Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Logo PuntoSicuro
  • Iscriviti
  • Abbonati ora
  • Accedi
Il quotidiano sulla sicurezza
  • Home
  • Articoli
    • Sicurezza sul lavoro
    • Incendio, emergenza e primo soccorso
    • Security
    • Ambiente
    • Sicurezza
    • Tutti gli articoli
  • Documenti
  • Banca Dati
    • Banca Dati PuntoSicuro
    • Servizio di attestazione
    • Servizio I tuoi preferiti
  • Approfondimenti
    • Normativa sicurezza sul lavoro: D. Lgs. 81/2008
    • Normativa antincendio: D.M. 10 marzo 1998
    • Normativa primo soccorso: D.M. 388/2003
    • Protezione Dati Personali: GDPR 2016/679
    • Normativa Accordi Stato Regioni
    • Normativa Coronavirus
  • FORUM
  • PUBBLICITÀ

Hai dimenticato lo username?

Inserisci l'indirizzo Email associato al tuo account per ricevere il tuo username.

Errore! L'email inserita non è valida
Torna al Login

Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'.

Accetta i cookie


Crea PDF

Si tiene conto delle disabilità nelle situazioni di emergenza?

Si tiene conto delle disabilità nelle situazioni di emergenza?
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Gestione emergenza ed evacuazione

30/01/2017

La questione di come fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza è spesso largamente ignorata. Un intervento si sofferma sulla disabilità, sui modelli interpretativi, sui problemi nelle emergenze e i rischi delle persone con disabilità.

Si tiene conto delle disabilità nelle situazioni di emergenza?

La questione di come fornire assistenza ai disabili in situazioni di emergenza è spesso largamente ignorata. Un intervento si sofferma sulla disabilità, sui modelli interpretativi, sui problemi nelle emergenze e i rischi delle persone con disabilità.


Pisa, 30 Gen – Come sappiamo, anche con riferimento ai recenti avvenimenti drammatici delle scosse sismiche del Centro Italia e della valanga all’Hotel Rigopiano di Farindola, l’Italia è un paese che per tanti motivi, sia indipendenti che dipendenti dalle nostre azioni, è spesso soggetto a più o meno gravi emergenze. E non sempre si è sufficientemente attenti, nella pianificazione e nell’attuazione delle misure necessarie in situazioni di emergenza, al tema della disabilità.

 

Per parlarne oggi presentiamo un interessante documento che fornisce informazioni sul tema dell’emergenza e della disabilità ricordando che purtroppo in questi anni l'intera questione di come fornire assistenza ai ‘disabili’ in situazioni di emergenza è stata largamente ignorata e sottolineando invece che le emergenze per essere efficaci ed efficienti devono sempre essere progettate rispetto ad una utenza ampliata che tenga conto, dunque, anche delle possibili disabilità.



Pubblicità
MegaItaliaMedia

Il documento di cui parliamo è tratto da una lezione del Prof. Ing. Nicola Marotta relativa al Master di Secondo Livello in Management in Sicurezza dei Luoghi di Lavoro e Valutazione dei Rischi (Esperto in Sicurezza) dell' Università di Pisa.

 

In “Emergenza e Disabilità”, a cura di Nicola Marotta, si sottolinea, come già anticipato, che la questione dell’assistenza ai “disabili” in situazioni di emergenza è stata spesso ignorata, che la letteratura accademica sul tema è esigua e che “raramente il tema viene dibattuto nel corso dei convegni di protezione civile”.

 

Il documento cerca innanzitutto di inquadrare il problema.

 

Si indica, infatti, che i disastri naturali e artificiali “tendono ad avere un impatto sproporzionato sulle persone con disabilità”. E che questo problema è stato riconosciuto e affrontato dall'articolo 11 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità in cui si afferma: ‘Gli Stati Parti adottano, in conformità con i loro obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e il verificarsi di disastri naturali’.

 

Si indica poi che durante le emergenze ci possono essere, ad esempio, problemi nell’evacuazione, se l'assistenza non è disponibile, in caso di disabilità fisiche. Ci possono essere poi difficoltà con la comprensione delle istruzioni che devono essere seguite in caso di una emergenza, ad esempio negli individui con disturbi cognitivi. Senza dimenticare che coloro che sono non vedenti, non udenti, etc. possono avere difficoltà a comunicare durante l'emergenza. Tutti questi fattori “possono aumentare il livello di rischio in situazioni di emergenza con persone disabili”.

 

L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ci ricorda che la disabilità è “una condizione di vita che tutti gli esseri umani possono sperimentare in forma più o meno duratura in alcune fasi della propria esistenza. Di fatto, la percentuale delle persone con disabilità nel mondo è in costante crescita, per motivi di diversa natura”.

 

Il documento ricorda poi che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - un documento sui diritti individuali, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri - indica che (Art. 1): “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

 

E riguardo alla dimensione delle disabilità nel mondo vengono forniti alcuni dati:

- “una persona su dieci nel mondo ha una disabilità. Le stime delle Nazioni Unite segnalano infatti la presenza, in tutto il globo, di circa 650 milioni di persone disabili. Circa l’80% di loro vive nei paesi in via di sviluppo, dove un terzo dei bambini in età scolare è affetto da disabilità;

-  le persone con disabilità rappresentano almeno il 16% della popolazione dell’UE in età lavorativa;

-  oltre 45 milioni di persone in Europa di età compresa fra i 16 e i 64 anni, vale a dire una persona su 6, hanno un problema di salute di lunga durata o una disabilità;

-  fra i giovani (dai 16 ai 25 anni) la percentuale si attesta sul 7,3 %;

-  con l’invecchiamento della popolazione a livello mondiale, il numero delle persone disabili è destinato ad aumentare”. 

 

Vediamo la situazione in Italia.

In Italia “le persone disabili sono circa 2 milioni 800 mila, circa il 4,8% del totale della popolazione”. Una cifra che si “basa su una definizione ‘stretta’ di disabilità (ovvero mancanza totale di autonomia in uno o più aspetti della vita quotidiana). Allargando il filtro, la percentuale arriva al 13% circa, ovvero in linea con quella degli altri paesi industrializzati, con un picco del 18,7% per gli over-65. A questa consistente fetta della popolazione, si devono aggiungere coloro che sono soggetti, a causa dell’età o di condizioni temporanee (fratture, gravidanze) o permanenti (patologie cardiorespiratorie), a difficoltà motorie o sensoriali analoghe a quelle riconosciute come disabilità”.

 

E, con riferimento anche al tema dell’emergenza trattato nel documento, l’estensione e la varietà della popolazione interessata al problema della disabilità ha “portato all’individuazione del concetto di:

- utenza ampliata;

- sicurezza ampliata. 

 

Tuttavia bisogna intendersi cosa si intende per disabilità. Il documento riporta diversi modelli che si utilizzano per comprendere il fenomeno.

Ne riprendiamo alcuni aspetti:

- visione classica: “la classica visione della disabilità è quella di una persona su una sedia a rotelle che deve essere portata via con la forza fisica dalla fonte del pericolo. In realtà la questione è molto più complessa. In primo luogo, esistono tante forme di disabilità: l'elenco include paraplegia, quadriplegia, sordità, cecità e difetti visivi, malattia e ritardo mentale, danni al cervello, ictus, senilità e demenza senile, morbo di Alzheimer e, di fatto, numerose forme di dipendenza da personale, attrezzature e rifornimenti per il sostegno delle funzioni vitali”. Inoltre anche se la vecchiaia non è in sé una disabilità, “molte persone anziane sono deboli, mancano dell'agilità delle persone più giovani e possono essere anche malate o affette da varie condizioni cliniche”; 

- modello medico: “è stato il modello dominante nella formulazione della politica di disabilità per più di un secolo (Blanck 2001; Myhill e Blanck 2009). Il principio di base del modello medico è che la disabilità dovuta alle limitazioni fisiche o mentali dell'individuo è in gran parte estranea all'ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono”. Questo modello considera la disabilità “come un problema di salute o di riabilitazione; pertanto, il primo passo è quello di guarire o trovare una cura per la disabilità. Se questo è possibile, il modello si propone di fornire le cure e servizi per supportare la persona con una disabilità (Myhill e Blanck 2009). Secondo questa interpretazione, l'obiettivo doveva necessariamente consistere nella correzione della menomazione individuale ovvero, da un punto di vista giuridico, nel fornire assistenza”; 

- modello sociale: il “secondo modello importante di disabilità, diventato sempre più riconosciuto e di rilievo negli ultimi anni, è il modello sociale (Myhill e Blanck 2009). Il modello sociale considera la disabilità causa delle barriere ambientali, sociali e attitudinali che impediscono alle persone con disabilità di partecipare alla vita sociale (Blanck et al. 2009). Ciò implica che se barriere attitudinali, fisiche e istituzionali vengono rimosse, molte persone considerate come aventi diverse abilità hanno maggiori opportunità di partecipare alla società. Il modello sociale si differenzia dal modello medico perché pone l'attenzione sulla società, piuttosto che sull'individuo. Inoltre, si concentra sulle capacità e le esigenze di ogni individuo unico, mentre il modello medico tratta ogni singola che cade sotto la stessa classificazione della disabilità nella stessa maniera (Shapiro 1994)”; 

- modello biopsicosociale: un terzo modello, il modello biopsicosociale adottato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “è una struttura che integra i modelli medici e sociali della disabilità (Jette 2006; Wright 2004). L'OMS (2001) ha stabilito che né il modello medico, né il modello sociale della disabilità, di per sé, era sufficiente per comprendere appieno o disabilità telaio, anche se ognuno aveva punti di forza chiari. Nel modello biopsicosociale, la disabilità è percepita derivare da interazioni tra fattori biologici, psicologici e sociali. In precedenza, la Classificazione Internazionale delle menomazioni, disabilità e handicap, formulato dal WHO, differenziato tra menomazioni, disabilità e handicap (WHO 1980). Successivamente, è stata rivista e rinominata la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (o ‘ICF’) (WHO 2001). L'ICF utilizza un approccio biopsicosociale alla disabilità e riconosce i fattori socio-ambientali, fattori socio-demografici e fattori comportamentali che determinano l'esperienza personale di vita con una disabilità (Jette 2006)”. 

 

Rimandiamo ad una lettura integrale del documento, che si sofferma sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, sulla Carta di Verona del 2007 e che riporta esempi di progettazione innovativa con sistemi non convenzionali di evacuazione, esempi che riprenderemo in un prossimo articolo sul tema.

 

E concludiamo parlando del rischio delle persone con disabilità.

 

Si riconosce che le persone con disabilità e le loro organizzazioni “sono essenziali nella valutazione dei rischi in caso di disastri e nella definizione e implementazione dei piani disegnati su specifiche esigenze, tenendo in considerazione, tra gli altri, i princìpi della ‘progettazione universale’”. Ricordiamo, a questo proposito, che la Progettazione Universale “si basa sul concetto intuitivo in base al quale un bene, un servizio o un edificio, qualora sia disegnato in base alle esigenze di coloro che presentano maggiori difficoltà, sarà idoneo, a maggior ragione, a soddisfare le esigenze anche di quella parte della popolazione priva di esigenze speciali”.

 

Bisogna dunque fare in modo che tutti i progetti, compresi quelli di emergenza, siano “inclusivi dei bisogni delle persone con disabilità. Le persone con disabilità corrono un rischio molto più grande in caso di disastri naturali o in quelli causati dall’uomo rispetto alle persone senza disabilità”. Quindi è anche necessaria una “preparazione maggiore degli operatori dell’emergenza affinché i bisogni specifici delle persone con disabilità vengano presi tutti in considerazione. Ciò implica l’esigenza di assicurare finanziamenti per garantire che tali aspetti siano integrati nella progettazione e realizzazione di qualsiasi intervento. In questo settore è stato fatto ancora molto poco, unico punto di riferimento a livello nazionale è la Carta di Verona sul salvataggio delle persone con disabilità in situazioni di crisi ed emergenza (2007)”, su cui ci soffermeremo in un prossimo articolo, in cui riporteremo anche alcune riflessioni conclusive del Prof. Marotta.

 

 

“ Emergenza e Disabilità”, a cura del Prof. Ing. Nicola Marotta, documento tratto da una lezione relativa al Master di Secondo Livello in Management in Sicurezza dei Luoghi di Lavoro e Valutazione dei Rischi (Esperto in Sicurezza) dell'Università di Pisa (formato PDF, 8.23 MB).

 

 

Tiziano Menduto



Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'


Pubblica un commento

Ad oggi, nessun commento è ancora stato inserito.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro

Banca dati, normativa sulla sicurezza

Altri articoli sullo stesso argomento:

L'importanza della componente umana nella gestione delle emergenze

Safety Expo Prevenzione Incendi 2025: i corsi organizzati da AiFOS

Per una gestione inclusiva delle emergenze e dell’esodo

Pubblicate le preziose linee guida sulla sicurezza dei trasporti ferroviari


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Notizie FLASH

09LUG

Lavoro: no alle impronte digitali per la rilevazione presenze

07LUG

Regione Lombardia firma un protocollo per la salute e la sicurezza

03LUG

Patente a crediti nei cantieri

Consulta gli ultimi documenti della Banca Dati

Banca dati, normativa sulla sicurezza
11/07/2025: MASE – Interpello nr 0177797 del 01.10.2024 - Indicazioni in merito a interpello ex art. 3-septies del D. Lgs 152/2006 in ordine all’applicazione della disciplina REACH ai materiali End of Waste.
11/07/2025: Regione Emilia-Romagna - Ordinanza n. 150 del 30 giugno 2025 - Ordinanza contingibile e urgente per motivi di igiene e sanità pubblica - Misure di prevenzione per attività lavorativa in condizioni di esposizione prolungata al sole.
10/07/2025: Regione Liguria - Ordinanza 26 giugno 2025, n. 1 – emergenza caldo
10/07/2025: Suva - Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni - Lavorare in sicurezza con scale portatili e sgabelli a gradini - 2023
ACCEDIABBONATI ORA

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Articoli per categorie


SICUREZZA STRADALE

2 preziosi manuali per accrescere la sicurezza stradale


RISCHI DA AGENTI BIOLOGICI

La gestione sicura dei medicinali pericolosi sul posto di lavoro


LAVORATORI AUTONOMI, IMPRESE FAMILIARI

Radiazioni ionizzanti: quali sono le novità per i lavoratori autonomi?


RADIAZIONI OTTICHE

Nuovi fogli di calcolo per valutare l’esposizione a ROA sul lavoro


TUTTE LE CATEGORIE

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

PuntoSicuro Media Partner

PuntoSicuro Media Partner Healthy Workplaces

REDAZIONE DI PUNTOSICURO

  • Direttore: Luigi Meroni

  • Redazione: Federica Gozzini e Tiziano Menduto

CONTATTI

  • redazione@puntosicuro.it

  • (+39) 030.5531825

CHI SIAMO

  • Cos'è PuntoSicuro
  • Newsletter
  • FAQ Newsletter
  • Forum
  • Video PuntoSicuro
  • Fai pubblicità su PuntoSicuro

PUNTOSICURO È UN SERVIZIO

Logo Mega Italia Media

SEGUICI SUI SOCIAL

FacebookTwitterLinkedInInstagramYouTubeFeed RSS

PuntoSicuro è la testata giornalistica di Mega Italia Media. Registrazione presso il Tribunale di Brescia, n. 56/2000 del 14.11.2000 - Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n. 16562. ISSN 2612-2804. È sito segnalato dal servizio di documentazione INAIL come fonte di informazioni di particolare interesse/attualità, è media partner della Agenzia Europea per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro EU-OSHA per le campagne di sensibilizzazione su salute e sicurezza.
I contenuti degli articoli possono contenere pareri personali degli autori. Non si risponde per interpretazioni che dovessero risultare inesatte o erronee.
I documenti della Banca dati di PuntoSicuro non possono essere considerati testi ufficiali: una norma con valore di legge può essere ricavata solo da fonti ufficiali (es. Gazzetta Ufficiale). Per informazioni su copyright e modalità di consultazione: Condizioni di abbonamento.
I prodotti e i servizi pubblicitari sono commercializzati da Punto Sicuro con queste Condizioni di vendita.

Mega Italia Media S.p.A. | Via Roncadelle, 70A - 25030 Castel Mella (BS) - Italia
Tel. (+39) 030.2650661 | E-Mail: info@megaitaliamedia.it | PEC: megaitaliamedia@legalmail.it
C.F./P.Iva 03556360174 | Numero REA BS-418630 | Capitale Sociale € 500.000 | Codice destinatario SUBM70N | Codice PEPPOL 0211:IT03556360174

Privacy Policy | Cookie Policy | Dichiarazione di accessibilità