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Imparare dagli errori: gli infortuni professionali nel lavoro a domicilio

Imparare dagli errori: gli infortuni professionali nel lavoro a domicilio
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

16/11/2023

Esempi di infortuni che avvengono in attività a domicilio. Il caso di lesioni da elettricità in un lavoro di stiratura svolto per un laboratorio di confezioni di capi di abbigliamento. La normativa e i rischi nel lavoro a domicilio.

Brescia, 16 Nov – I nostri articoli e diverse puntate della rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto degli infortuni professionali, si sono più volte soffermati in questi anni sulla sicurezza nelle lavorazioni tessili e nella confezione di capi di abbigliamento, con particolare attenzione ai rischi connessi alle attrezzature, macchine e impianti.

 

Abbiamo poi ricordato – nell’articolo “ Comparto tessile e lavoro a domicilio: la normativa e le tutele” – come nel settore delle confezioni di capi di abbigliamento, un settore importante nell’ambito delle imprese manifatturiere, sia molto diffuso anche il lavoro a domicilio. Nel lavoro a domicilio la prestazione lavorativa avviene nel domicilio del lavoratore, nei locali di cui il lavoratore ha disponibilità a qualsiasi titolo, anche con l’aiuto accessorio di membri della famiglia conviventi e a carico, ma con esclusione di manodopera salariata e apprendisti.

 

In questa attività – come segnalato nel documento “ ImpresaSicura_L’abbigliamento” - gli strumenti adoperati sono proprietà dei lavoranti a domicilio oppure forniti dallo stesso imprenditore che ne utilizza l’opera.

 

Partendo da questi presupposti e in relazione ai rischi connessi a queste attività, dedichiamo oggi una puntata della rubrica proprio al lavoro a domicilio raccogliendo - da INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – un caso di infortunio e approfondendo alcuni rischi lavorativi.

 

Questi gli argomenti trattati nell’articolo:


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Sicurezza Tessili - Categoria Istat: C - Attività Manifatturiere

 

Un infortunio professionale nel lavoro svolto a domicilio

Nel breve caso, esemplificativo, che presentiamo oggi, una lavoratrice sta effettuando, presso il proprio domicilio, un lavoro di stiratura collant con una specifica attrezzatura, stiratrice elettrica verticale a due piastre, fornita direttamente dal laboratorio di confezioni (committente).

L'apparecchiatura si trova in pessimo stato di manutenzione, il cavo di alimentazione di una delle due piastre “ha perso il proprio grado di isolamento ed ha portato a potenziale di fase la base metallica della macchina (su cui erano fissate le due piastre)”. Questa parte del telaio non è collegata a terra.

 

La lavoratrice durante le operazioni di stiratura inavvertitamente tocca la parte "in guasto" con il dorso del piede chiudendo il circuito di guasto con entrambe le mani che si trovano appoggiate alla piastra metallica di stiratura (massa correttamente collegate all'impianto di terra).

La scheda aggiunge “inoltre che, verosimilmente, durante il guasto non sia intervenuto in modo corretto il dispositivo differenziale posto a protezione dell'impianto elettrico dell'abitazione, a cui era collegata l'attrezzatura”.

 

I fattori causali individuati nella scheda:

  • l'infortunata “ha inavvertitamente toccato la parte in guasto dell'attrezzatura”;
  • “stiratrice elettrica difettosa per omessa manutenzione”.

 

Il lavoro a domicilio: la normativa e i rischi dei lavoratori

Per raccogliere informazioni e indicazioni sui rischi generali connessi al lavoro a domicilio facciamo riferimento al già citato documento “ ImpresaSicura_L’abbigliamento”, un documento correlato al progetto multimediale Impresa Sicura che - elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail - è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente come buona prassi.

 

Il documento segnala che nell’ordinamento italiano l’istituto del lavoro a domicilio è ancora regolato dalla Legge 18 dicembre 1973, n. 877Nuove norme per la tutela del lavoro a domicilio”, secondo cui il lavoratore a domicilio è “a tutti gli effetti un lavoratore subordinato, che svolge cioè la prestazione con lavoro proprio e di familiari senza l’ausilio di manodopera salariata. Lo stesso deve custodire il segreto sul modello di lavoro affidatogli, attenersi alle istruzioni dell’imprenditore riguardo l’esecuzione del lavoro e astenersi dall’eseguire lavori in proprio o per conto terzi in concorrenza col datore di lavoro”. Nell’articolo 2 della legge sono indicate le ipotesi in cui è vietato ricorrere al lavoro a domicilio (ad esempio nelle lavorazioni che comportino l’impiego di sostanze o materiali nocivi o pericolosi per la salute o per l’incolumità del lavoratore e dei suoi familiari).

 

Il documento ricorda poi che i rischi specifici dei lavoratori a domicilio possono essere:

  1. “rischi da uso di macchine e attrezzature;
  2. rischi chimici, fisici, biologici;
  3. rischi da movimenti ripetitivi e postura;
  4. rischi dovuti all’organizzazione del lavoro”.

E si indica che in generale “nel settore manifatturiero del tessile-abbigliamento, la mano si evidenzia come la sede con il maggior numero di infortuni, con un elevato numero di casi di perdita anatomica”.

Si ricorda poi che il comparto delle confezioni “risulta uno dei più a rischio per i disturbi muscolo-scheletrici lavorativi, sia per quanto riguarda le malattie professionali, sia per gli infortuni, infatti si evidenziano infortuni alla colonna vertebrale dovuti a distrazioni/distorsioni e lesioni da sforzo, probabilmente causati da posture incongrue, oltre che dalla movimentazione manuale dei carichi”. Inoltre “in passato si sono avuti numerosi casi di manifestazioni acute irritative a carico della faringe, laringe, congiuntive e della cute degli arti superiori, attribuiti alla formaldeide, sostanza chimica presente in elevate quantità nei tessuti e nelle fodere”. E “l’azione meccanica che piccoli frammenti di filo di tessuti duri possono esercitare sulla cute, può determinare inoltre scalfitture della pelle che costituiscono un terreno favorevole all’insorgenza di dermatiti”.

 

Il documento si sofferma anche sulla sicurezza delle macchine e ricorda che macchine come le attaccabottoni e le cucitrici impiegate nei lavori a domicilio “possono essere causa di infortuni alle mani. Il rapido movimento alternato dell’ago può esporre gli addetti al rischio di puntura, mentre la cinghia di trasmissione del moto può determinare il rischio di presa e trascinamento”.

Le macchine utilizzate nel settore, come mostra l’incidente presentato oggi, sono anche fonti di rischio elettrico e, in alcuni casi, i lavoratori possono essere esposti a campi magnetici a bassa frequenza, a rumori e vibrazioni.

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento che riporta molte altre informazioni sui rischi e sulle possibili misure di riduzione e prevenzione.

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato la scheda di Infor.mo. 15931 (archivio incidenti 2002/2020).

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

Imparare dagli errori – Gli infortuni professionali nel lavoro a domicilio – la scheda di Infor.mo. 15931.

 



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