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Morti bianche in Lombardia
Dall’inizio del 2003 sono undici le persone che in Lombardia hanno perso la vita in tragici infortuni sul lavoro. L’ultima vittima è un giovane residente in provincia di Brescia che è morto schiacciato dal carico trasportato da un carrello elevatore in manovra che lo ha investito.
Dalle prime ricostruzioni pare che il giovane avesse lasciato la pressa dove lavorava per raggiungere un distributore automatico. Nel tragitto, è stato investito e schiacciato dal carrello carico di matasse di ottone condotto da un collega.
Solo pochi giorni prima in un cantiere milanese un altro giovane bresciano aveva preso la vita, colpito di rimbalzo da un pannello in compensato di circa una tonnellata caduto da una gru.
Immediata la reazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto più sicurezza per i lavoratori. Il leader della Fiom locale ha dichiarato: “la spiegazione è purtroppo molto semplice: queste cose succedono perché in azienda non vengono rispettate le necessarie norme di sicurezza”.
Rispetto delle regole sia da parte delle aziende che dei lavoratori, aggiungiamo.
L’esigenza primaria di rispettare e regole in materia di salute e sicurezza sul alvoro è stata rilevata anche dai vertici dell’Asl e dal presidente dell’amministrazione provinciale Alberto Cavalli, secondo il quale è importante portare avanti controlli nelle aziende per verificare il rispetto delle norme, “ma da soli non bastano per stroncare la catena degli infortuni sul lavoro. Occorre anche investire maggiormente sulla formazione”.
A tale proposito è stato ricordato l’intenzione della Provincia di raccogliere, presso soggetti direttamente interessati alla questione sicurezza (istituzioni, organizzazioni sindacali, imprenditoriali, Associazioni di categoria..), opinioni e di eventuali proposte per l’approfondimento del problema. (Si veda n. 697).
Dalle prime ricostruzioni pare che il giovane avesse lasciato la pressa dove lavorava per raggiungere un distributore automatico. Nel tragitto, è stato investito e schiacciato dal carrello carico di matasse di ottone condotto da un collega.
Solo pochi giorni prima in un cantiere milanese un altro giovane bresciano aveva preso la vita, colpito di rimbalzo da un pannello in compensato di circa una tonnellata caduto da una gru.
Immediata la reazioni delle organizzazioni sindacali, che hanno chiesto più sicurezza per i lavoratori. Il leader della Fiom locale ha dichiarato: “la spiegazione è purtroppo molto semplice: queste cose succedono perché in azienda non vengono rispettate le necessarie norme di sicurezza”.
Rispetto delle regole sia da parte delle aziende che dei lavoratori, aggiungiamo.
L’esigenza primaria di rispettare e regole in materia di salute e sicurezza sul alvoro è stata rilevata anche dai vertici dell’Asl e dal presidente dell’amministrazione provinciale Alberto Cavalli, secondo il quale è importante portare avanti controlli nelle aziende per verificare il rispetto delle norme, “ma da soli non bastano per stroncare la catena degli infortuni sul lavoro. Occorre anche investire maggiormente sulla formazione”.
A tale proposito è stato ricordato l’intenzione della Provincia di raccogliere, presso soggetti direttamente interessati alla questione sicurezza (istituzioni, organizzazioni sindacali, imprenditoriali, Associazioni di categoria..), opinioni e di eventuali proposte per l’approfondimento del problema. (Si veda n. 697).
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