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Una Legge 626 a misura di PMI
Si è svolto a Sirmione del Garda (BS) il Convegno nazionale di Confartigianato "Proposte per migliorare la legislazione sulla sicurezza del lavoro per una prevenzione efficace degli infortuni", nel corso del quale l'associazione ha presentato la sua proposta di modifica al D.Lgs. 626/94 e si è confrontata con rappresentati del ministero del Welfare, di Confidustria, dell'Inail, della Cisl e delle Regioni.
Il settore artigianale, ha rilevato il presidente di Confartigianato Luciano Petracchi, è il comparto che più di ogni altro ha subito impatti in seguito all'entrata in vigore del D.Lgs 626/94.
La struttura della norma infatti ha preso ad esempio la grande impresa, che per fare fronte agli adempimenti previsti ha maggiori disponibilità tecniche ed economiche.
Un aspetto rilevato anche dal sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, che ha sottolineato come anche la Direttiva europea recepita dal D.Lgs. 626/94 abbia commesso lo stesso errore, cioè di essere tarata sulla grande impresa strutturata.
Sacconi ha ricordato che il Parlamento ha conferito al Governo la Delega per redigere il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro. Un provvedimento che darà organicità alla materia, rendendola più semplice e chiara, e per produrre il quale sarà attivato dialogo sociale ed istituzionale.
E' necessario gestire la materia "per obiettivi piuttosto che per regole", ha affermato Sacconi, riprendendo quanto detto dal compianto Biagi.
Non deve essere mai perso di vista l'obiettivo per cui le regole sono state dettate.
La proposta di Confartigianato è stata illustrata dal dott. Russomanno che ha coordinato il gruppo di lavoro di modifica del D.Lgs.626.
"Dare meno forma e più sostanza", questo lo slogan coniato da Confartigianato per sintetizzare la sua proposta che si prefigge i seguenti obiettivi:
-aggiornare e razionalizzare il testo, alla luce dell'esperienza di anni di applicazione;
-semplificare la norma, senza renderla inefficace, riducendo gli obblighi e gli adempimenti inutili;
-migliorare ed estendere la tutela della salute e della sicurezza.
Tra le proposte di Confartigianato compare l'abolizione degli attuali dodici adempimenti cartacei a carico degli imprenditori, tutti gli adempimenti documentali in azienda dovebbero essere contenuti e raccolti nel documento di valutazione del rischio, che dovrebbe divenire un vero e proprio strumento di lavoro per l'imprenditore.
Il documento, esteso a tutte le imprese, deve essere redatto rispettando i principi di semplicità, brevità e comprensibilità.
Le inadempienze formali del documento (non riscontrate nella realtà dei fatti) non devono costituire prova o dichiarazione di consapevolezza.
Confartigianato riconosce l'importanza della formazione dei lavoratori al fine di realizzare una prevenzione efficace. Per "razionalizzare" gli interventi formativi, Confartiginato propone l'introduzione del "Libretto della informazione e della formazione" in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
E' un documento che è pensato come accompagnamento del lavoratore durante tutta la sua vita lavorativa e dovrebbe certificare i percorsi formativi ed informativi effettuati, anche per evitare che la formazione sia "duplicata" o che se ne perda traccia.
Confartigianato propone inoltre l'introduzione dell'Agenzia Nazionale per la Salute e la Sicurezza sui luoghi di lavoro (articolata in una sede nazionale e in sedi regionali e provinciali) al fine di unificare in un ente tutte le funzioni di controllo.
Nella proposta di modifica sono previste nuove opzioni per lo svolgimento dei compiti del servizio di prevenzione e protezione da parte del datore di lavoro e agevolazioni fiscali per gli imprenditori e i lavoratori autonomi che partecipino volontariamente a corsi di formazione alla sicurezza.
Il vicepresidente di Confindustria, Nicola Tognana, intervenuto al convegno, ritiene sia necessario creare un sistema capace di salvaguardare sia l'integrità fisica del lavoratore sia il fattore competitività.
Le imprese devono avere la consapevolezza che la prevenzione e la sicurezza-qualità migliorano la competitività, tuttavia gli oneri a carico delle imprese non dovrebbero essere talmente gravosi da andare a discapito della competitività.
Tognana auspica che il Governo traduca i principi della delega in norme funzionali per i lavoratori e per le imprese.
L'assessore alla regione Toscana ed il rappresentante della Cisl si sono trovati d'accordo sul fatto che la 626 debba essere rivista e riconoscono la validità di alcune proposte di Confartigianato, quali ad esempio l'istituzione del libretto di formazione, dell'importanza di unificare i controlli. Hanno tuttavia sottolineato che non si deve correre il rischio di nascondersi dietro allo slogan "semplificazione" e che è importante non arretrare rispetto al sistema di tutele per la sicurezza dei lavoratori, non scambiando per pratiche burocratiche l'attenzione ai comportamenti sicuri che divengono parte costitutiva del modo di produrre.
I relatori intervenuti al Convegno si sono trovati tutti concordi sul fatto che le piccole e medie imprese debbano essere sostenute, anche con incentivi, e che sia necessario un riordino dell'attività ispettiva, non secondo una logica repressiva, ma prevenzionale.
A tale proposito, il Direttore Centrale della prevenzione Inail, Mauro Fanti, ha ricordato i finanziamenti destinati dall'Istituto alle piccole e medie imprese in particolare per la formazione in tema di sicurezza.
Il dott. Fanti ha sottolineato che, chiara la necessità di un aggiornamento della 626/94, non bisogna dimenticare che dopo l'entrata in vigore del decreto si è assistito negli anni ad un progressivo calo degli infortuni. Ma un milione di infortuni sul lavoro in un anno sono ancora troppi...
(Per un approfondimento: il testo completo della proposta di modifica presentata da Confartigianato e le slides del convegno saranno a breve pubblicate su PuntoSicuro)
Il settore artigianale, ha rilevato il presidente di Confartigianato Luciano Petracchi, è il comparto che più di ogni altro ha subito impatti in seguito all'entrata in vigore del D.Lgs 626/94.
La struttura della norma infatti ha preso ad esempio la grande impresa, che per fare fronte agli adempimenti previsti ha maggiori disponibilità tecniche ed economiche.
Un aspetto rilevato anche dal sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, che ha sottolineato come anche la Direttiva europea recepita dal D.Lgs. 626/94 abbia commesso lo stesso errore, cioè di essere tarata sulla grande impresa strutturata.
Sacconi ha ricordato che il Parlamento ha conferito al Governo la Delega per redigere il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro. Un provvedimento che darà organicità alla materia, rendendola più semplice e chiara, e per produrre il quale sarà attivato dialogo sociale ed istituzionale.
E' necessario gestire la materia "per obiettivi piuttosto che per regole", ha affermato Sacconi, riprendendo quanto detto dal compianto Biagi.
Non deve essere mai perso di vista l'obiettivo per cui le regole sono state dettate.
La proposta di Confartigianato è stata illustrata dal dott. Russomanno che ha coordinato il gruppo di lavoro di modifica del D.Lgs.626.
"Dare meno forma e più sostanza", questo lo slogan coniato da Confartigianato per sintetizzare la sua proposta che si prefigge i seguenti obiettivi:
-aggiornare e razionalizzare il testo, alla luce dell'esperienza di anni di applicazione;
-semplificare la norma, senza renderla inefficace, riducendo gli obblighi e gli adempimenti inutili;
-migliorare ed estendere la tutela della salute e della sicurezza.
Tra le proposte di Confartigianato compare l'abolizione degli attuali dodici adempimenti cartacei a carico degli imprenditori, tutti gli adempimenti documentali in azienda dovebbero essere contenuti e raccolti nel documento di valutazione del rischio, che dovrebbe divenire un vero e proprio strumento di lavoro per l'imprenditore.
Il documento, esteso a tutte le imprese, deve essere redatto rispettando i principi di semplicità, brevità e comprensibilità.
Le inadempienze formali del documento (non riscontrate nella realtà dei fatti) non devono costituire prova o dichiarazione di consapevolezza.
Confartigianato riconosce l'importanza della formazione dei lavoratori al fine di realizzare una prevenzione efficace. Per "razionalizzare" gli interventi formativi, Confartiginato propone l'introduzione del "Libretto della informazione e della formazione" in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
E' un documento che è pensato come accompagnamento del lavoratore durante tutta la sua vita lavorativa e dovrebbe certificare i percorsi formativi ed informativi effettuati, anche per evitare che la formazione sia "duplicata" o che se ne perda traccia.
Confartigianato propone inoltre l'introduzione dell'Agenzia Nazionale per la Salute e la Sicurezza sui luoghi di lavoro (articolata in una sede nazionale e in sedi regionali e provinciali) al fine di unificare in un ente tutte le funzioni di controllo.
Nella proposta di modifica sono previste nuove opzioni per lo svolgimento dei compiti del servizio di prevenzione e protezione da parte del datore di lavoro e agevolazioni fiscali per gli imprenditori e i lavoratori autonomi che partecipino volontariamente a corsi di formazione alla sicurezza.
Il vicepresidente di Confindustria, Nicola Tognana, intervenuto al convegno, ritiene sia necessario creare un sistema capace di salvaguardare sia l'integrità fisica del lavoratore sia il fattore competitività.
Le imprese devono avere la consapevolezza che la prevenzione e la sicurezza-qualità migliorano la competitività, tuttavia gli oneri a carico delle imprese non dovrebbero essere talmente gravosi da andare a discapito della competitività.
Tognana auspica che il Governo traduca i principi della delega in norme funzionali per i lavoratori e per le imprese.
L'assessore alla regione Toscana ed il rappresentante della Cisl si sono trovati d'accordo sul fatto che la 626 debba essere rivista e riconoscono la validità di alcune proposte di Confartigianato, quali ad esempio l'istituzione del libretto di formazione, dell'importanza di unificare i controlli. Hanno tuttavia sottolineato che non si deve correre il rischio di nascondersi dietro allo slogan "semplificazione" e che è importante non arretrare rispetto al sistema di tutele per la sicurezza dei lavoratori, non scambiando per pratiche burocratiche l'attenzione ai comportamenti sicuri che divengono parte costitutiva del modo di produrre.
I relatori intervenuti al Convegno si sono trovati tutti concordi sul fatto che le piccole e medie imprese debbano essere sostenute, anche con incentivi, e che sia necessario un riordino dell'attività ispettiva, non secondo una logica repressiva, ma prevenzionale.
A tale proposito, il Direttore Centrale della prevenzione Inail, Mauro Fanti, ha ricordato i finanziamenti destinati dall'Istituto alle piccole e medie imprese in particolare per la formazione in tema di sicurezza.
Il dott. Fanti ha sottolineato che, chiara la necessità di un aggiornamento della 626/94, non bisogna dimenticare che dopo l'entrata in vigore del decreto si è assistito negli anni ad un progressivo calo degli infortuni. Ma un milione di infortuni sul lavoro in un anno sono ancora troppi...
(Per un approfondimento: il testo completo della proposta di modifica presentata da Confartigianato e le slides del convegno saranno a breve pubblicate su PuntoSicuro)
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