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Gli infortuni, le novità in materia di sicurezza e il futuro accordo unico

Gli infortuni, le novità in materia di sicurezza e il futuro accordo unico
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

27/10/2023

La seconda puntata dello Speciale Accordo unico in materia di formazione. Quali sono le novità in Italia in materia di salute e sicurezza? Come migliorare la formazione? Quando arriverà l’Accordo unico? Ne parliamo con l’avvocato Lorenzo Fantini.

Bologna, 27 Ott – Come anticipato nell’articolo “ PuntoSicuro ad Ambiente Lavoro 2023: l’accordo unico e le interviste”, durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro” (Bologna, 10-12 ottobre 2023) il nostro giornale ha organizzato una sorta di Speciale – l’abbiamo chiamato “Speciale Accordo unico” - raccogliendo riflessioni, pareri e previsioni sul futuro nuovo Accordo unico in materia di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Infatti – ricordiamo ancora – ai sensi dell’articolo 37 del D.Lgs. 81/2008, come modificato dalla legge 215/2021, entro il 30 giugno 2022 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano avrebbe dovuto adottare un accordo per l’accorpamento, la rivisitazione e la modifica degli attuali accordi attuativi in materia di formazione. Ma, come sappiamo, questo cosiddetto “ Accordo unico” ancora non c’è.  E il nostro giornale, per fornire un’idea, ai nostri lettori, della direzione che sta prendendo la formazione alla sicurezza in Italia, ha pubblicato una bozza dell’Accordo nella versione fornita alle parti sociali.

 

Su questo “accordo che non c’è”, sui ritardi del legislatore, sulla qualità della formazione, sul contenuto attuale della bozza (versione agosto 2023), abbiamo già intervistato l’ avvocato Rolando Dubini ed oggi, invece, presentiamo l’intervista (realizzata l’11 ottobre a Bologna) a Lorenzo Fantini, avvocato, consulente, formatore e, per lungo tempo, dirigente della Divisione Salute e Sicurezza del Ministero del lavoro. La persona giusta non solo per parlare di formazione – su questo tema lo abbiamo intervistato anche in passato – ma anche per commentare e interpretare la situazione e i dati infortunistici, i ritardi nell’attuazione del Testo Unico e le richieste che il Senato ha inviato al Governo con una mozione approvata all’unanimità all’indomani dell’incidente ferroviario di Brandizzo.

 

Come è possibile che accadano in Italia gravissimi incidenti come quello avvenuto a Brandizzo? Perché ci sono ancora ritardi nell’attuazione del decreto 81?

Cosa ci dicono i dati e la relazione annuale Inail sui dati infortunistici?

La mozione approvata in Senato il 13 settembre 2023 fa dieci richieste al Governo. Che valore ha questa mozione? Quali sono gli aspetti più rilevanti?

Come è la situazione della formazione in materia di salute e sicurezza? Come portare le aziende a proporre percorsi formativi efficaci?

Perché non è stato ancora approvato l’accordo unico in materia di formazione?

Qual è il parere sulla bozza inviata alle parti sociali? Quali sono gli aspetti positivi o critici?

Quando potremmo avere una versione definitiva e approvata in sede di Conferenza Stato-Regioni?

Cosa è necessario fare per migliorare la qualità della formazione?

 

L’intervista si sofferma su vari argomenti:


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Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di visualizzare integralmente l’intervista e/o di leggerne una parziale, quasi completa, trascrizione.

 

L’intervista di PuntoSicuro a Lorenzo Fantini

 

 

Infortunio di Brandizzo, dati infortunistici e mozione approvata in Senato

Vediamo innanzitutto di commentare i gravissimi incidenti che ci sono stati in queste settimane. L’Agenzia europea sta lanciando una campagna sull’evoluzione tecnologica e digitale in materia di sicurezza e ancora oggi si muore per l’arrivo di un treno. Come è possibile?

 

Lorenzo Fantini: Sembra incredibile però la verità è questa. (…)

Abbiamo un sistema dal punto di vista giuridico molto avanzato, che poi corrisponde al sistema europeo, perché l'Italia non è un'entità a sé stante ma fa parte dei paesi dell'Unione Europea. Quindi abbiamo regole ben precise, procedure ben precise, documenti obbligatori, corsi di formazione per migliaia di ore e, ciononostante, non riusciamo ad impedire infortuni così gravi, anche plurimi.

Dovremmo chiederci non tanto se la legge va cambiata. Forse dovremmo chiederci se riusciamo – e la risposta è tendenzialmente “no” - ad essere sufficientemente bravi ad impedire i comportamenti pericolosi, delle aziende e dei lavoratori (…), che poi portano ad infortuni di questa di questa portata.

Questa è la domanda che, in questo momento, ci dovremmo fare tutti. Ognuno per suo conto. Chi fa sicurezza, le aziende che fanno impresa e anche il Governo, le pubbliche amministrazioni.

Questa è la domanda che, in questo momento, ci dobbiamo fare di fronte a questi eventi.

 

Paolo Pascucci, professore di Diritto del lavoro a Urbino, ha ricordato la mancata emanazione dei decreti di armonizzazione tra una legge del 1974 e il decreto 81. Mancata emanazione che può avere avuto delle ripercussioni sulla sicurezza in ambito ferroviario. Come è possibile che ci siano ancora questi ritardi a quindici anni di distanza dall’emanazione del decreto 81?

 

L.F.: Ti ringrazio, perché è l'opportunità per far conoscere, a chi ci sta seguendo, che nel decreto 81 ci sono più di 20 provvedimenti che non sono stati attuati.

Il provvedimento richiamato giustamente da Paolo Pascucci è uno dei tanti. Ci sono provvedimenti, per esempio, sui porti, sulle navi, sulla navigazione e la sicurezza in quel contesto che non sono mai stati attuati.  La salute e sicurezza nella scuola è regolata ancora dal decreto attuativo del 626 del 1994.

Quindi tornando anche alla domanda che è stata fatta prima. Cosa possiamo fare?

 

Io credo - e rubo l'idea ad un mio collega, che è un consulente e che l'ha lanciata nella fiera della sicurezza di Bergamo – (…) che noi dobbiamo pensare a due tipi di interventi. Uno a lungo termine, cioè incidere sul tema della consapevolezza che le persone hanno del tema della sicurezza. Quello che è successo a Brandizzo è incredibile. Non voglio entrare nel merito, perché ci penserà la magistratura, ma ci sono sicuramente persone che non hanno percepito un pericolo gravissimo che conoscevano. E questo è un fenomeno ovviamente culturale, non è solo un fenomeno giuridico. Quindi dobbiamo andare a insistere sulla consapevolezza che hanno le persone - vedo la scuola come un luogo ideale.

 

Però dobbiamo anche arrivare ai provvedimenti di attuazione.

Paolo ha ragione. Probabilmente se ci fosse stato il decreto l’infortunio ci sarebbe stato lo stesso, ma il decreto non c'è. Siamo ancora con un decreto del 1974. Ci mancano i decreti di qualificazione in edilizia, ci manca la patente a punti in edilizia, la qualificazione fuori dall'edilizia. Abbiamo tutta una serie di decreti che non sono stati fatti. E questi si possono fare subito, mettendosi a lavorare sui provvedimenti. Quindi una cosa che si può fare già oggi.

 

Che ne pensi dei dati e della relazione annuale sui dati infortunistici forniti dall’Inail?

 

L.F.: La cosa che mi ha colpito è una questione di metodo. Negli anni precedenti la relazione annuale dell'Inail è stata presentata in Parlamento, è stata pubblicizzata sulle reti nazionali, quest'anno non è stato fatto. Non voglio dare una connotazione politica a questa scelta, ma come preventore mi sembra un pessimo segnale. (…)  

La relazione dovrebbe essere pubblicizzata, dovrebbe essere analizzata, dovrebbe essere vivisezionata, non solo da chi fa sicurezza.

 

Partendo da qui i dati che vengono fuori dalla relazione sono molto preoccupanti, perché siamo di fronte ad un aumento dell'indice degli infortuni complessivi del 13% che è un aumento in doppia cifra. In controtendenza rispetto al ventennio precedente.

Quindi fermiamoci un attimo e capiamo che cosa dobbiamo fare. (…)

Non ci dobbiamo limitare al dato secco dell'aumento degli infortuni, ma dobbiamo cercare di analizzare perché accadono, in quali contesti accadono, in quali aziende accadono e che tipo di dinamica hanno.

 

Vorrei sapere anche la tua opinione sulla mozione approvata in Senato nella giornata del 13 settembre 2023 all’unanimità. Una mozione che fa dieci richieste al Governo. Che valore ha questa mozione? Quali sono gli aspetti più rilevanti?

 

L.F.: Ci sono delle cose molto positive, formulazioni molto generiche e qualcosa che non c'entra niente (…).

Su molti punti io sono molto d'accordo. Molto d'accordo sul punto per il quale si cerca di inserire la sicurezza nei programmi scolastici, anche se lì non è formulato in maniera così precisa. E, riguardo a qualche altro punto, per esempio l'attenzione sugli appalti e subappalti mi sembra doverosa.

Quindi diciamo che è una mozione interessante, un po’ generica.

Però è interessante perché la mozione è impegnativa per il Governo, cioè il Senato dice al Governo che questi dieci punti li deve trattare. E quindi vediamo se il governo lo farà (…).

 

Speciale Accordo unico: formazione in Italia e soggetti formatori

Veniamo alla formazione. Come è la situazione della formazione in materia di salute e sicurezza nel nostro Paese?

 

L.F.: La formazione ha dei grossi problemi, perché ne abbiamo fatta tanta.

Sinceramente siamo riusciti a intercettare una parte delle problematiche e a indirizzare certi ruoli. Però abbiamo un grosso problema con i lavoratori, perché i lavoratori hanno spesso delle carenze comportamentali. E questo vuol dire che la formazione che abbiamo fatto ai lavoratori, magari come numero di ore anche significativa, non è stata efficace.

 

Questo è il problema, la valutazione di efficacia della formazione.

C’è un problema di efficacia della formazione (…) La formazione non sempre - parlo soprattutto della formazione dei lavoratori che è quella che ci interessa di più - è efficace.

 

C'è un altro punto. Alla formazione non sempre efficace spesso non si aggiunge l'addestramento. Guardate che i giudici ce lo dicono, non c’è solo la formazione, ma c'è anche l'addestramento, cioè la parte pratica.

 

Questi sono i due profili su cui bisogna lavorare. Cercare, cioè, di rendere più efficace la formazione e realmente incisivo, in termini prevenzionistici, l’addestramento. 

 

Immagino che sia importante anche spingere le aziende a scegliere percorsi formativi efficaci…

 

L.F.: Esatto, non tutte le aziende hanno capito che scegliere un soggetto formatore serio, spendendo qualche euro in più, è un buon investimento. Se, invece, il corso viene fatto facendo vedere le slide della legge, inevitabilmente il lavoratore si addormenta. (…)

Al lavoratore (…) bisogna soprattutto dirgli quali sono i rischi che troverà negli ambienti di lavoro. (…)

Perché poi la giurisprudenza lo dice: se il lavoratore si infortuna con un comportamento imprudente, non basta all'azienda per la difesa tirar fuori l'attestato, ma bisogna valutare se la formazione è stata effettiva, efficace e idonea a modificare il comportamento del soggetto formato. Quindi c'è anche un problema giuridico dietro la valutazione di efficacia della formazione.

 

Speciale Accordo unico: ritardi e contenuti della bozza di agosto

Cominciamo a parlare dell’Accordo unico. Perché, a tuo parere, la data del 30 giugno 2022, prospettata dal nuovo articolo 37 del decreto 81, non è stata rispettata?

 

L.F.: Beh, io non voglio fare l'avvocato difensore di chi sta scrivendo l'accordo. Ma scrivere un accordo sui corsi di formazione in materia di sicurezza, comprensivo anche degli ambienti confinati, come hanno scelto poi di fare, è impegnativo.

Consideriamo che poi chi lavora a questi provvedimenti non è che sia una pletora di persone. Tenete conto che il primo accordo, quello del 2011, è uscito con tre anni di ritardo.

Quindi io, su questo, non sarei severo. Meglio aspettare qualche mese in più e avere un prodotto fatto bene.

 

Malgrado non ci sia l’accordo, abbiamo tuttavia una bozza che è stata girata alle parti sociali. Cosa pensi di questa bozza? Quali sono gli aspetti positivi o critici di questo testo?

 

L.F.: Allora è positivo che ci sia una bozza. Di per sé l’idea di avere un accordo unico è una cosa positiva per tutti, perché non ne abbiamo più cinque, ma ne abbiamo uno solo e quindi questo è positivo.

 

Critiche?

In 130 pagine ci sono diversi punti critici e qualcuno potrebbe dire che già avere 130 pagine sia un punto critico. (…)

 

Vediamo i punti più critici.

L’identificazione dei soggetti formatori, come è fatta adesso, non è sostenibile. Perché, scritto in questo modo (chi ha letto la bozza mi potrà capire), si rischia di mandare fuori mercato (…) i soggetti formatori più seri.  E questo non è esattamente ciò che vuole fare l'accordo.

Poi abbiamo una serie di dubbi rispetto a varie cose. Per esempio, il percorso relativo agli ambienti confinati. A me sembra che ci sia una confusione tra la formazione e l’addestramento. Si può sicuramente migliorare.

Si possono fare poi altri cambiamenti, ad esempio sulla valutazione di efficacia su cui si può fare qualcosa di meglio.

Però complessivamente ci sono anche degli spunti positivi. (…)

Il mio non è un giudizio negativo. Ci sono delle criticità, ma di per sé non è una cattiva bozza.

 

Speciale Accordo unico: previsioni, qualità ed efficacia della formazione

A tuo parere quando prevedi che potremo avere una versione approvata in sede di Conferenza Stato-Regioni?

 

L.F.: Ho già detto che non avremmo rispettato il termine, ho già detto che saremmo andati oltre il 2023. Quindi, secondo me, andiamo con due anni di ritardo.

Quindi la bozza uscirà entro il 30 giugno del 2024. Questa è la mia previsione.

 

Cosa credi, in definitiva, sia necessario fare, oltre a rendere più efficace la formazione, per migliorare la qualità della formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro?

L.F.: Si dovrebbe fare uno sforzo verso la tecnologia. E qui per esempio in fiera ci sono degli spunti interessanti, per la parte addestramento.

E si dovrebbe ragionare in termini di efficacia della formazione.

 

Non è facile, però la formazione dovrebbe essere progettata meglio. E quindi dobbiamo fare un salto di qualità (…) nella progettazione e “perdere” più tempo sulla progettazione nella parte (…) in cui la formazione deve essere pertinente rispetto alla valutazione dei rischi. Perché quella è la formazione che ti può essere utile per individuare i rischi e comunicarli ai lavoratori.

Quindi serve molta più attenzione alla progettazione della parte specifica della formazione, enfatizzazione dell'addestramento e, quindi, passare da un approccio formalistico alla formazione a un approccio sostanzialistico. Detta così è facile, ma è complicato e ci vorrà tempo. Perché stiamo passando da un modello molto più legato alla formalità, in cui si guarda molto all'attestato, a non avere la sanzione dall’organo di vigilanza, ad un modello che dovrebbe essere improntato sul cambiamento comportamentale.

 

Quindi questa è la sfida che ci aspetta. Ci aspetta come operatori, come docenti. Anche il docente può fare molto di suo (…).

Servono progetti che coinvolgano le persone. Questo è il futuro. Per non parlare di quello che si può fare con una videoconferenza proattiva, non piatta. O un eLearning fatto bene. (…)

 

 

Link alla prima puntata dello Speciale Accordo Unico

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 



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Rispondi Autore: Pedro - likes: 0
27/10/2023 (08:35:21)
Non serve limitare il numero dei soggetti formatori, ma Serve un sistema di tracciamento della formazione che permetta controlli sistematici nel corso dell’erogazione dei corsi.
Il resto sono saranno interventi poco efficaci
Rispondi Autore: Carmelo Catanoso - likes: 0
27/10/2023 (09:00:20)
Penso possa essere un bell'esempio di trasparenza vedere i i curricula di chi sta lavorando sull'Accordo: chi sono, cosa hanno fatto nella loro vita professionale, con chi l'hanno fatto, quali risultati hanno raggiunto, quale conoscenza hanno dei processi organizzativi, relazionali, produttivi, ecc. del mondo del lavoro, quale autorevolezza gli viene riconosciuta dagli addetti del settore, quale apporto concreto hanno dato al miglioramento della SSL con il loro lavoro, quali proposte innovative hanno prodotto, ecc..

Avremo qualche sorpresa?
Probabile.
Anzi, molto probabile.

Questo spiegherebbe perché, quella degli Accordi, è tutto meno che "Formazione".
Rispondi Autore: Roberto Cecchi - likes: 0
27/10/2023 (20:23:26)
Iniziamo a fare un po' di cose serie, dato che oggi la sicurezza giuslavoristica e contrattualistica ha fatto passi enormi ma resta sconosciuta. Per tutti gli edili (e sono numeri enormi) rispettiamo i CCNL di settore con ente bilaterale cassa edile ed ente di formazione scuola edile. Già sarebbe un bel passo in avanti.
Rispondi Autore: Cimmino giuseppe - likes: 0
27/10/2023 (22:17:44)
Buona sera io faccio lrs in teatro e mi scontro sempre con la direzione perché i corsi di formazione sono privi di prova pratica e valutazione della prova di ogni lavoratore coinvolto come già diceva qualcuno la teoria serve ma da sola no e come se io facessi l' esame di teoria della patente e non faccio l' esame di guida e i nostri datori di lavoro ci danno degli attestati di formazione di sicurezza senza aver fatto la prova pratica e nessun addestramento compreso i lavori in quota ti fanno vedere come si indossa una imbracatura ma non ti formano come si usa un ponteggio fisso e mobile e ti dicono che sei formato e devi salire in quota fanno lavorare i lavoratori senza rispettare nessuna norma di sicurezza e io ho denunciato la direzione ma una noce in un sacco non fa rumore ci vogliono controlli sui luoghi di lavoro
Rispondi Autore: MARIO ROSSI - likes: 0
03/11/2023 (09:21:11)
SI caro Giuseppe RLS, ma chiedo: quante ore di corso ai fatto? da una mia indagine personale la media è di quattro!!!!!!!! come e quante volte intervieni e fai in modo di risolvere? se vuoi possiamo approfondire Buon Lavoro cordialità
mariorossi 3383423285

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