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Storie di infortunio: la striscia invisibile

Storie di infortunio: la striscia invisibile
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Infortuni sul lavoro

01/02/2023

La storia di un infortunio accaduto in un magazzino dove un lavoratore è stato investito da un muletto: come è avvenuto l’incidente, le cause e come si sarebbe potuto evitare.

Pubblichiamo la storia “La striscia invisibile” (A cura di Alessandro Sansonna, Valeria Filardo, Servizio PSAL Asl NO) tratta dal repertorio delle “Storie d'infortunio” rielaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, e raccolte nel sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors).

La conoscenza delle dinamiche infortunistiche non è sufficiente per comprendere aspetti di contesto, in particolare quelli organizzativi, che sempre più frequentemente ricorrono tra le cause di un evento. Un approccio basato sullo studio di caso, che trasformi le inchieste infortuni in “storie” narrate dagli operatori che hanno svolto l’indagine, può consentire la comprensione dei fattori che hanno indotto il realizzarsi o il permanere di una situazione di rischio permettendo la formulazione e condivisione di soluzioni preventive. 

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La striscia invisibile

Luogo
: Piemonte


Comparto produttivo
: produzione prodotti per la cura della persona


Esito:
 Franco, un impiegato dell’ufficio spedizioni, ha perso il piede sinistro.

Dove è avvenuto: L’incidente è accaduto nel magazzino di una ditta specializzata nella produzione di prodotti per la cura della persona.


Cosa si stava facendo: 
Franco si trovava nella zona merci per la verifica dei bancali in partenza ed in transito.


Descrizione infortunio
Un collega che era alla guida di un carrello elevatore caricava dei pallets a bordo di un mezzo. Dopo aver depositato un bancale sul pianale del rimorchio usciva in retro marcia svoltando verso sinistra. Franco che si trovava sulla traiettoria, è stato investito dal muletto che, con le ruote posteriori, gli ha schiacciato il piede sinistro.


Come prevenire
:

Il datore di lavoro doveva tenere conto dell’uso promiscuo delle aree di lavoro da parte di mezzi e pedoni e predisporre un piano della viabilità aziendale che definisca le regole di circolazione in uso nei reparti e nelle aree esterne dell’Azienda e che stabilisca le misure organizzative e procedurali sufficienti a garantire la sicurezza dei lavoratori rispetto ai rischi connessi con l’uso dei carrelli elevatori  e di tutti gli altri mezzi di trasporto (transpallet, auto, camion, ecc.).

Tra le varie indicazioni il piano deve prevedere:

  • lo stato della pavimentazione e della sua manutenzione deve essere tale da evitare buche o avvallamenti pericolosi per la stabilità del mezzo e del carico;
  • la segnaletica e cartellonistica, ovvero una chiara segnaletica che permetta di interpretare chiaramente la viabilità aziendale;
  • informazioni sulla presenza di pericoli generici e particolari connessi alla viabilità” (ad esempio: prevedere la separazione delle corsie di marcia, evidenziare i luoghi di stoccaggio delle merci, di passaggio dei carrelli e dei pedoni; utilizzare la segnaletica verticale per evidenziare le condizioni di “pericolo, indicazione, prescrizione”; evidenziare gli attraversamenti pedonali, gli STOP, eventuali pericoli particolari e ostacoli…);
  • spazi riservati alle merci che devono essere stoccate in aree allo scopo dedicate, in modo da lasciare sempre sgombri i pavimenti ed i passaggi per la circolazione dei pedoni e dei mezzi di trasporto sulle rispettive vie di circolazione;
  • le corsie riservate ai carrelli ed ai pedoni, al fine di evitare il più possibile le ‘interferenze’ ed i relativi rischi di investimento; la necessità di tracciare i relativi attraversamenti, coerenti e funzionali alle reali necessità di spostamento delle persone in azienda;
  • uscite dai luoghi distinte e protette, per carrelli e pedoni;
  • le misure di prudenza necessarie (velocità ridotte dei mezzi, uso di specchi nei punti critici e negli incroci tra le corsie e presso le uscite, ecc.) per tutte le altre aree dove la distinzione tra pedoni e mezzi non è tecnicamente realizzabile;
  • protezione delle aree di sosta e ristoro (distributori di bevande, ecc.) con barriere idonee;
  • l’ubicazione delle uscite di sicurezza e le procedure in uso per garantire sempre che le uscite di sicurezza siano tenute sgombre da intralci ed apribili; i relativi percorsi di esodo devono anch’essi essere liberi e accessibili;
  • le misure organizzative per la possibile presenza, sui luoghi di transito e di manovra, di terze persone (autisti, fornitori, clienti, ecc.) che devono essere anch’esse tutelate;
  • l’informazione ai lavoratori del contenuto del “piano di circolazione interna Aziendale” di cui va lasciata traccia;
  • procedure di controllo aziendali per la vigilanza sul rispetto concreto delle procedure di sicurezza elaborate nel piano della viabilità individuando, con apposita procedura formalizzata, un incaricato al controllo periodico frequente (es. un preposto/capo magazziniere).

Leggi la storia completa

Fonte: Dors


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Pubblica un commento

Rispondi Autore: Roberto Pellegrini - likes: 0
01/02/2023 (09:46:19)
Tutte giuste le indicazioni riportate. A mio modesto avviso per evitare incidenti e infortuni, manca lo strumento più importante, vale a dire il rilevatore bluetooth a distanza il quale blocca il carrello nelle vicinanze di un ostacolo. Purtroppo tale strumento non è ancora reso obbligatorio in tutta la logistica, solo poche aziende, quelle più sensibili lo hanno addottato con eccellenti risultati.
Rispondi Autore: raffaele scalese - likes: 0
01/02/2023 (12:21:58)
Assolutamente condividibile il commento di Roberto Pellegrini.
Tutte le regole, segnali, procedure, indumenti ad alta visibilità ecc ecc servono solo a poter dimostrare di avere fatto abbastanza (evidentemente non TUTTO in caso di incidente)
Ben vengano le moderne apparecchiature tipo rilevatore bluetooth a distanza sia uomo /carrello e sia carrello/ carrello.
Purtroppo il costo è ancora piuttosto elevato.
Una proposta: perchè non inserire tali dispositivi nei RES ? (requisiti essenziali di sicurezza).
Laciando ai DL il solo onere di acquisto del nr necessario dei trasponder nel caso di uomo/carrello.
Naturalmente nell'obbligo di installazione dovrebbe essere definito anche il protocollo di trasmissione del segnale onde prevenire "deriva" per cui ciascun costruttore poi faccia il suo e carrelli di diversa marca non colloquiano più fra di loro.
A chi è ancora scettico o perplesso mi permetto di ricordare le cinture di sicurezza...
sia in auto che sui carrelli ....

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