Coronavirus: le indicazioni per la sicurezza nelle strutture sanitarie
Roma, 2 Mar – In relazione al tema che abbiamo sollevato con l’ intervista al Dott. Vittorio Agnoletto, in relazione alle problematiche e lacune che possono aver favorito il contagio di vari operatori sanitari, torniamo a parlare degli elevati rischi del personale sanitario alle prese con la presenza e diffusione del territorio nazionale del nuovo coronavirus o, meglio, del virus Sars-CoV-2 (il nome assegnato a questo coronavirus).
E lo facciamo con riferimento alle possibili misure di prevenzione e indicazioni contenute nella Circolare n. prot. 5443 del 22 febbraio 2020 preparata dal Ministero della Salute, Direzione generale della prevenzione sanitaria, Ufficio 5 Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale.
Circolare che ha per oggetto “COVID-2019. Nuove indicazioni e chiarimenti” (la COVID-19 è il nome della malattia provocata dal nuovo coronavirus) e fa seguito alle Circolari n. 1997 del 22 gennaio 2020 e n. 2302 del 27 gennaio 2020, “che contenevano, tra l’altro, indicazioni sulla gestione dei casi nelle strutture sanitarie, l’utilizzo dei DPI per il personale sanitario e le precauzioni standard di biosicurezza”. Con la nuova circolare “si forniscono delle integrazioni che aggiornano e sostituiscono le precedenti”.
L’articolo si sofferma poi anche sulla successiva Circolare n. prot. 5889 del 25 febbraio 2020 che ha per oggetto: “Richiamo in ordine a indicazioni fornite con la circolare del 22 febbraio 2020”.
Gli argomenti affrontati nell’articolo:
- Le misure precauzionali in relazione ai casi sospetti
- La gestione dei casi nelle strutture sanitarie
- La circolare del 25 febbraio 2020
Le misure precauzionali in relazione ai casi sospetti
La Circolare n. 5443 richiama l’attenzione sulla necessità di:
- “garantire la stretta applicazione delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni (precauzioni standard, via aerea, da droplets e da contatto) in tutte le strutture sanitarie, inclusi i servizi di pronto soccorso” (ricordiamo che con “droplets” si intendono generalmente delle goccioline di diametro superiore a 5micron emesse attraverso la tosse, lo starnuto o il semplice parlare, ndR);
- “definire un percorso per i pazienti con sintomi respiratori negli studi medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, come la scrupolosa e sistematica applicazione delle misure soprariportate;
- applicare le procedure per la valutazione, la attivazione e la gestione dell’intervento di presa in carico e di trasporto del paziente attraverso operatori del 118;
- implementare attività di sensibilizzazione della popolazione, con particolare riferimento alle scuole” e ai gestori di esercizi pubblici e privati “per fornire una corretta informazione sull’importanza di adottare corrette misure di prevenzione” (nel documento sono riportati i riferimenti delle specifiche circolari relative a queste attività di sensibilizzazione).
Inoltre i Medici di medicina generale (MMG) e Pediatri di libera scelta (PLS) che vengono a conoscenza di un caso sospetto “devono attuare le seguenti misure precauzionali:
- raccogliere informazioni anagrafiche;
- sconsigliare di soggiornare in sala d’attesa; in alternativa programmare la visita in ambiente dedicato presso lo studio o visita domiciliare;
- dotarsi di DPI (mascherina, guanti, occhialini, camice monouso);
- disinfettare le superfici con ipoclorito di sodio 0,1%, dopo pulizia con un detergente neutro;
- smaltire i rifiuti come materiale infetto categoria B (UN3291);
- adottare sistematicamente e rigorosamente le precauzioni standard (droplets ecc)”.
Il documento riporta poi indicazioni specifiche sulle procedure con varie tipologie di pazienti, sul triage telefonico, sul trasferimento dei casi, sull’accesso al pronto soccorso.
La gestione dei casi nelle strutture sanitarie
Riguardo poi alla gestione dei casi nelle strutture sanitarie, si indica che le strutture sanitarie “sono tenute al rispetto rigoroso e sistematico delle precauzioni standard oltre a quelle previste per via aerea, da droplets e da contatto”.
Inoltre i casi confermati di COVID-19 “devono essere ospedalizzati, ove possibile in stanze d’isolamento singole con pressione negativa, con bagno dedicato e, possibilmente, anticamera. Qualora ciò non sia possibile, il caso confermato deve comunque essere ospedalizzato in una stanza singola con bagno dedicato e trasferito appena possibile in una struttura con idonei livelli di sicurezza. Si raccomanda che tutte le procedure che possono generare aerosol siano effettuate in una stanza d’isolamento con pressione negativa”.
Il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19 deve “indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure che generano aerosol), protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti”.
Riprendiamo una tabella relativa al numero di set di dispositivi di protezione individuale (DPI):
Si richiama l’attenzione sulla necessità di assicurare la formazione del personale sanitario sulle corrette metodologie per indossare e rimuovere i DPI.
Sono riportate anche alcune procedure di vestizione/svestizione, rispettando le sequenze di indicate.
Vestizione nell’antistanza/zona filtro:
- Togliere ogni monile e oggetto personale. PRATICARE L’IGIENE DELLE MANI con acqua e sapone o soluzione alcolica;
- Controllare l’integrità dei dispositivi; non utilizzare dispositivi non integri;
- Indossare un primo paio di guanti;
- Indossare sopra la divisa il camice monouso;
- Indossare idoneo filtrante facciale;
- Indossare gli occhiali di protezione;
- indossare secondo paio di guanti.
Regole comportamentali relative alla svestizione nell’antistanza/zona filtro:
- “evitare qualsiasi contatto tra i DPI potenzialmente contaminati e il viso, le mucose o la cute;
- i DPI monouso vanno smaltiti nell’apposito contenitore nell’area di svestizione;
- decontaminare i DPI riutilizzabili;
- rispettare la sequenza indicata:
- Rimuovere il camice monouso e smaltirlo nel contenitore;
- Rimuovere il primo paio di guanti e smaltirlo nel contenitore;
- Rimuovere gli occhiali e sanificarli;
- Rimuovere la maschera FFP3 maneggiandola dalla parte posteriore e smaltirla nel contenitore;
- Rimuovere il secondo paio di guanti;
- Praticare l’igiene delle mani con soluzioni alcolica o con acqua e sapone”.
Inoltre:
- “Non sono consentite visite al paziente con COVID-19.
- Tutte le persone che debbono venire a contatto con un caso confermato di COVID-19 devono indossare appropriati DPI, devono essere registrate e monitorate per la comparsa di sintomi nei 14 giorni successivi all’ultima visita al caso confermato.
- I casi confermati di COVID-19 devono rimanere in isolamento fino alla guarigione clinica che dovrebbe essere supportata da assenza di sintomi e tampone naso-faringeo ripetuto due volte a distanza di 24 ore e risultati negativi per presenza di SARS-CoV-2 prima della dimissione ospedaliera”.
Ricordiamo che la Circolare del 22 febbraio 2020, che vi invitiamo a leggere integralmente, riporta anche indicazioni su:
- pulizia degli ambienti
- igiene delle mani
- eliminazione dei rifiuti
- definizione di "contatto stretto":
- elenco dei laboratori che possono effettuare la diagnosi molecolare su campioni clinici respiratori
- raccolta e invio di campioni biologici per la diagnosi di laboratorio
La circolare del 25 febbraio 2020
Concludiamo l’articolo accennando anche alla successiva Circolare n. prot. 5889 del 25 febbraio 2020, sempre del Ministero della Salute, che ha per oggetto: “Richiamo in ordine a indicazioni fornite con la circolare del 22 febbraio 2020”.
Si sottolinea che le indicazioni emanate dal Ministero della Salute e ribadite nella Circolare prot. n. 5443 del 22 febbraio 2020 raccomandano che “l’esecuzione dei tamponi sia riservata ai soli casi sintomatici di ILI (Influenza-Like Illness, Sindrome Simil-Influenzale) e SARI (Severe Acute Respiratory Infections, Infezione Respiratoria Acuta Grave), oltre che ai casi sospetti di COVID-19 secondo la definizione di cui all’allegato 1 della suddetta circolare”.
In assenza di sintomi – continua la circolare – “il test non appare sostenuto da un razionale scientifico, in quanto non fornisce una informazione indicativa ai fini clinici in coerenza con la definizione di ‘caso’”. E si indica poi che la procedura prevista per la definitiva conferma del caso “è affidata all’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Pertanto, un caso non può definirsi confermato senza la suddetta validazione del laboratorio ISS”.
Inoltre la circolare richiama l’attenzione sulle seguenti misure anch’esse già incluse nella suddetta circolare:
- “nella fase di accoglienza, come già indicato dalle correnti linee guida, per i pazienti con sintomi respiratori che accedano al PS, è necessario prevedere un percorso immediato ed un’area dedicata per il triage per evitare il contatto con gli altri pazienti. Il paziente con sospetto COVID-19/polmonite va indirizzato alle Unità di Malattie Infettive, indossando sempre la maschera chirurgica anche durante le procedure diagnostiche”;
- Nella gestione dei casi “il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID 19 deve indossare DPI adeguati, consistenti in filtranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure respiratorie), protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti”
- “si richiama l’attenzione sulla necessità di assicurare la formazione del personale sanitario sulle corrette metodologie per indossare e rimuovere i DPI”.
Scarica la normativa di riferimento:
Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sul nuovo coronavirus Sars-CoV-2
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.