Storie di infortunio: Pronti, a posto, via
Presentiamo la storia intitolata "Pronti, a posto, via", curata da Andrea Mecca, servizio Spresal della ASL Torino.
Questa storia fa parte del repertorio delle Storie d'infortunio, redatte dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi. Queste storie sono basate sulle indagini sugli incidenti e sono raccolte nel sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors).
Capire le dinamiche degli incidenti non è sufficiente per cogliere appieno gli aspetti contestuali, in particolare quelli organizzativi, che spesso contribuiscono alle cause di un evento. Adottare un approccio basato sull'analisi dei casi, trasformando le indagini sugli incidenti in racconti narrati dagli operatori che hanno condotto l'inchiesta, può aiutare a comprendere i fattori che hanno determinato o perpetuato una situazione di rischio. In questo modo, è possibile formulare e condividere soluzioni preventive.
Pronti, a posto, via
Luogo: Piemonte
Comparto produttivo: edilizia
Esito: Federico, impiantista di 55 anni, ha subito lesioni multiple
Dove è avvenuto: in un cantiere allestito per l’ampliamento di un magazzinodi un’azienda. In particolare l’infortunato e il collega dovevano installare un impianto per il condizionamento d’aria (recuperatori di calore e batterie di climatizzazione).
Cosa si stava facendo: per poter installare l’impianto Federico, insieme al collega, erano saliti sulla copertura dell’ufficio appena costruito che si trovava a circa quattro metri di altezza. Quel giorno dovevano ripulire l’area di lavoro poiché avevano ultimato i lavori di installazione degli impianti termici e di condizionamento.
Descrizione dell’infortunio: durante l’attività di pulizia della copertura al termine delle attività di cantiere, Federico, nell’intento di buttare giù una pedana in legno, ha appoggiato la stessa sul corrente superiore del parapetto di protezione installato sulla copertura. Durante la spinta della pedana in legno, improvvisamente il corrente superiore del parapetto ha ceduto e Federico ha perso l’equilibrio, cadendo dalla copertura insieme alla pedana.
Raccomandazioni: l’infortunio non si sarebbe verificato verosimilmente se il parapetto fosse stato realizzato in conformità alle indicazioni previste dalla normativa; in particolare: “Sia i correnti che la tavola ferma piede devono essere applicati dalla parte interna dei montanti”. Inoltre, una corretta programmazione delle attività di cantiere, avrebbe potuto prevedere l’installazione e l’utilizzo di argani o sollevatori dedicati per il trasporto a terra del materiale di risulta, evitando quindi il “lancio” a terra dei materiali ingombranti. In ogni caso il parapetto avrebbe dovuto essere verificato dal responsabile della sicurezza del cantiere (es. coordinatore, datore di lavoro).
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Fonte: Dors