
Imparare dagli errori: i rischi aggiuntivi in presenza di neve e ghiaccio

Brescia, 6 Mar – A comportare per i lavoratori, specialmente i lavoratori outdoor, specifici e ulteriori rischi connessi al clima, non sono solo le alte temperature estive e i problemi delle radiazioni solari, ma anche gli eventi, estremi o meno, connessi alla stagione invernale. Parliamo dei rischi connessi alle basse temperature o, più in generale, ai pericoli legati alla presenza nei luoghi di lavoro di neve e ghiaccio.
Torniamo dunque a parlare di eventi climatici, con particolare riferimento, ma non esclusivo, alle attività outdoor, attraverso la nostra rubrica “Imparare dagli errori”, dedicata alla presentazione di casi di infortuni professionali e di qualche suggerimento per la prevenzione. E iniziamo con la rubrica un breve viaggio connesso ad alcuni esempi incidenti che avvengono anche a causa della presenza di neve e ghiaccio.
Le dinamiche infortunistiche che presentiamo sono tratte dalle schede dell’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Questi gli argomenti trattati oggi:
- Esempi di infortuni avvenuti in presenza di neve e ghiaccio
- I rischi e i pericoli nei luoghi di lavoro con neve e ghiaccio
Esempi di infortuni avvenuti in presenza di neve e ghiaccio
Il primo caso riguarda l’infortunio di un antennista.
L’antennista, socio dell’impresa, viene contattato da una residente per stendere un preventivo relativo all'installazione di un’antenna TV nel fabbricato. Dopo aver appurato presso l’abitazione l’assenza di un cavo TV da utilizzare per il collegamento all'apparecchio televisivo, i due soci ispezionano le due scatole di derivazione esterne poste su una delle pareti della casa concordando di dover salire sul tetto per cercare il segnale. Ma la botola di ispezione del sottotetto è di dimensioni insufficienti per poter accedere e la finestratura/lucernario non è apribile per cui l’accesso al tetto viene effettuato esternamente all'edificio.
I due soci usano una loro scala di alluminio di circa 4,90 m, a 18 pioli sfilata per tutta la lunghezza, posizionata sul pavimento del cortile e appoggiata al tetto. La grondaia è posta a circa 4 m dal battuto di cemento che è privo di buche o avvallamenti. Mentre un socio è sul tetto, il secondo scende dalla scala. Nel scendere perde l’equilibrio e cade presumibilmente da un’altezza di almeno 2 metri, urtando contro la ringhiera del balconcino di ingresso e prima di impattare sul battuto di cemento.
Non solo la scala portatile non era stata assicurata al tetto e neppure a terra da parte del socio, ma nella zona di appoggio della scala “era depositata neve e ghiaccio, quest’ultimo si trovava anche sul canale di gronda su cui era appoggiata la scala”.
La scheda indica che “erano possibili altre scelte per accedere al tetto in sicurezza ma avrebbero avuto costi maggiori e tempi più lunghi: il ritardo di un’ora rispetto alla ‘tabella di marcia’ ha richiesto di velocizzare le operazioni”.
Questi i fattori causali rilevati:
- “L'infortunato utilizza la scala senza che sia vincolata in alcun modo”;
- “la scala a pioli non era attrezzatura adatta al lavoro da svolgere”;
- “presenza di: neve sulla pavimentazione su cui poggiano i montanti inferiori della scala e ghiaccio lungo la grondaia sulla quale sono appoggiati i montanti superiori”.
Nel secondo caso l’infortunio è relativo al capovolgimento di una trattrice.
Mentre sta percorrendo una capezzagna, una strada sterrata di servizio agli appezzamenti coltivati, in discesa e con terreno ghiacciato (pendenza di circa 30°), un lavoratore perde il controllo della trattrice che si rovescia compiendo un giro completo.
La trattrice era dotata di cintura di ritenzione e di arco abbattibile, ma al momento dell’infortunio non erano utilizzati.
Difficile valutare quanto il terreno ghiacciato e la velocità di discesa abbiano inciso sull'incidente o se l'evento sia da imputarsi al solo errore di manovra.
Questi i fattori causali indicati nella scheda:
- l'infortunato “perde il controllo della trattrice agricola e si capovolge”;
- “trattrice agricola con dispositivi di sicurezza (arco e cinture) elusi”;
- “presenza di ghiaccio su di una capezzagna in forte pendenza”.
I rischi e i pericoli nei luoghi di lavoro con neve e ghiaccio
Per raccogliere qualche informazione e suggerimento, anche se non in relazione ai casi di infortunio presentati, per le attività che si svolgono in presenza di neve e ghiaccio, si può fare riferimento a vari documenti presenti in rete.
Ad esempio, per accennare a vari rischi che porta con sé la stagione invernale, possiamo presentare una lista di controllo, dal titolo “ Pericoli invernali”, prodotta e aggiornata nel 2019 da Suva, Istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni.
Nella lista di controllo ci si chiede innanzitutto se si sanno “fronteggiare come si deve i pericoli invernali”. Infatti, come abbiamo indicato in premessa, l’inverno può comportare vari pericoli dovuti al freddo, alla neve, alle giornate brevi e alla diminuzione dell’illuminazione ed è importante riservare a questi pericoli la dovuta attenzione e provvedere a mettere in atto misure per eliminarli o ridurli.
Questi alcuni dei pericoli segnalati:
- “ghiaccio sulle vie di circolazione e sui posti di lavoro
- scarsa illuminazione
- freddo come minaccia per la salute delle persone durante il lavoro”.
Ad esempio, la lista di controllo si sofferma su alcuni rischi in materia di traffico e trasporto.
Si sottolinea che le vie di circolazione interne aziendali devono essere “libere da neve e ghiaccio o, in caso contrario, segnalate e sbarrate con cartelli di divieto d’accesso a persone e mezzi”. E le “superfici non resistenti alla rottura in corrispondenza alle vie di passaggio” devono essere individuabili nonostante la neve.
Inoltre sono a disposizione i mezzi e i materiali per lo sgombero della neve e per eliminare il pericolo di scivolamenti (sabbia, sale, pale per la neve, ecc.)?
Senza dimenticare che i veicoli, aziendali e privati, devono essere “equipaggiati come si deve per l’inverno” (pneumatici, catene per la neve, antigelo, illuminazione, ecc.).
Altre cose da controllare:
- “le vie di circolazione e i posti di lavoro sono adeguatamente illuminati?
- coloro che lavorano sulle strade sono ben visibili agli altri utenti della strada? Per esempio, grazie a indumenti con bande riflettenti.
- Le forche delle gru e dei carrelli elevatori sono assicurate contro lo scivolamento del carico (palette) e le forche delle palette sono prive di ghiaccio o neve?”
Rimandando ad un futuro approfondimento i suggerimenti per la prevenzione delle cadute in presenza di neve e ghiaccio, facciamo ora riferimento ad una presentazione redatta dall’Ing. Domenico Mannelli, dal titolo “ Il trattore. Sicurezza in agricoltura”, e presente sul sito dell’ Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Potenza.
Il documento presenta vari rischi in agricoltura e indica che “uno degli infortuni più gravi in agricoltura (spesso mortale), è il ribaltamento della trattrice agricola e il conseguente sbalzamento dell’operatore che, non trattenuto al posto di guida, finisce schiacciato dalla trattrice stessa”.
Dopo aver operato una distinzione tra cosa si intende per “ribaltamento” (“rotazione trasversale o longitudinale, o in una direzione combinata fra le due, superiore ai 90°”) e “rovesciamento” (“rotazione della trattrice inferiore ad un quarto di giro”) e parlando di roll bar, le slide indicano che per queste macchine il ribaltamento “può avvenire anche in pianura”.
Ad esempio per caratteristiche del terreno: “eccessiva pendenza, sconnesso, cedevole, bagnato, scivolamento lungo un argine, presenza di fossi, presenza di neve/ghiaccio, ecc”. Ma anche “per errore umano (scarsa formazione, stanchezza, calo di concentrazione, ecc.)”, “per errore di manovra con carichi sollevati, mancato rispetto della portata, carichi oscillanti, ecc.”, “per manovre effettuate ad alta velocità durante la circolazione stradale”.
A questo proposito si indica che l’allegato V del Decreto legislativo 81/2008 prevede che le attrezzature di lavoro mobili con lavoratore/i a bordo “devono limitare, nelle condizioni di utilizzazione reali, i rischi derivanti da un ribaltamento dell'attrezzatura di lavoro”. Ad esempio “mediante una struttura di protezione che impedisca all'attrezzatura di ribaltarsi di più di un quarto di giro ovvero mediante una struttura che garantisca uno spazio sufficiente attorno al lavoratore o ai lavoratori trasportati a bordo qualora il movimento possa continuare oltre un quarto di giro ovvero mediante qualsiasi altro dispositivo di portata equivalente”.
Sempre l’allegato V del Testo Unico prevede che: l’uso di queste strutture di protezione non è obbligatorio “se l'attrezzatura di lavoro è stabilizzata durante tutto il periodo d'uso, oppure se l'attrezzatura di lavoro è concepita in modo da escludere qualsiasi ribaltamento della stessa”. E se “sussiste il pericolo che in caso di ribaltamento, il lavoratore o i lavoratori trasportati rimangano schiacciati tra parti dell'attrezzatura di lavoro e il suolo, deve essere installato un sistema di ritenzione”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale dei documenti segnalati ricordando anche, per quanto riguarda gli incidenti con i trattori, i seguenti articoli:
- Imparare dagli errori: ancora sugli infortuni e i capovolgimenti dei trattori
- Imparare dagli errori: se nei trattori non si usa il sistema di ritenzione
- Imparare dagli errori: i rischi di ribaltamento con i trattori agricoli
- Imparare dagli errori: quando a ribaltarsi è un mezzo agricolo
Tiziano Menduto
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato – le schede di Infor.mo. 10531 e 17443 (archivio incidenti 2002/2022).
Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

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