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Movimentare i pazienti nelle residenze sanitarie assistite

Movimentare i pazienti nelle residenze sanitarie assistite

Un seminario ha affrontato le problematiche della mobilizzazione manuale di ospiti e pazienti nelle Residenze Sanitarie Assistite e negli Istituti di cura. Criticità, reclutamento del personale, biomeccanica e strategia per una corretta movimentazione.

Lido di Camaiore (LU), 7 Gen – In relazione alla crescita delle attività di assistenza e cura e all’aumentata necessità di  movimentazione di ospiti e pazienti, torniamo a parlare di movimentazione manuale dei pazienti con riferimento a un seminario che si è tenuto il 24 febbraio 2012 a Lido di Camaiore.
 
Nel seminario “La mobilizzazione manuale di ospiti e pazienti nelle Residenze Sanitarie Assistite e negli Istituti di cura. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e le strategie per la gestione dei rischi” sono stati affrontati diversi temi correlati alla  movimentazione manuale.

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Nell’intervento di Lucia Bramanti, medico del lavoro PISLL USL Viareggio, dopo aver descritto la situazione in Versilia al 2010 e specifici progetti, vengono indicate le criticità più diffuse: “culturali (resistenze di lavoratori, titolari); individuazione delle manovre a rischio e pianificazione delle soluzioni; formazione e addestramento adeguati al tipo di attività e alle attrezzature in uso”.
 
Con riferimento al documento “Il metodo dear-care nella movimentazione dell’ospite: Per non fare male e non farsi male” (rev.00 del 2008) si sottolinea che “quando un'attività lavorativa implica trasporti e mobilizzazioni manuali frequenti, nella selezione del personale e nella strutturazione del piano di lavoro giornaliero i dirigenti delle strutture devono assolutamente tenere in considerazione la costituzione fisica, il sesso, l' età e la statura delle persone che vengono impiegate”. E nella fase del reclutamento del personale “il dirigente è anche tenuto ad informarsi su eventuali problemi fisici a carico dello scheletro, della muscolatura del cuore e dell'apparato circolatorio del possibile lavoratore”. In particolare personale allenato “è di regola consapevole di quello che si può fare senza correre rischi e inoltre dispone della destrezza e della prontezza necessarie per sollevare e trasportare carichi. Non è da confondere la destrezza con la velocità che spesso è determinata dalla fretta e che è la causa principale degli incidenti sul lavoro”.
 
Nell’intervento “Movimentazione manuale dei pazienti”, di Anna Maria Alfonsi, Lucia Carelli e Lucia Orsini, si affrontano diversi temi. Ad esempio gli aspetti di anatomia e fisiologia correlati alla movimentazione manuale carichi.
E con riferimento alla biomeccanica (studia l’influenza delle leggi meccaniche sui fenomeni vitali e l’applicazione della meccanica alla biologia e alla medicina) nell’intervento si ricorda che nel corpo umano “l’equilibrio è un insieme di aggiustamenti automatici ed inconsci che ci permettono, contrastando la forza di gravità, di mantenere una posizione o di non cadere durante l’esecuzione di un gesto”. In particolare il baricentro, o centro di gravità, è il punto di applicazione di tutte le forze peso su un corpo, la verticale passante per il baricentro è detta linea di gravità. La posizione del baricentro cambia in relazione alla forma e alla posizione di tutte le parti che compongono un corpo”.
E nel nostro corpo fino a quando la proiezione del centro di gravità “si mantiene all’interno della base di appoggio si è in una condizione di equilibrio, quando tale proiezione si sposta verso la sua periferia si perde progressivamente stabilità e si è costretti, per mantenere l’equilibrio, ad un aumento di lavoro muscolare o a una veloce variazione della base di appoggio”.
 
Si ricorda inoltre che:
- “nell’arco della vita non esiste persona che non venga colpita almeno una volta da dolore al rachide”: è una sofferenza “che colpisce persone di tutte le età ed occupazioni, sia che svolgano attività fisica pesante, sia che siano dedite a lavoro sedentario”;
- “mantenere in maniera prolungata una stessa posizione o eseguire particolari movimenti in modo scorretto (come sollevare pesi) possono essere causa di dolore;
- il disco intervertebrale è una delle strutture maggiormente esposte ad alterazioni strutturali, in quanto deve sostenere carichi importanti ogni qual volta si debbano sollevare o trasportare pesi;
- un peso di 10 Kg sollevato in maniera corretta grava sui dischi intervertebrali lombari con un carico di 227 Kg;
- quando il carico discale è pari a 350 kg, il disco è a rischio di frattura”.
 
Arrivando a parlare di strategia per una corretta movimentazione, si segnala che:
- “le attività a rischio per la colonna, in particolare nel tratto dorso-lombare, per il personale sanitario sono costituite prevalentemente dal sollevamento, dal trasferimento del paziente e da tutte le operazioni sussidiarie (traino, spinta e movimentazione di materiale);
- la movimentazione manuale non è eliminabile: il paziente ha peso variabile, a volte è difficile da raggiungere o da afferrare, spesso è distante dal tronco dell’operatore;
- è importante, quindi, adottare strategie utili a prevenire o comunque a ridurre i danni da sovraccarico dell’apparato muscolo-scheletrico;
- è indicato quindi utilizzare in maniera corretta i dispositivi per la mobilizzazione ed il trasporto in dotazione, applicando le corrette strategie posturali”.
 
Vengono poi presentati diversi suggerimenti relativi, ad esempio, alla movimentazione di un paziente emiplegico.
 
Vengono proposti anche alcuni chiari principi di biomeccanica:
- “avvicinare il peso del paziente all’operatore prima di ogni operazione onde evitare flessione anteriore del tronco. Più il peso è lontano più lo sforzo sarà maggiore (il lavoro è direttamente proporzionale allo spostamento);
- stare sempre dal lato in cui si vuole avvicinare il paziente perché tirare è più vantaggioso che spingere (tirare diminuisce la forza dell’attrito, spingere l’incrementa);
- mantenere i piedi divaricati in direzione del movimento e le ginocchia flesse (aumento della base d’appoggio in modo che il baricentro cada sempre dentro aumentando l’equilibrio);
- ginocchio flesso sul letto permette di avere una larga base di appoggio, di avvicinarsi di più al paziente diminuendo il braccio della resistenza;
- evitare la rotazione del tronco: girare tutto il corpo gravando sugli arti inferiori e non solo sul rachide, nella direzione stabilita”.
 
Riportiamo infine alcuni “punti da ricordare” nello spostamento di un paziente in alto nella sedia:
- “prima d'iniziare, assicurarsi che i piedi del paziente siano il più vicini possibile alla sedia; —
- chiedere al paziente di piegarsi in avanti il più possibile, aiutandolo mettendo le sue braccia attorno alla propria vita; —
- chiedere al paziente di piegarsi in avanti e di fare perno sulle gambe durante lo spostamento. Questo renderà il sollevamento più semplice; —
- usare i muscoli delle gambe e dei fianchi invece di quelli della parte superiore del corpo”.
 
 
La mobilizzazione manuale di ospiti e pazienti nelle Residenze Sanitarie Assistite e negli istituti di cura. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e le strategie per la gestione dei rischi”, a cura di Lucia Bramanti, medico del lavoro PISLL USL Viareggio, intervento al seminario “La mobilizzazione manuale di ospiti e pazienti nelle Residenze Sanitarie Assistite e negli Istituti di cura. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e le strategie per la gestione dei rischi” (formato PDF, 838 kB).
 
Movimentazione manuale dei pazienti”, a cura di Anna Maria Alfonsi, Lucia Carelli e Lucia Orsini, intervento al seminario “La mobilizzazione manuale di ospiti e pazienti nelle Residenze Sanitarie Assistite e negli Istituti di cura. Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e le strategie per la gestione dei rischi” (formato PDF, 1.61 MB).
 
 
Tiziano Menduto
 
 

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