Formazione alla sicurezza: le attività di apprendimento all’aperto
Brescia, 5 Giu – Come definito nel D.Lgs. 81/2008, la formazione è un processo educativo mediante il quale le conoscenze e le procedure utili allo svolgimento in sicurezza del lavoro e all’identificazione, riduzione e gestione dei rischi vengono trasferite ai lavoratori e agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale. Tuttavia questo trasferimento di conoscenze e procedure non sempre si tramuta in una reale e duratura consapevolezza dei rischi e delle modalità di affrontarli.
Per questo motivo nel mondo della formazione, anche per quanto riguarda il tema della sicurezza, sono state utilizzate anche nuove metodologie di apprendimento che si basano, ad esempio, sulle teorie dell’apprendimento esperienziale (ELT - Experiential Learning Theory), dove l’apprendimento è concepito come un “processo” e la formazione “deve diventare un modo di coinvolgere gli alunni attraverso una continua ricostruzione delle esperienze vissute, affinché il processo e gli obiettivi educativi diventino un tutt’uno”.
A segnalarlo e a fornire informazioni su varie differenti tecniche di formazione esperienziale è una tesi - dal titolo “ La formazione esperienziale come strumento per la sicurezza sul lavoro” - realizzata nell’anno accademico 2016/2017 da Giulia Marcandelli per il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale ( Università degli Studi di Brescia - Dipartimento di ingegneria meccanica e industriale).
Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:
Executive Outdoor Training
Dopo esserci soffermati in un precedente articolo (“ Le metodologie di apprendimento e la formazione attraverso il gioco”) sulle tecniche relative al role playing e al business game, cioè sulle tecniche di formazione attraverso il gioco, presentiamo oggi una tecnica di formazione (Executive Outdoor Training) che si contraddistingue per la partecipazione dei soggetti ad attività di apprendimento all’aperto.
Nella tesi si indica che in questo strumento di formazione “outdoor” è prevista la presenza di un trainer che “guida e gestisce il gruppo di lavoro, favorendo l’attività formativa ed educativa”. E al termine dell’esperienza spesso “viene eseguita una fase di debriefing” che consente agli individui di estrapolare utili aspetti applicativi adatti al proprio contesto lavorativo.
La tesi ricorda alcuni punti chiave di tale approccio, in alcuni casi individuabili anche negli altri che si basano sull’utilizzo della formazione esperienziale:
- “l’importanza data al lavoro di gruppo e alla fiducia reciproca,
- la possibilità di imparare divertendosi,
- il ruolo centrale ricoperto dai partecipanti,
- la ricerca di stimoli continui per il raggiungimento di risultati sempre più soddisfacenti”.
Tuttavia ciò che caratterizza questa tecnica, distinguendola dalle altre, è “l’ambientazione in contesti e situazioni inusuali rispetto a quelle tradizionali, al di fuori del quotidiano ambiente di lavoro”.
Gli obiettivi formativi
Uno dei cardini della tecnica presentata è l’idea che “l’attività, che viene svolta all’aria aperta e in interazione con il contesto, diventi funzionale per lo sviluppo delle potenzialità del gruppo e per far emergere particolari abilità e/o comportamenti dei membri che ne fanno parte”.
La tecnica, continua la tesi, prevede la successione di tre processi:
- processo di azione, “in cui i partecipanti affrontano attività nuove in contesti inusuali,
- processo di rielaborazione, attraverso il quale ogni soggetto riflette su quanto appena svolto,
- processo di creazione di modelli mentali, mediante cui i partecipanti creano degli schemi orientativi da utilizzare nel contesto lavorativo”.
Inoltre è possibile “distinguere, a seconda del diverso livello di complessità, quattro tipologie di formazione outdoor:
- Outdoor Small Techniques (OST), “che consistono in esercitazioni di breve durata (15- 30 min), che non necessitano di particolare attrezzatura per lo svolgimento. Per esempio, spesso sono utilizzati durante le fasi iniziali di un lavoro di gruppo, come strumento attraverso cui i partecipanti prendono confidenza iniziando a conoscersi.
- Campi Outdoor Preimpostati (COP), ossia attività della durata di circa 30-60 minuti, svolte in postazioni stabili adeguatamente attrezzate. Rientrano in questa categoria tutte quelle attività dinamiche che comportano la partecipazione a giochi e percorsi avvincenti, che hanno il vantaggio di essere fortemente coinvolgenti, ma lo svantaggio di essere poco flessibili e quindi utilizzabili solo per obiettivi didattici precisi.
- Outdoor Training (OT), percorsi formativi di lunga durata (2/5 giorni full time) che generalmente coinvolgono gruppi di 5-10 persone e, talvolta, anche gruppi più numerosi, suddivisibili in sottogruppi di dimensioni più ridotte. I partecipanti prendono parte a percorsi in cui si alternano attività di moto e momenti di riflessione. Rispetto alle due tecniche precedenti l’esercitazione attiva acquisisce minor rilevanza a favore dei momenti di riflessione.
- Outdoor Training Evoluto o Outdoor Management Training (OMT), che indica una metodologia utilizzata per la formazione di tipo manageriale e che si basa sull’integrazione tra tecniche di outdoor training con altri strumenti che garantiscono maggiore incisività e accuratezza”.
A titolo esemplificativo si segnala che la realizzazione di un OMT “prevede più fasi:
- Pre-analisi, mediante cui sono definiti gli obiettivi formativi.
- Progettazione, per definire le operazioni nello specifico.
- Attività outdoor.
- Analisi dei risultati, attraverso la rielaborazione del materiale raccolto.
- Work-shop di follow-up, per riflettere su quanto vissuto.
- Definizione dei piani individuali di sviluppo delle competenze specifiche.
La realizzazione dell’outdoor training
Si ricorda che l’outdoor training necessita di una progettazione e una attuazione piuttosto complesse che “richiede la presenza di professionalità di una certa rilevanza, che siano in grado di cogliere le esigenze formative dei soggetti per individuare le attività più indicate per le specifiche situazioni”. Inoltre, al di là delle figure professionali dal punto di vista della formazione, è necessario “anche uno staff che presidi la preparazione degli ambienti e delle attrezzature, il corretto svolgimento delle attività, la sicurezza dei partecipanti”.
Un altro ostacolo da affrontare in fase di pianificazione è la ricerca della giusta location: “per la corretta realizzazione delle attività formative è indispensabile, infatti, trovare la struttura che meglio si adegui alle esigenze del gruppo”.
Infine, a livello di investimenti richiesti, si segnala che “alcune voci di costo da considerare per un’attività di outdoor training sono, per esempio, le attrezzature tecniche, che possono essere individuali o collettive, e che spesso possono anche essere noleggiate per poter ridurre i costi, le trasferte dei docenti e dei partecipanti, in quanto spesso le attività si svolgono in luoghi lontani rispetto a quello quotidiano di lavoro”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale della tesi che si sofferma su molte altre tecniche di formazione:
- business game;
- small techniques;
- brainstorming e narrazione autobiografica;
- serious game.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
“ La formazione esperienziale come strumento per la sicurezza sul lavoro”, tesi realizzata nell’anno accademico 2016/2017 da Giulia Marcandelli per il Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale - Università degli Studi di Brescia (formato PDF, 2.07 MB).
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Rispondi Autore: Rocco Vitale - likes: 0 | 06/06/2019 (18:36:54) |
premio tesi di laurea della Fondazione AIFOS |