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Le immagini dell’insicurezza
Verona, 6 Lug -Le attività di montaggio di una struttura prefabbricata (in questo caso si tratta di un lavaggio auto a tunnel) sono abbastanza standardizzate e ripetitive e in genere le modalità esecutive, nonché le procedure di sicurezza sono studiate nei minimi dettagli, ma ancora una volta l’applicazione lascia molto a desiderare: dei quattro operai al lavoro solo uno tende a rispettare le norme di sicurezza proteggendo se stesso dalla caduta dall’alto ed indossando i guanti di protezione, gli altri tre – a parte gli scarponi ed in un caso i guanti – nulla. Poi ad un certo punto appare anche un altro lavoratore (E), forse si tratta del preposto, che – con un disegno in mano - impartisce alcune indicazioni ai lavoratori e poi se ne va. Naturalmente anche lui non indossa i d.p.i., anzi non indossa nemmeno parte degli indumenti da lavoro in quanto si presenta con il busto nudo.
Analizziamo in modo un po’ più approfondito l’attività lavorativa illustrata dalle immagini e le conseguenti situazioni di rischio.
Ci troviamo ai margini del piazzale di un distributore di carburante, la struttura metallica del tunnel di lavaggio è pressoché ultimata e sono in corso le opere di finitura ed in particolare la posa di una lamiera perimetrale di rivestimento. Possiamo stimare che l’altezza della struttura sia di circa 3,50 metri e di conseguenza si tratta di lavori che espongono i lavoratori a rischio di caduta dall’alto.
Due operai sono sul tetto ed uno (A) indossa le calzature di sicurezza, i guanti e soprattutto l’ imbrago anticaduta collegato ad un elemento della struttura (su questo ci potremmo sbizzarrire con considerazioni relative alla tenuta dell’aggancio, all’effetto pendolo, ecc., ma speriamo che il lavoratore ne abbia tenuto conto).
Il collega (B), pur operando in quota, risulta privo dell’imbrago, lo stesso operatore si sposta liberamente lungo tutta la copertura eseguendo varie attività sul bordo della stessa, piegandosi sulle ginocchia o inclinandosi pericolosamente verso l’esterno, aumentando così il rischio di caduta.
Passiamo ora ai due lavoratori (C)-(D) che lavorano alla quota inferiore. Essi operano su scale doppie portatili, posizionandosi con le spalle verso i gradini della scala stessa ed allungandosi verso la zona di lavoro. Una posizione ad elevato rischio di scivolamento e conseguente caduta.
Tutti i lavoratori non indossano il casco di protezione, che se per gli addetti all’attività sulla copertura potrebbe risultare ridondante (ma comunque necessario), per chi opera nella posizione sottostante è certamente fondamentale per evitare urti, colpi e/o tagli in caso di caduta dall’alto di materiali, oggetti od attrezzature, che tra le altre cose - come si vede nel particolare della foto 05 - vengono passate dall’alto ai lavoratori sottostanti. Da considerare che anche il posizionamento dei materiali in quota non è certamente “sicuro”, basta vedere dove è stata appoggiata la scatola delle minuterie (nella foto 04 si vede sul margine sinistro della struttura), e pertanto anche senza operatori in copertura il rischio di caduta accidentale dei materiali è comunque presente.
Come già detto, dei quattro addetti all’attività lavorativa solo due indossano i guanti e, almeno all’apparenza, tutti indossano scarpe antinfortunistiche. Un discorso comune a tutti potrebbe essere l’abbigliamento con pantaloni corti, non certamente idoneo. Ma forse su questo qualcuno mi dirà che sono troppo fiscale.
Farina Geom. Stefano, Responsabile Nazionale Comitato Costruzioni di AiFOS
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Marco Belfiglio - likes: 0 | 06/07/2012 (07:09:49) |
Eppure si sentono le notizie relative agli infortuni, è possibile che molti tengano così poco alla propria salute e sicurezza? |