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Industria meccanica: i rischi dell’addetto al forno e al taglio a caldo
Roma, 24 Nov – Nell’industria meccanica l’addetto al forno e al taglio a caldo è il lavoratore specializzato nella gestione del forno di riscaldo e del successivo taglio del materiale da stampare. L’addetto svolge una serie di compiti correlati a questo lavoro: ad esempio il caricamento del forno mediante apparecchio di sollevamento, la regolazione e il controllo del forno. Benché la lavorazione sia completamente meccanizzata, non è tuttavia esente da rischi.
Per conoscere questi rischi e avere informazioni sulla tutela della sicurezza e salute degli addetti al forno e al taglio a caldo, possiamo presentare una scheda correlata alla ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”.
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Nella scheda “S.P.R.7_Addetto al forno e al taglio a caldo”, si indicano innanzitutto i fattori di rischio connessi alla professione.
L’addetto al forno può essere infatti:
- “soggetto a caduta o scivolamento in piano”;
- “soggetto a caduta dall’alto durante il raggiungimento di postazioni di lavoro in quota”;
- “vittima di urti, tagli e schiacciamenti durante l’operazione di imbracatura dei carichi da movimentare (barre da laminare), o mentre libera gli stessi dall’imbracatura una volta che ha completato la movimentazione”;
- “può essere investito dai carichi (barre da laminare) durante la loro movimentazione”;
- “può essere esposto a fonti di calore e relativi sbalzi termici, in particolare nella stagione estiva come in quella invernale”;
- “può essere esposto a livelli di rumore prodotto principalmente dalle macchine/impianti e attrezzature di lavoro impiegate o presenti nell’area di lavoro e nelle aree limitrofe”;
- “può essere esposto alle radiazioni ottiche provenienti dalle barre incandescenti che fuori escono dal forno e si immettono sulla linea di laminazione”.
Queste le principali attrezzature/macchine/impianti utilizzati nel processo di lavoro:
apparecchio di sollevamento (carroponte o carrello elevatore); accessori per imbracatura (catene, fasce, funi); scale metalliche portatili; caricatore del forno.
Veniamo ora brevemente ai rischi di infortunio dell’attività:
- cadute al piano: pavimentazione sconnessa, superfici scivolose; presenza di ingombri ed ostacoli; mancanza di visibilità per illuminazione insufficiente (contusioni, fratture, abrasioni, ferite);
- cadute dall’alto durante l’imbracatura dei carichi (contusioni, fratture, abrasioni, ferite);
- caduta materiale: carico e scarico dei materiali in arrivo ed in consegna; strutture inadeguate allo stoccaggio; trasferimento dei materiali ai reparti e interferenza fra le lavorazioni; attrezzaggio impianti e macchine e manutenzioni (schiacciamento, contusioni, fratture, ferite,ecc.);
- investimenti o possibili incidenti tra mezzi in movimento all’interno e all’esterno;
- contatto con organi in movimento (tagli, ferite, abrasioni, schiacciamento);
- contatto con parti ad elevata temperatura (traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni del corpo);
- proiezioni di materiali ( lesioni agli occhi, traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni del corpo);
- presenza di sostanze e materiali potenzialmente comburenti, infiammabili, esplosivi o di macchine e attrezzature alimentate con sostanze le stesse (incendi ed esplosioni che possono portare a lesioni gravi dell’operatore)
- contatto con apparecchiature elettriche difettose, cavi, ecc. (elettrocuzione e/o ustioni)
- esposizione a livelli di rumore eccessivo prodotto principalmente dalle attrezzature meccaniche, a cui si somma quello di fondo dovuto a impianti in genere” ( effetti uditivi e
extrauditivi);
- “esposizione a vibrazioni sistema mano-braccio: utilizzo di utensili di tipo percussorio (avvitatori, cesoie,ecc.); utilizzo di utensili di tipo rotativo (levigatrici, smerigliatrici, ecc.)” (sindrome da vibrazioni mano-braccio);
- esposizione a vibrazioni corpo intero: trasmesse dalle attrezzature al suolo; attività svolta a bordo di sistemi di trasporto; attività svolta a bordo di sistemi di movimentazione (disturbi e lesioni a carico del rachide lombare, alterazioni del distretto cervico-brachiale, apparato gastroenterico, sistema venoso periferico, apparato riproduttivo femminile);
- esposizione a Radiazioni Elettromagnetiche (CEM) (...);
- esposizione a Radiazioni Ottiche Artificiali (lesioni agli occhi e lesioni alla cute);
- microclima (sbalzi di temperatura: stress termico);
- esposizione a sostanze o preparati potenzialmente pericolosi per la salute e/o per la sicurezza dell’operatore” (...);
- esposizione a polveri metalliche inalabili potenzialmente pericolose;
- utilizzo di olii minerali (Se contengono IPA: cancerogeni. Se contengono dietanolammina, durante l’utilizzo è possibile la formazione di N-Nitrosodietanolammina: cancerogena. Se nella formulazione iniziale contengono battericidi ed antifungini, qualora tali sostanze vengono consumate può svilupparsi una flora batterica pericolosa: dermatiti, allergie, patologie respiratorie);
- esposizione a prodotti della combustione (composti volatili vari e ossido di carbonio) in seguito al riscaldamento del pezzo da lavorare (intossicazione acuta o cronica, dermatosi, cancerogenesi);
- non è previsto “uso deliberato dell’agente biologico”. Esposizione a spore tetaniche in caso di presenza di ferite o lesioni sull’epidermide dell’operatore durante la manipolazione di materiali metallici;
- movimentazione manuale dei carichi (disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico);
- posture incongrue – sforzi eccessivi (disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico);
- movimenti ripetitivi (disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico);
- stress lavoro-correlato dovuto a possibili turni di lavoro, microclima, carico di lavoro;
- lavoratori stranieri;
- disagio e problemi di natura psicologica causati da indumenti e calzature di protezione indossati per lunghi periodi”.
Rimandando ad una lettura completa della scheda, che riporta le misure di prevenzione più indicate per i vari fattori di rischio e un approfondimento sugli apparecchi di sollevamento, ci soffermiamo molto brevemente sulla prevenzione del lavoro ripetitivo.
La scheda segnala che se dalla valutazione dei rischi risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure:
- “adottare interventi a livello strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la compressione degli arti superiori e l’uso della forza: interventi sul lay-out, ergonomia postazione di lavoro, ergonomia attrezzature;
- interventi a livello organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei gestilavorativi e la carenza dei tempi di recupero: ritmi, pause, rotazione delle mansioni”.
Concludiamo ricordando le “procedure gestionali fondamentali” riportate nella scheda:
- “valutazione del rischio specifica per valutare l’entità dell’esposizione;
- formazione/informazione ed eventuale addestramento;
- sorveglianza sanitaria svolta dal medico competente nominato;
- prevedere specifiche procedure o istruzioni operative per svolgere l’attività;
- i luoghi di lavoro in cui le lavorazioni comportano un'esposizione al rischio sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente delimitati per regolarne l'accesso;
- proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali;
- programmazione dell’attività lavorativa dal punto di vista tecnico/organizzativo che tenga conto della comprensione delle procedure e istruzioni da parte dei lavoratori stranieri;
- prevedere pause frequenti con cambio di attività”.
Profili di rischio nei comparti produttivi, “ S.P.R.7_Addetto al forno e al taglio a caldo”, Inail/exIspesl (formato PDF, 196 kB).
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RTM
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