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Contributi per la sicurezza in Toscana
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La sicurezza non si costruisce soltanto dall’alto, con le politiche nazionali, ma con interventi mirati sulle specifiche comunità locali.
Questo il principio espresso dal vicepresidente della Regione Toscana, Ferderico Gelli, illustrando lo stanziamento di fondi, destinati alle province toscane, per promuovere attività di documentazione, informazione, osservazione, ricerca, sostegno agli interventi delle amministrazioni locali sul terreno delle politiche per la sicurezza.
Ricerche e monitoraggi approfonditi potranno fornire una migliore conoscenza della realtà e, quindi, saranno in grado di orientare l’azione delle amministrazioni.
Lo stanziamento di 200mila euro è previsto da dieci protocolli d’intesa, siglati tra la Regione Toscana e le province.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
La sicurezza non si costruisce soltanto dall’alto, con le politiche nazionali, ma con interventi mirati sulle specifiche comunità locali.
Questo il principio espresso dal vicepresidente della Regione Toscana, Ferderico Gelli, illustrando lo stanziamento di fondi, destinati alle province toscane, per promuovere attività di documentazione, informazione, osservazione, ricerca, sostegno agli interventi delle amministrazioni locali sul terreno delle politiche per la sicurezza.
Ricerche e monitoraggi approfonditi potranno fornire una migliore conoscenza della realtà e, quindi, saranno in grado di orientare l’azione delle amministrazioni.
Lo stanziamento di 200mila euro è previsto da dieci protocolli d’intesa, siglati tra la Regione Toscana e le province.
I protocolli sono previsti nell’ambito della legge 38/2001 (“Interventi regionali a favore delle politiche locali per la sicurezza della comunità toscana”) che, appunto, impegna la Regione a sostenere gli interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza delle comunità locali, anche tramite intese, attività di assistenza tecnica e supporto economico.
“Siamo convinti - ha spiegato Gelli - che le comunità locali, cioè gli stessi cittadini, possano essere protagonisti di questo impegno, in un rapporto stretto con le istituzioni che li rappresentano. E’ la stessa filosofia che accompagna il nostro impegno per la diffusione in Toscana del modello di polizia di comunità”.
“Siamo convinti - ha spiegato Gelli - che le comunità locali, cioè gli stessi cittadini, possano essere protagonisti di questo impegno, in un rapporto stretto con le istituzioni che li rappresentano. E’ la stessa filosofia che accompagna il nostro impegno per la diffusione in Toscana del modello di polizia di comunità”.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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