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Una lettura obbligata: il rapporto Europol sul terrorismo in Europa

Una lettura obbligata: il rapporto Europol sul terrorismo in Europa
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

02/12/2020

Siamo davanti a un prezioso documento, di un centinaio di pagine, che illustra i vari aspetti dell’attività terroristiche in Europa e cerca di anticipare le tendenze.

Tutti i security manager non possono che ringraziare Europol per aver messo a disposizione questo documento, che fotografa in modo accurato situazioni e tendenze del terrorismo in Europa.

Ecco i punti principali esaminati.

 

Il numero complessivo degli attacchi terroristici portati a termine, abortiti o bloccati continua a crescere nel 2019, in Europa, rispetto all’anno precedente. La ragione è da attribuire a una riduzione degli attacchi di origine etnico-nazionalistica ed attacchi di separatisti.

 

Nel 2019 in Europa sono stati perpetrati sette attacchi terroristici da parte di jihadisti. Un numero doppio di tali attacchi è stato bloccato dall’azione delle forze di polizia, secondo una tendenza che ha cominciato a manifestarsi nel 2018.

 

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La situazione delle aree di conflitto in aree esterne all’Europa continua avere impatto sul terrorismo in Europa. Centinaia di cittadini europei con collegamenti al cosiddetto Stato islamico, più correttamente chiamato Daesh, continuano a rimanere in Iraq ed in Siria. Anche se lo spazio per quest’organizzazione terroristica in Siria è diminuito, sono ancora presenti numerosi gruppi terroristici in Iraq e in Siria, che mantengono collegamenti con la rete mondiale di affiliati. Al Qaeda ha nuovamente mostrato la sua intenzione di colpire obiettivi occidentali, mentre gli affiliati regionali cercano di integrare e coordinare le fazioni armate nelle aree di conflitto.

 

La minaccia che nasce da detenuti radicalizzati, che si era già manifestata in precedenza, si è concretizzata in due attacchi neutralizzati, di parte di detenuti, e nell’attacco a Londra il 29 novembre, da parte di un terrorista condannato, ma rilasciato temporaneamente dalla magistratura.

 

Nel 2019 tre paesi dell’unione europea hanno registrato in totale di sette attacchi terroristici dell’estrema destra, di cui uno portato a termine e quattro bloccati. Questo numero va confrontato con un solo attacco nel 2018. Inoltre, due attacchi, non classificati sotto la voce terrorismo, in base alle leggi nazionali, ma perpetrati da estremisti dell’estrema destra, sono stati registrati in Germania, portando alla morte di tre persone.

 

Nel 2019 gli attacchi degli estremisti di destra si sono manifestati in Nuova Zelanda, Stati Uniti, Norvegia e Germania. Questi attacchi fanno parte di una serie di incidenti violenti, in tutto il mondo, i cui perpetratori sembrano appartenere ad una comunità on-line, che trova ispirazione in tutti i partecipanti.

 

Cresce la propaganda dell’estrema destra, sia quella Jihadista, che incita gli individui a perpetrare atti di violenza in forma autonoma ed esprimere apprezzamento ai perpetratori, classificandoli come martiri o santi.

 

I gruppi etnici nazionalistici ed i gruppi separatistici in Francia ed in Spagna nel 2019 sono stati inattivi, ma è probabile che dei gruppi radicali estremi possano riprendere un’attività violenta. Le attività dei gruppi repubblicani dissidenti nell’Irlanda del Nord sono in crescita. L’Europa continua a essere usata dal partito dei lavoratori del Kurdistan- PKK come base di supporto per le sue attività contro la Turchia.

 

Il numero di attacchi terroristici da parte di anarchici e gruppi estremistici di sinistra nel 2019 è salito a 26, raggiungendo il livello del 2016 e 2017, dopo una diminuzione nel 2018. Tutti gli attacchi sono svolti in Grecia, Italia e Spagna.

 

European Union terrorism situation and trend report (pdf)

 

Adalberto Biasiotti



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