Verifica periodica: controllo, verifiche ed esami per la gru Derrick
Roma, 25 Giu – In questi ultimi anni la presentazione del documento Inail “ Apparecchi di sollevamento materiali di tipo fisso - Parte I” - elaborato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici – ci ha permesso di fornire non solo informazioni dettagliate sulle prime verifiche periodiche di diversi apparecchi di sollevamento, ma anche precise indicazioni sull’esame/controllo della loro sicurezza e delle condizioni di conservazione e manutenzione.
Dopo averne parlato con riferimento alle gru a ponte e alle gru a cavalletto, ci soffermiamo oggi sulle prime verifiche periodiche e sui relativi esami/controlli della gru Derrick, una “gru a braccio orientabile il cui braccio ausiliario è fissato alla parte inferiore del puntone che è munito di appoggi in alto e in basso [Uni ISO 4306-1:2010]”. Una tipologia di attrezzatura, di limitata diffusione rispetto ad altre gru, che “è impiegata principalmente per il sollevamento di grandi masse di calcestruzzo o materiale lapideo (per esempio nelle dighe o nelle cave) o per il montaggio di strutture metalliche a grande altezza”.
Queste gru sono “generalmente composte da:
- un ritto (o colonna) di sostegno;
- un braccio mobile (che può anche non essere presente);
- un sistema di sostegno per il ritto, che può essere del tipo a stralli” o a puntoni, “di solito reticolari, disposti a triedro”, ancorati al suolo su plinti;
- un “sistema di rotazione (ad es di tipo ralla) che può essere al piede del ritto o a metà altezza;
- un motore;
- argani per il brandeggio e il sollevamento e relative funi”.
Dopo aver ripreso la descrizione delle gru derrick ci soffermiamo sui seguenti temi:
- La prima verifica periodica delle gru derrick
- Le condizioni generali di conservazione e manutenzione
- L’esame degli organi principali
La prima verifica periodica delle gru derrick
Il documento ricorda che la prima verifica periodica “riguarda l’attrezzatura nel suo complesso e prevede anche la redazione di una scheda tecnica, che costituisca un riferimento per le verifiche periodiche successive. La compilazione della scheda tecnica, infatti, è funzionale a consentire l’identificazione dell’attrezzatura nel corso delle verifiche periodiche (sia nella prima che nelle successive); prevede il recupero di tutte le informazioni necessarie ad individuare l’attrezzatura, reperibili dalla documentazione a corredo della stessa (istruzioni e dichiarazione CE di conformità) ovvero rilevabili direttamente sull’attrezzatura al momento della verifica (evenienza questa cui ricorrere solo in caso di mancata indicazione sulla documentazione e che per chiarezza dovrebbe essere specificata sulla scheda)”. Se dette informazioni non risultino rinvenibili dalla documentazione né facilmente rilevabili direttamente sull’attrezzatura, “il verificatore dovrà indicare ‘informazione non disponibile/non reperibile’”.
Si indica poi che la prima verifica periodica, “oltre alla compilazione della scheda tecnica identificativa dell’attrezzatura, contempla anche una fase di controlli (visivi e funzionali) volti a:
- “accertare la corrispondenza tra le indicazioni rilevate nelle istruzioni, e sinteticamente riportate nella scheda tecnica che andrà ad accompagnare la macchina, e le condizioni effettivamente riscontrate al momento del sopralluogo, sia per quanto attiene la configurazione dell’attrezzatura che i dispositivi di sicurezza presenti;
- valutare lo stato di manutenzione e conservazione dei principali organi dell’attrezzatura;
- accertare l’efficacia dei dispositivi di sicurezza previsti dal fabbricante”.
Nel documento è riportato un fac-simile del verbale di verifica che il verificatore dovrà stilare al termine dell’attività.
Le condizioni generali di conservazione e manutenzione
Dal modello di verbale riprendiamo alcune indicazioni sui controlli da svolgere.
Ad esempio si indica che il verificatore, riguardo alle condizioni generali di conservazione e manutenzione, procede ad un controllo visivo relativo a:
- “strutture della gru e delle vie di corsa al fine di valutare eventuale presenza di corrosione o sporco (polvere, residui di lavorazione dell’ambiente di lavoro, ecc.);
- contrassegni sui comandi al fine di valutarne la presenza, il posizionamento e la leggibilità;
- involucri di protezione al fine di verificarne l’integrità per garantire l’idoneo grado di protezione;
- marcatura CE, onde attestarne la leggibilità e l’indelebilità;
- circuito elettrico, verificando l’integrità degli involucri di protezione e il corretto posizionamento dei cavi;
- circuito idraulico, verificando l’assenza di perdite e/o trafilamenti;
- eventuali targhette /pittogrammi per verificarne la presenza, la leggibilità e la coerenza”.
L’esame degli organi principali
Sempre dal modello di verbale presente nel documento riprendiamo alcune indicazioni su altri esami.
Infatti il verificatore deve controllare “la corrispondenza a quanto indicato nelle istruzioni” a corredo della macchina e procedere inoltre “ad un esame visivo degli organi principali della macchina e almeno alle verifiche elencate”:
- Struttura (ritto, ralla, braccio, stralli/puntoni, argani):
- Controllare eventuali cricche, deformazioni e/o corrosioni, sull’intera struttura;
- Controllare la verticalità del ritto;
- Verificare il serraggio di tutti i collegamenti bullonati, il corretto inserimento degli spinotti di tenuta sui puntoni e la presenza di dispositivi antisfilamento;
- Verificare la conformità della struttura alle caratteristiche tecniche dichiarate dal fabbricante (ad es. numero di stralli/puntoni, tipologia del basamento, ecc.);
- Basamento:
- Controllare eventuali deformazioni o corrosioni dei tirafondi e verificarne a vista eventuali anomalie nel serraggio e nell’installazione;
- Controllare a vista eventuali fessurazioni nel plinto in c.a.. Se presente un progetto del plinto verificare che le dimensioni in pianta, rilevabili con misura diretta, rispondano al progetto
- Gancio/Bozzello/Funi/Pulegge:
- Controllare eventuali cricche, deformazioni, corrosione e/o usura;
- Verificare che le caratteristiche di tali organi siano coerenti con quanto riportato nelle istruzioni;
- Controllare a vista lo stato delle funi e degli eventuali stralli;
- Verificare sul registro di controllo la regolarità delle verifiche di funi di sollevamento;
- Controllare gli attacchi delle funi di brandeggio alle teste del ritto e del braccio;
- Verificare lo stato delle pulegge di rinvio e dei perni;
- Verificare la corretta funzionalità del gancio (rotazione libera e assenza di resistenza all’orientamento verticale), l’integrità dell’eventuale dispositivo antisganciamento, del perno e della coppiglia;
- Verificare la presenza del carter di protezione sul bozzello;
- Verificare, in caso di avvenuta sostituzione di gancio/bozzello/ funi/catene di sollevamento (informazione rilevabile dal registro di controllo), il rispetto delle specifiche riportate nelle istruzioni
- Dispositivi di comando/stazione di comando:
- Verificare che le caratteristiche dei dispositivi di comando/ stazioni di comando siano coerenti con quanto riportato nelle istruzioni;
- In caso di stazioni di comando rialzate o postazioni in quota per manutenzione verificare che siano conformi a quanto prescritto dal fabbricante nelle istruzioni, che siano previsti idonei mezzi di accesso e la relativa cartellonistica sui DPI.
Al termine dell’esame – continua il verbale – “si esprime un giudizio complessivo sulla presenza o meno di difetti o anomalie visibili sugli organi principali”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che riporta anche indicazioni sulle prove di funzionamento dell’apparecchio e dei dispositivi di sicurezza con particolare riferimento a:
- struttura (ritto, ralla, braccio, stralli/puntoni, argani);
- dispositivi di comando;
- dispositivo di controllo delle sollecitazioni;
- indicatore di controllo delle sollecitazioni;
- arresto di emergenza;
- finecorsa di movimento (sollevamento, rotazione, brandeggio);
- freno di servizio;
- avvertimento acustico (se presente);
- avvertimento di funzionamento;
- altri dispositivi di sicurezza eventualmente presenti.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Apparecchi di sollevamento materiali di tipo fisso - Parte I” - a cura di Sara Anastasi e Luigi Monica (Inail, DIT), Luigi Cavanna (Inail, Unità operativa territoriale CVR di Genova), Romano Ciancio (Unità operativa territoriale CVR di Piacenza) (formato PDF, 2.75 MB).
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