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L’Europa stabilisce nuovi paletti nell’ambito del traffico di beni culturali

L’Europa stabilisce nuovi paletti nell’ambito del traffico di beni culturali
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

06/05/2019

Dopo una lunga interazione fra le strutture europee coinvolte, è stato approvato, il 10 aprile 2019, il nuovo regolamento europeo, che mette sotto controllo la importazione di reperti culturali.

Sappiamo tutti che l’approvazione di un regolamento europeo è un’operazione assai più impegnativa, rispetto all’approvazione di una direttiva. Questo è il motivo per cui il documento dal titolo “Regolamento europeo sulla importazione di beni culturali”, è stato approvato con un significativo ritardo, rispetto alle attese di tutti coloro che sono interessati nella tutela del patrimonio culturale dell’umanità.

 

È ben noto che negli ultimi anni le tensioni in Medioriente hanno diminuito il controllo sui reperti culturali e molte organizzazioni, anche terroristiche, hanno cercato di ottenere sostegno economico, grazie alla vendita, sul mercato clandestino, di reperti culturali.

 

La situazione era diventata realmente drammatica, anche perché, da parte degli acquirenti europei, era purtroppo assai diffuso un atteggiamento non particolarmente incisivo.

 

Con il nuovo regolamento, vengono ristrette le regole che governano il traffico illecito di beni culturali, inclusa la necessità di avere a disposizione una autorizzazione all’importazione.

 

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L’Unione europea ha dichiarato che l’obiettivo di questo regolamento è quello di garantire un’efficace protezione contro il traffico illecito di beni culturali e proteggerli anche da perdita o distruzione, nonché per impedire che questi reperti possano essere utilizzati per il riciclaggio di denaro o per il finanziamento di organizzazioni terroristiche.

 

Le nuove regole si applicano solo a beni culturali che provengono da paesi esterni all’unione europea. L’importatore deve fornire una prova che questi oggetti siano stati lecitamente acquisiti, per ottenere una licenza speciale, rilasciata da un qualunque paese europeo.

 

Le informazioni afferenti a questi oggetti importati verranno memorizzate in un data base centralizzato, che sarà accessibile a tutti coloro che sono interessati alla protezione di beni culturali di illecita provenienza.

 

Questo regolamento comincerà a funzionare nell’autunno 2020, per poter attuare nel frattempo le appropriate disposizioni, previste nel regolamento stesso.

 

È interessante rilevare che il presidente della associazione internazionale dei commercianti di arte antica ha affermato che questo regolamento include un elevato numero di disposizioni, che possono mettere in difficoltà non solo i collezionisti di opere d’arte, ma anche i commercianti.

 

Da notare che molti specialisti attendevano da tempo questo regolamento, in quanto sino ad oggi l’unica legislazione europea sul commercio di beni culturali faceva solo riferimento al blocco della esportazione illecita di oggetti, già presenti all’interno dell’unione europea.

 

Offro ai lettori in allegato il testo del regolamento, ma desidero offrire loro un estratto, a mio avviso illuminante:

 

omissis

I beni culturali formano parte del patrimonio culturale e spesso rivestono una notevole importanza culturale, artistica, storica e scientifica. Il patrimonio culturale rappresenta uno degli elementi fondanti della civiltà, anche perché apporta un valore simbolico e costituisce la memoria culturale dell'umanità. Arricchisce la vita culturale di tutti i popoli e li accomuna attraverso la condivisione della memoria, della conoscenza e dello sviluppo della civiltà. Dovrebbe pertanto essere tutelato dall'appropriazione illecita e dal saccheggio. I saccheggi di siti archeologici si sono sempre verificati, ma ora tale fenomeno ha raggiunto proporzioni industriali e, insieme al commercio dei beni culturali riportati alla luce illegalmente, costituisce un grave reato che arreca considerevoli sofferenze a coloro che ne sono colpiti direttamente e indirettamente. Il commercio illecito di beni culturali contribuisce in molti casi all'omogeneizzazione culturale forzata o alla perdita forzata dell'identità culturale, mentre il saccheggio di beni culturali conducono, fra l'altro, alla disgregazione delle culture. Fino a quando sarà possibile dedicarsi a un proficuo commercio di beni culturali riportati alla luce illegalmente e ottenerne un profitto senza rischi significativi, gli scavi e i saccheggi continueranno. A causa del loro valore economico e artistico, i beni culturali hanno una forte domanda sul mercato internazionale. L'assenza di solide misure legislative internazionali e la loro relativa inefficace applicazione fa sì che i beni in questione finiscano nell'economia sommersa.

Omissis

 

Il regolamento (pdf)

 

 

Adalberto Biasiotti



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