Rischio infettivo e odontostomatologia
Il Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia nel numero di Gennaio/Marzo 2007 pubblica l’approfondimento “Il professionista sanitario in ambito odontostomatologico e l’esposizione al rischio infettivo: epidemiologia e prevenzione”.
Gli Autori del lavoro (R. Manfredi, L. Calza, G. Verucchi) presentano una rassegna sistematica dei principali patogeni infettivi potenzialmente trasmissibili ai Professionisti Sanitari nel corso di procedure Odontostomatologiche, focalizzando la propria attenzione sull’esposizione parenterale in ambito chirurgico e stomatologico. La rassegna comprende una trattazione sistematica dell’epidemiologia e dei fattori di rischio specifici, e ripercorre tutte le strategie di chemioprofilassi e di immunoprofilassi attualmente disponibili.
Le principali infezioni occupazionali in ambiente Odontostomatologico sono le epatiti virali (epatite B e C) e l’infezione da virus HIV. “I veicoli di infezione occupazionale possono essere rappresentati da sangue e fluidi biologici ematici, saliva, secrezioni respiratorie, strumentario odontoiatrico e chirurgico, aghi, taglienti, ed assimilati, nonché superfici ambientali, aria, ed acqua.”
La più comune via di potenziale contaminazione “è quella determinata dal contatto diretto con sangue o con fluidi biologici contenenti sangue, attraverso lesioni percutanee (es. puntura con ago, ferita con bisturi o altri taglienti), l’esposizione di cute non integra, ed il contatto con superfici mucose (es. congiuntive, mucosa nasale e del cavo orale).”
Secondi i dati epidemiologici italiani sulle esposizioni professionali raccolti dal Registro “SIROH” (Programma Italiano di Sorveglianza e di Controllo del rischio occupazionale da HIV ed altri patogeni a trasmissione ematica negli Operatori Sanitari, presso l’IRCCS “Lazzaro Spallanzani” di Roma) e riportati nell’articolo, “nel corso del periodo 1986- 2002 su ben 50.000 casi di incidenti, fanno notare come l’esposizione percutanea rappresenti un evento decisamente più frequente rispetto a quella muco-cutanea (77% versus 23%)”.
La disponibilità e l’impiego costante e corretto dei dispositivi di protezione individuale è quindi di fondamentale importanza nel caso di una potenziale esposizione a sangue, fluidi organici, o secrezioni disperse per aerosol:
-Mascherina chirurgica monouso che copra naso e bocca;
- Maschera (filtrante) facciale tipo N-95;
- Occhiali protettivi;
Camice o sovracamice protettivo monouso;
- Guanti monouso.
In caso di incidente, gli autori sottolineano l’utilità di non trascurare mai i seguenti passaggi:
– in caso di ferita percutanea, è necessario lavare accuratamente l’area esposta con acqua e sapone o con soluzioni disinfettanti;
– nell’eventualità di esposizione della cute integra a sangue e/o a fluidi biologici è sufficiente lavare accuratamente l’area interessata con acqua e sapone;
– in caso di esposizione congiuntivale a sangue e/o a fluidi biologici è opportuno lavare e risciaquare a lungo gli occhi con acqua o soluzione fisiologica;
– nell’eventualità di contatto orale o di ingestione di sangue e/o fluidi biologici è utile sputare immediatamente, e risciaquare la bocca numerose volte con acqua o soluzione fisiologica;
Infine, è ricordato che per tutto il personale sanitario che opera in ambiente odontostomatologico, sono da ritenersi raccomandate le seguenti misure di immunoprofilassi attiva (vaccinazioni):
– per epatite virale tipo B (HBV);
– per morbillo, rosolia, e parotite epidemica;
– per Influenza;
– per Varicella.
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