Le immagini dell’insicurezza: faccio outing
Dopo centinaia di puntate delle immagini dell’insicurezza di SICURELLO.no di relative fotografie, oggi ho deciso di pubblicare alcuni scatti che mi riguardano direttamente.
Tutto parte da un momento formativo che ho tenuto recentemente, durante il quale un partecipante mi ha chiesto, plateale plateale: “ma tu, che ogni settimana ti ergi a censore, commentando situazioni di lavoro non regolari, non sbagli mai?”
Naturalmente la risposta non poteva che essere: “Si, pure io sbaglio” ed a testimonianza di ciò ho citato alcune situazioni che mi hanno visto “negativamente”, ma certamente non inconsapevole, protagonista.
Ed allora ho pensato che fosse giunta l’ora di condividere anche con voi uno degli episodi citati.
Era il lontano 201.., diciamo che erano 6-7 anni fa e per la redazione di una procedura di sicurezza, comprese le modalità di recupero di lavoratori eventualmente infortunati, avevo la necessità di verificare un luogo dove si sarebbero svolte le lavorazioni. Durante il sopralluogo si evidenziò l’esigenza di entrare in uno spazio confinato (non a rischio inquinamento) attraverso un passo d’uomo di dimensioni particolarmente contenute e, senza pensarci due volte, mi sono infilato e sono entrato.
E qui sta il problema: le persone presenti (io compreso – vedasi immagine 05 che testimonia alcuni momenti addestrativi a cui ho partecipato) erano formate, informate ed addestrate per le attività in spazi confinati, ma in quella situazione tutti i sistemi di sicurezza e di recupero che sarebbero potuti servire qualora io ne avessi avuto bisogno, erano… rimasti in ufficio.
E’ si, al di la degli obblighi normativi, in questo caso D.P.R. 177/2011 su tutti, anche noi tecnici quando effettuiamo sopralluoghi dobbiamo pensare alla nostra tutela e sicurezza, ma a volte…
Ehmm… E’ successo due volte. La seconda (vedi immagine 04) in un pozzetto interrato di un acquedotto.
Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS
http://youtube.stefanofarina.it
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Rispondi Autore: Massimo Zucchiatti - likes: 0 | 14/02/2020 (08:41:20) |
Una mattina tenevo un corso in un auditorium a studenti e stavo mostrando come ci si deve comortare in caso di una scossa sismica. Ho detto: "cercate di andare vicino ad una parete , allontanatevi dal centro delle stanze e così dicendo sono andato all'indietro inciampando platealmente in un rialzo che avevo fatto fare proprio io (per realizzare una rampa che arrivasse al palco ad utilizzo di una sedia su ruote...ma non lo avevo fatto evidenziare così si confondeva con il pavimento) facendo un "volo" cadendo a terra su una mano e con un "pivot" e mezza capriola rialzandomi subito tra lo stupore e le "risatine" dei presenti assieme ad un polso mezzo rotto. Il resto del corso l'ho fatto seduto, dolorante e con il ghiaccio al polso. In un altro corso antincendio volevo dimostrare che la "neve carbonica"da un estintore a CO2 è bianca e può "ustionare" per congelamento...e mi sono ustionato perchè non riuscivo a staccarla dalla mano...Ma ho continuato "impavido" il corso ed ho urlato poi in luogo lontano e nascosto...:-)). Per ultimo, caro Stefano, in un corso antincendio , la tubazione del gas gpl del simulatore non era ben collegata, è uscito un pò di gas ed ha preso fuoco sotto il vascone...ho lasciato l'estintore, mi sono chianato a terra e "soffiando" ho spento la fiammella tra gli sguardi "attoniti" dei corsisti che mi hanno chiesto : |
Rispondi Autore: Massimo Zucchiatti - likes: 0 | 14/02/2020 (08:43:19) |
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