Imparare dagli errori: gli infortuni nell’attività di pulizia urbana
Brescia, 20 Apr – Non è la prima volta che in questi anni dedichiamo alcune puntate di “ Imparare dagli errori”, la rubrica dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni, alla descrizione di incidenti avvenuti in attività di raccolta rifiuti.
È infatti indubbio, dati infortunistici alla mano, che l’industria dei rifiuti solidi urbani comprenda attività, ad esempio l’attività connessa alla pulizia urbana, che hanno numerosi rischi per l’incolumità degli operatori (movimentazione manuale, rischi nell’uso di macchine, cadute e scivolamenti, temperature esterne, rischi biologici e chimici, ...).
Per questo motivo, sempre nella speranza che indagare le cause di infortuni reali possa favorire la loro futura prevenzione, torniamo a raccontare – in questa e in alcune prossime puntate della rubrica - alcuni incidenti, anche molto diversi tra di loro, che possono avvenire nella raccolta dei rifiuti.
Le dinamiche infortunistiche presentate sono tratte dall’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Questi gli argomenti trattati:
- Esempi di infortuni nell’attività di raccolta dei rifiuti
- La raccolta dei rifiuti: dati infortunistici e principali rischi
Esempi di infortuni nell’attività di raccolta dei rifiuti
Il primo caso riguarda un infortunio durante l’attività di raccolta rifiuti porta a porta.
Un lavoratore, addetto alla nettezza urbana, sta effettuando il servizio di raccolta rifiuti porta a porta.
Il collega è alla guida del camion compattatore mentre il primo lavoratore è addetto all'assistenza a terra, scendendo e risalendo sul predellino del mezzo.
Al termine dello svuotamento di un bidone presso un'utenza, il lavoratore avvisa l'autista di avanzare fino alla fermata successiva. Il camion riparte ed egli cade dalla pedana all'indietro, sull'asfalto, procurandosi un trauma cranico.
Muore in ospedale 10 giorni dopo l'evento. Si può ipotizzare – indica la scheda – “che sia scivolato dal predellino, reso scivoloso dalla pioggia”.
Dunque il fattore causale individuato dalla scheda di Informo è: “predellino del camion scivoloso”.
Il secondo caso è relativo ad un infortunio di un operatore ecologico avvenuto all’interno di una proprietà privata industriale.
Un operatore ecologico di un'impresa incaricata della raccolta dei rifiuti si trova all’interno di una proprietà privata industriale.
Transitando nel cortile di tale attività mette un piede su un tombino, che aveva il coperchio metallico esattamente della stessa misura del foro che ricopriva; appena appoggiato il piede il tombino cede ed il lavoratore cade all’interno del tombino stesso con la gamba sinistra; nella caduta picchia l’addome sullo spigolo del coperchio che si è ribaltato rimanendo in posizione verticale.
L'incidente ha procurato al lavoratore un trauma addominale per una inabilità durata 44 giorni.
In questo caso il fattore causale è relativo al fatto che “il tombino era ricoperto da una chiusura non idonea che ha ceduto sotto il peso del piede dell'infortunato”.
La raccolta dei rifiuti: dati infortunistici e principali rischi
Per raccogliere alcuni dati generali (non solo connessi alla raccolta dei rifiuti) sugli infortuni nel settore rifiuti possiamo fare riferimento al documento, pubblicato dal sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, “ Problematiche di sicurezza e dinamiche infortunistiche nel settore rifiuti - Scheda 16”.
Nella scheda si ricorda che tra il 2014 e il 2018 “i casi effettivamente riconosciuti dall’Inail come infortuni occorsi in occasione di lavoro (con l’esclusione di quelli in itinere) ammontano a più di 36 mila nel comparto dei rifiuti, inteso come somma dei settori Ateco ‘38’ (Raccolta, trattamento, smaltimento di rifiuti e recupero di materiali), ‘39’ (Rimozione di amianto ed altri risanamenti) e ‘46.77.10’ (Commercio all’ingrosso di rottami metallici)”. E questo numero corrisponde “a più del 2% di tutti gli infortuni riconosciuti, per un comparto con 151 mila addetti”. E le professioni più coinvolte negli infortuni sono “l’operatore ecologico, il conducente di mezzi di raccolta dei rifiuti, l’addetto alla raccolta dei rifiuti differenziati e l’addetto alla raccolta dei rifiuti solidi urbani”.
Dopo questi dati, che non riguardano solo la raccolta dei rifiuti, prendiamo spunto da una buona prassi - “ Sicuramen… E TRA noi: formazione, non obbligatoria, in materia di sicurezza per tutti i dipendenti del settore ambiente, al fine di migliorare il SSL” – per avere alcune indicazioni specifiche sulla raccolta dei rifiuti in strada.
In particolare nel documento, allegato alla buona prassi, “ La Sicurezza si fa strada”, a cura della dott.ssa Lara Driutti e del dott. Giovanni Simioni, si ricorda che nei lavori in strada i possibili rischi possono essere molti. Ad esempio:
- “pericoli ambientali: traffico, affollamento, scarsa visibilità ed illuminazione, tortuosità, complessità degli spazi di manovra, inquinamento chimico fisico;
- rischi ambientali: incidenti stradali, colpi di calore, congelamento, contusioni, cadute, inciampi;
- pericoli traumatici da attrezzatura: manuale, meccanizzata, semovente;
- pericoli traumatici da mobilità individuale e da coordinamento operatori-mezzo”: cadute, “scivolamenti, inciampi, urti”.
Il documento riporta varie prescrizioni e ci soffermiamo brevemente sulla raccolta meccanizzata con assistenza manuale (sacchi e materiale sfuso non ingombrante, cassonetti, bidoncini).
Alcune prescrizioni per il conducente:
- “rispettare le norme del Codice della Strada ed i limiti di velocità;
- controllare l’efficienza dei dispositivi di sicurezza e di comando (impianto frenante, dispositivi di comando, avvisatore acustico e del lampeggiante, sensore uomo in pedana);
- evitare improvvisi cambi di direzione;
- adottare particolare precauzione nelle manovre in presenza di operatori a terra;
- controllare la pulizia ed il corretto orientamento degli specchi retrovisori;
- indossare la cintura di sicurezza in fase di trasferimento;
- divieto di guida con guanti di protezione;
- tenere le luci accese e i segnalatori lampeggianti di stazionamento;
- sostare in fase per la raccolta senza intralciare il traffico (per quanto possibile) eventualmente segnalare l’attività in maniera adeguata;
- l’autista in caso di attraversamento della sede stradale da parte del raccoglitore” deve “coadiuvare e darne preventivamente il consenso;
- rispettare i regolamenti dei siti di destinazione dei rifiuti o comunque dei luoghi di lavoro frequentati”.
Inoltre in fase di partenza e manovra:
- “evitare brusche frenate e ripartenze;
- prima di procedere con le manovre dovrà sempre verificare che i colleghi (ed ev. altre persone) si trovino in posizione di sicurezza;
- in caso di manovre difficoltose chiedere aiuto ai colleghi che devono comunque rimanere in posizione di sicurezza”.
E in caso di emergenza/malfunzionamento:
- “segnalare immediatamente al preposto eventuali malfunzionamenti o rotture del mezzo;
- in caso di guasti o malfunzionamenti non compiere interventi affrettati”.
Queste, infine, alcune prescrizioni per l’operatore a terra:
- “evitare spinte, trazioni, sollevamenti bruschi dei sacchi;
- per carichi pesanti aiutarsi con la spinta delle gambe;
- mantenersi sempre in posizione posteriore o laterale, e visibile dalla cabina di guida, rispetto al mezzo operatore: non attraversare davanti al mezzo operatore;
- qualora il mezzo impedisca la visuale, sporgersi prima con la testa;
- mantenersi sempre sul marciapiede o sul lato protetto della strada;
- indossare anche di giorno indumenti ad alta visibilità;
- mantenersi saldamente sulla piattaforma;
- non toccare mai il sollevatore o il cassonetto sollevato”.
Ed è necessario prestare massima attenzione durante gli attraversamenti.
In conclusione segnaliamo che un altro documento utile, ricco di informazioni per la prevenzione degli infortuni nella raccolta dei rifiuti, è la pubblicazione Inail “ La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell'igiene urbana”.
Tiziano Menduto
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 15267 e 15814 (archivio incidenti 2002/2020).
Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:
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