Storie di infortunio: maledetta solitudine
Pubblichiamo la storia “Maledetta solitudine” (a cura di Domenico Maiullari, Oscar Salvadore Servizio PreSAL della Asl AT) tratta dal repertorio delle “Storie d'infortunio” rielaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, e raccolte nel sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte ( Dors).
La conoscenza delle dinamiche infortunistiche non è sufficiente per comprendere aspetti di contesto, in particolare quelli organizzativi, che sempre più frequentemente ricorrono tra le cause di un evento. Un approccio basato sullo studio di caso, che trasformi le inchieste infortuni in “storie” narrate dagli operatori che hanno svolto l’indagine, può consentire la comprensione dei fattori che hanno indotto il realizzarsi o il permanere di una situazione di rischio permettendo la formulazione e condivisione di soluzioni preventive.
Comparto produttivo: alimentare
Esito
Un lavoratore ha perso la vita per asfissia a causa dell’elevata quantità di azoto presente all'interno di un'autoclave, utilizzata per la fermentazione del vino, nella quale si era introdotto per pulirla manualmente.
Dove è avvenuto
In una cantina vitivinicola di piccole dimensioni che si occupa di produzione e vendita di vini e spumanti di qualità nell’area dedicata alla fermentazione del vino.
Cosa si stava facendo
Massimo, l’infortunato, era rimasto da solo e doveva pulire l’autocisterna usata per la fermentazione del vino che, dopo il filtraggio, era stato trasferito in un’altra cisterna.
Descrizione infortunio
Per eseguire questa operazione, dopo aver immesso aria compressa, ha attivato l’idropulitrice ed è entrato con la lancia in mano nell'autoclave da un'apertura ovale definita “a passo d'uomo” di piccole dimensioni; una volta all'interno, ha perso i sensi a causa dell' atmosfera asfissiante satura di azoto e non è più riuscito ad uscire per mettersi in salvo.
Come prevenire
È necessario:
- programmare le operazioni di pulizia e usare l’attrezzatura adatta presente in azienda che non prevedeva che il lavoratore entrasse nella cisterna;
- non lasciare un unico lavoratore all'interno dell'azienda oltre l'orario lavorativo considerata la tipologia di attività;
- intervenire in maniera più incisiva per impedire al lavoratore questa pratica scorretta presumiblimente già adottata in altre occasioni.
DORS – Storia di infortunio “Maledetta solitudine”
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Rispondi Autore: Federico Trolese - likes: 0 | 24/12/2020 (07:13:46) |
Trattasi di attività in spazi confinati per definizione, applicando le disposizioni per lavorare in tali ambienti si sopperisce inevitabilmente al così detto lavoro solitario |