La sicurezza sul lavoro e le esperienze nelle scuole superiori
Pavia, 15 Nov – Più volte si è ricordato, in diversi ambiti istituzionali, anche a livello di Unione europea, quanto sia importante introdurre la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nei programmi scolastici. Importante per costruire già nelle scuole una cultura della prevenzione che sviluppi nei ragazzi un’idonea sensibilità per la tutela e la prevenzione di incidenti e malattie.
Ne abbiamo parlato anche qualche settimana ricordando che nel 2024 è stato approvato, a distanza di pochi mesi, prima alla Camera e poi al Senato un Disegno di Legge (ddl) recante una “Modifica all’articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l’introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”.
Un ddl che, se approvato definitivamente (al Senato il provvedimento è stato in parte modificato), introdurrebbe le conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.
L’obiettivo – indica il ddl - è quello di fornire agli studenti una comprensione dei diritti e dei doveri dei lavoratori, nonché delle tutele disponibili, arricchendo il curriculum con testimonianze dirette delle vittime di infortuni sul lavoro.
Proprio a partire da questa proposta, che, per quanto possa avere un impatto limitato (nelle scuole l’educazione civica non ha un grande monte orario), è sicuramente un passo in avanti per portare la sicurezza nelle scuole, abbiamo deciso di fare un breve approfondimento.
Abbiamo deciso di raccogliere, attraverso due interviste, alcune utili esperienze tra chi già da tempo porta questa materia tra gli studenti, sia delle superiori che a livello universitario.
La prima persona che abbiamo intervistato è Cristina Gremita (Direttore DIPS - Direttore UOC Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro - ATS Pavia) che segue vari progetti e interventi destinati agli istituti secondari di II grado.
In un prossimo articolo presenteremo, sempre attraverso un’intervista, esperienze e indicazioni, tratte dal lavoro, a livello universitario, del Prof. Marco Agnoletti dell’Università di Pavia.
Nel presentare l’intervista l’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: comportamenti sicuri e proposta di legge
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: docenti e progetti dell’ATS Pavia
- La sicurezza sul lavoro nella scuola: studenti e idonei percorsi
La sicurezza sul lavoro nella scuola: comportamenti sicuri e proposta di legge
Buongiorno, prima di approfondire i progetti e le sue esperienze di insegnamento sulla salute e sicurezza sul lavoro, mi piacerebbe conoscere la sua opinione sull'importanza di introdurre questa materia nelle scuole. Crede che sia un mezzo efficace per promuovere una cultura della sicurezza e migliorare la prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita?
Cristina Gremita: Introdurre la materia della sicurezza nelle scuole è fondamentale ma ritengo necessario che il concetto stesso di sicurezza, inteso come “comportamento sicuro” debba già essere introdotto a livello della scuola primaria (ad esempio in Giappone appena i bambini entrano nella scuola dell’obbligo vengono educati al comportamento sicuro in strada) educando i bambini ad adottare comportamenti sicuri nelle varie circostanze della vita (ricordo che nelle diverse fasi evolutive dello sviluppo del bambino occorre intervenire con diverse modalità di approccio e con diversi strumenti, si pensi solo alla difficoltà di approccio all’adolescente permeato del senso di “onnipotenza” che lo contraddistingue).
Recentemente è stato discusso e approvato, sebbene debba ancora ricevere l’approvazione definitiva dalla Camera, un disegno di legge che introduce le nozioni di base in materia di sicurezza nell’ambito delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Qual è il suo parere su questa proposta? La ritiene uno strumento utile e sufficiente per aumentare la consapevolezza su questi temi?
Cristina Gremita: Ribadendo l’importanza di introdurre la materia della sicurezza, occorre capire cosa si intende per nozioni di base anche perché se pensiamo agli studenti delle scuole secondarie di II grado, con l’entrata in vigore dell’obbligo dei PCTO, secondo il mio parere “nozioni di base” potrebbero essere del tutto inadeguate; se invece si pensa di strutturare un percorso finalizzato appunto al PCTO e magari in linea con i contenuti previsti dalla normativa ( D.lgs 81/08), questo non solo potrebbe essere utile ai ragazzi ma anche alle imprese che ospitano i ragazzi in questo percorso.
A riguardo ATS di Pavia già da qualche anno ha implementato una piattaforma e-learning in grado di erogare la formazione “generale” (modulo previsto dall’Accordo Stato Regioni) a tutti i ragazzi che vanno in azienda. I contenuti rispondono ai dettami normativi ma vengono erogati in forma consona al target di riferimento con linguaggio adeguato inserendo giochi e modalità formative più accattivanti per i ragazzi.
La sicurezza sul lavoro nella scuola: docenti e progetti dell’ATS Pavia
In che modo, secondo lei, dovrebbero essere preparati i futuri insegnanti incaricati di educare i propri studenti alla sicurezza e alla gestione del rischio?
Cristina Gremita: Personalmente ritengo che molti insegnanti, in particolare quelli degli istituti secondari di II grado (soprattutto istituti tecnici e professionali) abbiano competenze tali da poter gestire molti argomenti inerenti la sicurezza. I vari argomenti dovrebbero essere “curricularizzati” all’interno dei percorsi formativi delle diverse discipline (es. banali: l’insegnante di educazione fisica potrebbe trattare la movimentazione manuale dei carichi, l’insegnante di chimica il rischio chimico, l’insegnante di fisica rumore, vibrazioni ecc.); si potrebbero proporre percorsi formativi interscuole utilizzando docenti con specifiche competenze.
Nulla vieta comunque che gli insegnanti seguano corsi di formazione specifici; a Pavia ho tenuto diversi incontri con i referenti dei PCTO delle diverse scuole approfondendo tematiche sulla sicurezza ed in passato ho organizzato corsi per docenti su materie specifiche in modo che questi insegnanti potessero parlare di sicurezza durante le loro lezioni.
Può raccontarci i progetti che l’ATS Pavia ha portato avanti in questi anni relativi all’insegnamento nelle scuole?
Cristina Gremita: L’ATS di Pavia già dal 2006 (allora ASL) è partita con un progetto strutturato (I giovani e il lavoro) destinato agli istituti secondari di II grado di tutta la provincia. Il progetto, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro di Pavia, prevedeva incontri in presenza con gli studenti con moduli formativi ben strutturati che affrontavano diversi rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro e la regolarità dei rapporti di lavoro. Abbinati al progetto di base sono stati realizzati eventi di rinforzo sulla tematica quali concorsi, giochi sulla sicurezza, realizzazione di mostre espositive, filmati ecc.
Negli ultimi anni però si è passati sempre più a modalità di approccio differente nei confronti degli studenti riducendo quelli che vengono definiti “interventi in classe dell’esperto” verso progetti di coinvolgimento della scuola e degli studenti organizzando percorsi nell’ambito dei PCTO (gli studenti che aderiscono al progetto svolgono il percorso PCTO con ATS Pavia quale azienda ospitante). Anche perché non dobbiamo dimenticare che il personale di ATS è limitato e carico di attività istituzionali e il tempo restante da dedicare a tale attività è veramente residuale.
Negli ultimi due anni, ATS Pavia ha avviato un progetto particolare basato sulla narrazione, da parte di personale ATS dedicato alle indagini di infortunio sul lavoro, di reali storie di infortuni. Dopo la narrazione, con i ragazzi divisi in piccoli gruppi, il personale di ATS procede ad analizzare l’evento accaduto coinvolgendo i ragazzi nella ricerca delle cause dell’infortunio e nell’individuazione di responsabilità per l’accaduto. Al termine i ragazzi scrivono due storie: la prima che descrive l’accaduto, la seconda che narra di come l’incidente si sarebbe potuto evitare.
Queste storie sono state raccolte in un libro di prossima pubblicazione. Le scuole coinvolte in questo progetto, che per i ragazzi ha costituito un percorso di PCTO, stanno allestendo una rappresentazione teatrale basata su alcune storie di infortunio narrate. La rappresentazione si svolgerà a Pavia il 30 gennaio 2025.
La sicurezza sul lavoro nella scuola: studenti e idonei percorsi
Qual è stata la risposta da parte degli studenti? La materia ha suscitato interesse? E quali argomenti specifici sono risultati essere più interessanti per loro? Ci può raccontare qualche esperienza?
Cristina Gremita: Fin dai primi interventi risalenti al 2006, abbiamo sempre avuto molta partecipazione da parte dei ragazzi ed in particolare da quelli degli istituti tecnici e professionali. Ricordo un episodio molto particolare di alcuni studenti di un istituto professionale che al termine dei nostri incontri (all’epoca facevamo veri e propri corsi su diverse tematiche) elaborarono un documento sulla propria scuola segnalando tutte le carenze e lo inviarono alla Provincia.
Concludiamo partendo dalla sua esperienza e cercando di fornire dei suggerimenti pratici per le scuole e i docenti. Qual è il modo migliore per parlare di salute e sicurezza sul lavoro nelle scuole superiori?
Cristina Gremita: Occorre sicuramente che siano coinvolti e motivati i docenti; occorre che la scuola stessa elabori percorsi formativi decidendo tempi e modalità perché ritengo che solo la scuola come istituzione preposta sia in grado di farlo nel migliore dei modi.
Ritengo anche utile che i ragazzi possano essere direttamente coinvolti attraverso i modelli di peer education. Le ATS dovrebbero essere di supporto alla scuola per fornire indicazioni e competenza specifica e dovrebbero continuare con progetti di rinforzo sulla tematica.
Intervista e articolo a cura Tiziano Menduto
Scarica il disegno di legge citato nell'articolo:
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Rispondi Autore: GIANLUCA ANGELINI - likes: 0 | 15/11/2024 (09:20:31) |
Analisi perfetta. Complimenti alla Dott.ssa Gremita. Concordo pienamente. Finalmente un ragionamento serio su un problema il più delle volte affrontato per slogan. Il timore, leggendo, una prima bozza è che quanto detto nell'articolo venga puntualmente disatteso per partorire un provvedimento slogan ma totalmente inefficace. |
Rispondi Autore: Luigi Matteo Meroni - likes: 0 | 15/11/2024 (12:51:18) |
Ringrazio la Dott.ssa Gremita per la disponibilità. Complimenti per l'importante attività svolta a Pavia. Bellissima la prima osservazione sui comportamenti sicuri che debbono essere insegnati dalle scuole primarie. Se riuscissimo a creare una consapevolezza del rischio partendo da scuola, così come siamo riusciti a creare la consapevolezza sulla raccolta differenziata dei rifiuti, materia in cui l'Italia eccelle a livello globale, daremmo un contributo veramente efficace alla diminuzione degli infortuni. I figli potrebbero anche essere da stimolo sui propri genitori. |
Rispondi Autore: Fausto Oggionni - likes: 0 | 16/11/2024 (08:23:42) |
Buongiorno, grazie ad insegnanti illuminati di materie tecniche feci dei corsi sulla Sicurezza a metà degli anni '90 in istituti tecnici e scuole professionali, veicolo il volontariato di protezione civile ed in modo gratuito. Negli anni successivi, nonostante la mia disponibilità da volontario a mettere a disposizione tempo e materiali per proseguire, trasferiti gli insegnanti, presidi e nuovi insegnanti non avevano la benché minima propensione alla cosa (!), dimostrazione che non basta la buona volontà per costruire un percorso formativo. Ora arriva la legge bene, chi scriverà i programmi considerata l'inerzia dello stato/regioni con date fissate per legge a cui nessuno fa caso (a parte noi)? Chi erogherà la formazione? I diplomifici della sicurezza ed i consulenti da strapazzo che tanti danni fanno nelle pmi italiane? Quindi ben venga tutto questo ma se sarà la solita farsa italiana temo che si avremo più danni che benefici. Fausto Oggionni Ps sempre disponibile ad andare gratis nelle scuole, basta chiedere. |