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Un fenomeno drammatico che impatta alla sicurezza cittadina: le baby gang

Un fenomeno drammatico che impatta alla sicurezza cittadina: le baby gang
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

14/12/2022

I quotidiani dedicano sempre più spesso articoli al tema delle baby gang, che sono in grado di turbare in maniera significativa il livello di sicurezza dell’ambiente cittadino. Ecco come stanno affrontando il problema i colleghi oltre Atlantico.

Nell’espressione comune, si definisce “baby gang“ un gruppo di giovani, anche adolescenti, che hanno interessi comuni e che operano, sempre congiuntamente, in maniera disordinata e talvolta perfino criminale.

È ormai pacifico il fatto che queste bande hanno un impatto negativo sia sui giovani, sia sulle comunità di tutti i paesi sviluppati.

 

Nel corso degli anni, le baby gang sono diventate sempre più complesse, operando in modi sempre più criminosi e resistenti a forme di controllo.

 

Le soluzioni che possono permettere di mettere sotto controllo il fenomeno devono essere di tipo onnicomprensivo, effettuando interventi che

  • possono mettere sotto controllo la diffusione delle baby gang,
  • proteggono i giovani che sono più suscettibili ad essere incorporati in queste bande e
  • mettono i componenti delle bande, che commettono atti di violenza, in condizione di essere puniti.

 

L’Office of Juvenile Justice and Delinquency Prevention’s (OJJDP’s), negli Stati Uniti, ha messo a punto tutta una serie di interventi che mirano a prevenire, controllare e reprimere queste attività, indirizzando l’attenzione alla base delle attività di queste bande, nell’ambito delle comunità coinvolte.


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Questi programmi mirano a modificare l’atteggiamento dei componenti della società civile nei confronti della violenza, fornire ai giovani alcune alternative attraenti, rispetto alla adesione una banda, ed infine educandoli circa i rischi legati al coinvolgimento nell’attività di una banda.

 

Questo ufficio inoltre mette a disposizione dei fondi per addestrare dei tutor, e per offrire assistenza ai soggetti coinvolti, soprattutto ai giovani che desiderano non essere coinvolti nelle attività criminose delle bande.

 

Anche la condivisione delle esperienze maturate in varie parti degli Stati Uniti, in relazione alle attività di messa sotto controllo delle attività delle bande, rappresenta un utile strumento di confronto e verifica sull’efficienza ed efficacia dei vari programmi.

 

È particolarmente interessante il fatto che questo ufficio sostiene anche dei programmi, in grado di offrire assistenza ai giovani, vittime delle violenze delle bande.

I giovani che hanno subito queste violenze possono modificare il loro atteggiamento, sia dal punto di vista comportamentale, sia mentale. L’esperienza mostra che un soggetto, che ha subito violenza da parte di una banda, potrebbe sviluppare un senso di reazione, che lo porta a usare anche lui violenza nei confronti di terzi.

 

Alcune statistiche mettono in evidenza come queste alterazioni del comportamento possono raggiungere livelli estremi, che possono perfino portare al suicidio del soggetto coinvolto.

 

Un aspetto importantissimo, nel contrasto alla attività delle bande, sta nella stretta cooperazione fra tutti i tutori dell’ordine coinvolti.

Ecco il motivo per cui, anche in Italia, uno stretto coordinamento fra la polizia, l’arma dei carabinieri, la polizia locale, sotto la guida del prefetto, può rappresentare un efficiente ed efficace strumento di messa sotto controllo del fenomeno.

 

In sintesi, lo scambio di informazioni fra le varie comunità coinvolte, un’attività coordinata fra le varie forze di polizia coinvolte, la messa a disposizione di corsi di prevenzione, nei confronti di queste attività, e di assistenza e soggetti comunque coinvolti, rappresentano gli aspetti più importanti della reazione delle autorità preposte e della cittadinanza a questo fenomeno, che potrebbe in alcuni casi diventare addirittura drammatico.

 

Adalberto Biasiotti




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