Infortuni in edilizia: i dati
Presentato a Bologna nell’ambito del Saie, salone dell’edilizia, il rapporto “Congiunturale Cresme-Saie 2007 Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia e il Territorio) che su dati dell’Osservatorio Morti Bianche Fillea Cgil, forniscono anche una dettagliata fotografia di “chi, come, quando, perché e dei connotati del rischio”.
”L’analisi evidenzia che: si muore più al nord (la Lombardia con 29 decessi è la regione in vetta alla classifica nazionale, seguita dal Lazio con 20); una vittima su cinque straniera (19%); il 50% delle vittime ha un’età compresa fra 26 e 35 anni; la causa più frequente di infortuni è la caduta dall’alto (41.8%); settembre e ottobre i mesi che hanno registrato maggiore incidenza di mortalità; con sempre più frequenza gli infortuni si verificano il primo giorno di lavoro e che la fascia oraria di maggiore pericolosità è la tarda mattinata (45.9%). La causa più frequente di infortunio è la caduta dall'alto (41,88%), mentre il 25,13% viene travolto da una gru o un carrello, il 9,95% dal crollo di una struttura, il 10,99% viene colpito da materiali di lavoro, il 9,42% resta folgorato”.
Gli infortuni mortali in edilizia negli ultimi tre anni sono stati 924 su un totale di 325.000, praticamente uno per ogni giorno lavorativo.
Il rapporto ha fotografato un mondo composto da 740.000 imprese di costruzioni attive iscritte alle Camere di Commercio e 1,9 milioni di addetti, più di 400.000 dei quali extracomunitari.
Nel settore delle costruzioni avviene il 12,6% degli infortuni sul lavoro: oltre un quarto degli infortuni mortali dell'intera economia italiana. Secondo l'analisi del Cresme, “prendendo come punto di riferimento solo 191 delle 263 morti in edilizia denunciate all'Inail nel 2005, emerge che una su cinque non parla neanche italiano”.
Fonte: Saie
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