Art Loss Register: un archivio a protezione dei reperti culturali
Ha sede a Londra l’organizzazione che gestisce un archivio internazionale delle opere d’arte rubate. I lettori potranno acquisire informazioni, esplorando il sito dell’organizzazione: www.artloss.com
Uno dei grandi pregi di questo archivio informatico, che ospita più di 700.000 oggetti, è che l’accesso è libero sia per le forze dell’ordine, sia per le compagnie di assicurazione, sia per le case d’asta ed anche per il pubblico.
Questa facilità di accesso permette di offrire un supporto prezioso a tutti coloro che, per un qualunque motivo, vogliono essere certi che l’opera d’arte, che vogliano comperare o vendere, si trovi in una condizione di legittimità.
Al proposito, è bene ricordare che alcune sentenze della magistratura giudicante hanno già convalidato il fatto che un acquirente o venditore, che non abbia prima effettuato l’accesso a questo registro, per verificare se l’opera che intendeva trattare era presente, può essere accusato di grave negligenza, se, dopo la vendita o l’acquisto, si scopre che l’opera d’arte era stata rubata.
Quanto possa essere utile questo archivio è dimostrato da una recente esperienza, che ha aiutato la polizia di Vienna a risolvere un furto, verificatosi qualche tempo fa.
Verso la fine del 2021, la polizia di Vienna è stata coinvolta in una denuncia per furto di sei opere d’arte, che appartenevano a una collezione privata di un cittadino viennese. Questa collezione privata era stata posta in un deposito, dopo la morte del proprietario, nel 1991.
Quando gli eredi andarono a verificare la presenza delle opere, scoprirono che sei opere erano mancanti.
La polizia, sulla base delle fotografie disponibili delle opere d’arte sottratte, ha consultato il registro ALR ed ha scoperto che un vaso in bronzo cinese, del periodo Chang (vedi fotografia), era presente nell’elenco delle opere rubate, con alcune informazioni aggiuntive sul fatto che anche un altro soggetto aveva consultato il registro, in riferimento allo stesso oggetto.
La polizia acquisì il nome di questo soggetto, che non aveva una fedina penale particolarmente brillante, e richiese alla magistratura l’autorizzazione per effettuare una perquisizione nel suo domicilio.
Si scoprì così che questo soggetto, che aveva consultato il registro, era lo stesso soggetto che aveva rubato le sei opere mancanti, che vennero trovate nel suo domicilio.
Ma la storia non finisce qui, perché presso lo stesso soggetto la polizia trovò numerose altre opere d’arte, che erano state sottratte al deposito sopra menzionato.
Quando si dice che il diavolo fa le pentole, ma non i coperti, probabilmente si pensa proprio a situazioni come quella illustrata!
Adalberto Biasiotti
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