Cosa è il museo delle antichità rubate?
Questo museo, appena nato, per ora illustra un centinaio di reperti archeologici che sono stati selezionati tra un gran numero di reperti, presenti sul mercato e di dubbia provenienza. Per ogni reperto, il museo digitale traccia tutta la storia, dal momento in cui venne scoperto fino al momento in cui venne restituito ai proprietari legittimi. I dirigenti di questo museo sollecitano tutti i ricercatori a fornire informazioni per arricchire il patrimonio di informazioni disponibili. I responsabili di questo museo digitale si impegnano a vagliare tutte le informazioni, prima di inserirle nell’archivio digitale.
Il concetto alla base dello sviluppo di questo museo è quello di creare un progetto di ricerca collaborativa, alla quale possono dare un contributo tutti coloro che, per una ragione qualsiasi, sono entrati in contatto con i reperti in esame d hanno informazioni afferenti a questi reperti.
Approfondimento della normativa ISO 11064 e altre norme per la progettazione delle sale di controllo, a cura di di Adalberto Biasiotti. |
L’attenzione del museo si concentra evidentemente sul traffico illecito di reperti archeologici e questa rappresenta l’autentica novità, rispetto ad archivi precedentemente esistenti, che documentano solo la presenza di un reperto sottratto, senza seguirne, per quanto possibile, lo spostamento sui vari mercati neri, sino alla riconsegna al legittimo proprietario.
Il grande vantaggio di poter ricostruire questi percorsi sta proprio nel fatto che si rende più agevole, per le forze dell’ordine, individuare i canali illegittimi più frequentemente utilizzati e indirizzare le indagini proprio su questi canali illegali.
A domanda specifica, i responsabili di questo nuovo museo digitale hanno dichiarato che la loro attenzione si concentra solo sui reperti che sono stati finalmente riconsegnati ai legittimi proprietari; questa scelta nasce dal fatto che essi ritengono opportuno tracciare l’intero percorso del reperto archeologico dal momento in cui fu scavato, sino al momento in cui viene restituito al legittimo proprietario.
Inoltre, questo archivio digitale contribuisce ad accrescere l’accuratezza delle valutazioni circa il giro d’affari del mercato nero di reperti archeologici, che, secondo i dirigenti di questo museo, può essere valutato a 2, 5 miliardi di dollari all’anno.
Il sito è raggiungibile al seguente link: https://mola.omeka.net/
Adalberto Biasiotti