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Un progetto per la sicurezza dei lavoratori del settore veterinario

Un progetto per la sicurezza dei lavoratori del settore veterinario
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Materiale informativo

09/05/2022

Un documento Inail presenta buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario con riferimento ai processi di controllo nelle importazioni e negli scambi intracomunitari. I rischi da interferenza, le criticità e la formazione.

Napoli, 9 Mag – I medici veterinari, così come gli operatori coinvolti nelle attività di movimentazione, si trovano spesso a diretto contatto con animali vivi, con prodotti di origine animale e non animale, e anche con alimenti di origine non animale destinati all’alimentazione animale. E per questi operatori - con particolare riferimento al personale sanitario che opera nell’ambito dell’attività veterinaria pubblica presso gli Uffici periferici del Ministero della Salute UVAC (Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari) e PCF (Posti Controllo Frontalieri) - la gestione dei rischi risulta “alquanto complessa ancor di più se si considera che gli operatori svolgono la loro attività in ambienti molto diversi tra loro, come porti, aeroporti, stabulari, strade e autostrade, in condizioni ambientali molto differenti e non sempre favorevoli, utilizzando attrezzature molto diversificate tra di loro e a contatto con personale che non di rado dipende da altre autorità”.

 

Proprio per fornire a questi operatori utili informazioni e buone pratiche per la prevenzione, l’Inail ha pubblicato il documento “Elaborazione di buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario. I processi dei controlli ufficiali alle importazioni ed agli scambi intracomunitari”. Il lavoro è il risultato di un progetto di prevenzione presentato dal Dipartimento di Veterinaria e produzioni animali dell’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” e realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale Inail Campania e gli Uffici del Ministero della Salute UVAC e PCF.

 

 

Il fine ultimo del documento – a cura di Michele del Gaudio e Rossella Luciano (Inail, Unità Operativa Territoriale CVR di Avellino), Erminia Castiello e Alessandro Raffaele (UVAC PCF - Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), Giulia Passarelli, Manuela Vitale e Serena Calabrò (Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali) - è quello di individuare e definire le buone pratiche per raggiungere un miglioramento complessivo della sicurezza sul lavoro nel settore.

 

L’articolo di presentazione del documento si sofferma sui seguenti argomenti:


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L’obiettivo del progetto, i rischi da interferenza e le schede tecniche

Il documento segnala che tra le principali competenze degli Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC) e Posti Controllo Frontalieri (PCF) “rientrano il controllo della salute degli animali da reddito, da affezione o da laboratorio durante l’allevamento, il trasporto e la vendita, nonché il controllo sugli alimenti destinati al consumo umano e animale”. E i punti d’ispezione sono spesso “ubicati presso porti ed aeroporti e, quindi, devono essere rispettate anche le regole necessarie al buon funzionamento di queste strutture, in cui svolgono contemporaneamente la propria attività operatori diversi con elevati rischi da interferenza”.

 

Con il progetto si vuole tradurre sul piano operativo “una delle prime forme di sperimentazione sul territorio nazionale, di nuove metodologie procedurali relative ai controlli ufficiali, tesi a verificare la conformità alla normativa in materia di alimenti, salute e benessere degli animali nonché alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”.

Infatti, come si racconta nella presentazione del documento, la sicurezza degli operatori, “può essere assicurata solo se si seguono precisi protocolli per garantire l’igiene dei prodotti e proteggere gli operatori da infortuni e malattie professionali”.

 

Attraverso il progetto è stato possibile valutare nel dettaglio “le modalità di svolgimento dei controlli ufficiali che riguardano le importazioni dei prodotti di origine animale e non animale destinati al consumo umano e degli alimenti destinati al consumo degli animali, nonché al controllo del benessere animale durante il traporto”.

 

In definitiva il manuale - dopo un’iniziale presentazione della legislazione di riferimento (anche con riferimento al Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008) e delle competenze degli uffici periferici del Ministero della salute – risulta suddiviso in “schede tecniche che valutano punto per punto le modalità con cui tali controlli vengono effettuati, le criticità riscontrate e le misure di prevenzione messe in atto o che vanno implementate per la tutela della salute e della sicurezza di tutti gli operatori coinvolti”.

Il DUVRI, la valutazione dei rischi, i DPI e la formazione

Il documento indica che la maggiore criticità riguardo agli operatori connessi ai controlli è rappresentata “dall’operare in ambienti di lavoro di proprietà di altri soggetti e, quindi, realizzati con logiche che spesso possono rendere meno agevoli le attività di controllo”.

 

In particolare si sottolinea che i soggetti controllati e le varie autorità “dovranno comunicare attraverso gli strumenti previsti dalle normative come il DUVRI (documento unico valutazione dei rischi d’interferenza) ma gli operatori dovranno sempre richiedere di essere informati sui rischi presenti nel luogo di lavoro in cui sono chiamati a effettuare i controlli”.

Spesso poi nei luoghi di frontiera è necessario comunicare con soggetti che non parlano la nostra lingua “e ciò può portare a delle incomprensioni”.

 

Si indica poi che come per tutti i luoghi di lavoro “il datore di lavoro e le altre figure della sicurezza devono continuamente aggiornare la valutazione dei rischi in base all’evoluzione delle modalità con cui operatori debbono effettuare i controlli. In particolare, l’attenzione dovrà essere massima nei confronti di rischi per la salute connessi con la manipolazione delle merci che giungono da zone in cui possono essere presenti parassiti e malattie non presenti nel nostro territorio ed all’evoluzione tecnologica che può rapidamente modificare i mezzi di trasporto e, quindi, le modalità di accesso alle merci trasportate”.

 

Non bisogna poi dimenticare che la specificità delle attività svolte, le azioni di protezione dei lavoratori “sono prevalentemente assicurate da dispositivi di protezione individuale (DPI) che il datore di lavoro dovrà fornire ai lavoratori dopo la valutazione dei rischi avendo cura di verificare che siano conformi alle normative e che gli operatori siano formati ed addestrati sul loro corretto uso”. E i lavoratori “dovranno, da parte loro, utilizzare i dispositivi correttamente anche per operazioni di breve durata per le quali si tende a sottovalutare la possibilità che si verifichi un infortunio”.

 

Infine – conclude il documento – si sottolinea l’importanza di “programmare e realizzare da parte dei datori di lavoro, una corretta e attenta formazione, e soprattutto informazione, di tutti gli operatori coinvolti nelle attività utilizzando se possibile una modalità di interscambio delle informazioni tra datore di lavoro e i lavoratori, in particolare dei medici veterinari che grazie alla specifica competenza possono cogliere le criticità tipiche di questa attività”.

 

Tutti i soggetti coinvolti, al di là degli aspetti normativi, devono poi “contribuire a realizzare un ambiente collaborativo in cui le informazioni vengono rapidamente scambiate non solo all’interno del proprio ufficio ma anche con gli altri uffici che operano secondo le medesime indicazioni di legge e si misurano con vettori, merci ed operatori diversi e possono fornire ai colleghi utili informazioni”.

 

L’indice del documento Inail

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento “Elaborazione di buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario. I processi dei controlli ufficiali alle importazioni ed agli scambi intracomunitari” e ne riportiamo l’indice.

 

Presentazione

Premessa

 

1. Uffici periferici del Ministero della salute (UVAC, PCF)

2. Legislazione di riferimento

3. Schede attività lavorative

4. Tabelle buone pratiche

5. Dispositivi di protezione individuale (Dpi)

6. Considerazioni conclusive

7. Riferimenti normativi

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Direzione regionale Inail Campania, Università degli Studi di Napoli Federico II - Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali, Ministero della salute UVAC/PCF Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, “ Elaborazione di buone pratiche per i lavoratori del settore veterinario. I processi dei controlli ufficiali alle importazioni ed agli scambi intracomunitari”, a cura di Michele del Gaudio e Rossella Luciano (Inail, Unità Operativa Territoriale CVR di Avellino), Erminia Castiello e Alessandro Raffaele (UVAC PCF - Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia), Giulia Passarelli, Manuela Vitale e Serena Calabrò (Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali) con diverse collaborazioni, Collana Salute e Sicurezza, edizione 2022 (formato PDF, 3.29 MB).

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Le buone prassi per i lavoratori del settore veterinario”.

 


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