa 200 milioni di € e rappresentano, per le imprese beneficiarie, un vantaggio competitivo rispetto alle imprese che non investono in prevenzione. Incentivare e sostenere le imprese virtuose è quindi un atto concreto che INAIL, Regione Lombardia e il partenariato economico-sociale devono promuovere, nell’interesse primario dei lavoratori e del sistema economico sociale lombardo. A tal fine saranno predisposte iniziative congiunte per promuovere linee di indirizzo/soluzioni/vademecum validati/decretati dalla Cabina di regia o di iniziativa dei Laboratori. Alla luce delle modifiche intervenute in merito alle modalità di accesso alla norma premiale sarà rivisto l’accordo Regione Lombardia/Direzione Regionale INAIL stipulato nel 2007;
- semplificare gli adempimenti burocratici a carico delle aziende per favorire lo sviluppo delle imprese e l'occupazione;
- promuovere in ambito nazionale soluzioni individuate a livello regionale;
- favorire in Lombardia l'adozione di pratiche di provata efficacia”.
Infine qualche indicazione sugli strumenti individuati per la realizzazione del Piano:
- il Sistema Informativo della Prevenzione: “il Sistema Informativo lombardo della Prevenzione è il risultato del dialogo tra i sistemi I.M.Pre.S@ e Person@”;
- la formazione per la sua capacità di veicolare e promuovere la cultura della prevenzione;
- il modello organizzativo a garanzia di partecipazione attiva delle istituzioni e del partenariato economico e sociale nell’individuazione di priorità e obiettivi tesi a conseguire guadagni in termini di salute.
Inoltre il Piano richiede che si affidino a “Laboratori di approfondimento (LAp) programmi e azioni che concorrano al raggiungimento degli obiettivi strategici”. Infatti i LAp “sono il punto di partenza ottimale per aggregare portatori di conoscenza, tecnici, scientifici, accademici, attorno ad un rilevante ed urgente problema, condiviso e non ancora risolto, complesso, interdisciplinare e di importanza prospettica. Al LAp viene affidato il compito di elaborare soluzioni o di produrre conoscenze innovative, formali, modellizzate, originali, ma sempre pratiche, concrete e applicabili, attraverso opportune modulazioni, ai differenti contesti di riferimento”.
Questi i temi dei LAp: patologie da sovraccarico biomeccanico; ruolo SPP nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie; stress lavoro-correlato; tumori professionali; rischio chimico; agricoltura; costruzioni; infortuni stradali in occasione di lavoro.
RTM
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