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Se non c’è sicurezza che lavoro è?
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"Se non c’è sicurezza che lavoro è?" Sarà questa la domanda che, dal 18 ottobre a fine dicembre, l’ Assessorato alle politiche per la salute della Provincia autonoma di Trento rivolgerà, da manifesti, affissioni, cartelli sugli autobus, spot radiofonici e inserzioni sulla stampa quotidiana e periodica a tutti i cittadini di questa provincia.
Una domanda che richiede a tutta la comunità, e non dunque soltanto ai lavoratori e ai datori di lavoro, di riflettere su un fenomeno – gli infortuni sui luoghi di lavoro – che mette in discussione la qualità della vita, oltre che dello stesso lavoro, di tutti noi, rappresentando un costo altissimo in termini di drammi umani personali e di costi sociali.
La campagna – realizzata da Vittorio Curzel, del Dipartimento politiche sanitarie – è stata preceduta da tre distinte ricerche preliminari: sulla percezione del rischio, l’influenza del fattore esperienza e le eventuali distorsioni cognitive; sulle conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti in materia di sicurezza sul lavoro degli immigrati; sull’ efficacia delle precedenti campagne realizzate da altri enti pubblici e privati italiani. Ricerche i cui risultati sono stati presentati, nel dicembre 2003, in un convegno nazionale.
Ed è appunto a partire dalle riflessioni maturate all’interno del gruppo di lavoro e nel convegno nazionale che è nata la campagna " Salute e sicurezza sul lavoro".
Due le linee di intervento: la prima, da realizzarsi tramite affissioni e mass media, rivolta a tutta la popolazione; la seconda, da realizzarsi con un’attività di formazione, didattica e autoformazione, rivolta ai lavoratori e ai datori di lavoro dei comparti edilizia, metalmeccanico e porfido, per promuovere una corretta valutazione del rischio e incoraggiare comportamenti favorevoli alla salute e alla sicurezza, quali l’utilizzo dei dispositivi di protezione e l’adozione di procedure corrette.
"Se non c’è sicurezza che lavoro è?" Sarà questa la domanda che, dal 18 ottobre a fine dicembre, l’ Assessorato alle politiche per la salute della Provincia autonoma di Trento rivolgerà, da manifesti, affissioni, cartelli sugli autobus, spot radiofonici e inserzioni sulla stampa quotidiana e periodica a tutti i cittadini di questa provincia.
Una domanda che richiede a tutta la comunità, e non dunque soltanto ai lavoratori e ai datori di lavoro, di riflettere su un fenomeno – gli infortuni sui luoghi di lavoro – che mette in discussione la qualità della vita, oltre che dello stesso lavoro, di tutti noi, rappresentando un costo altissimo in termini di drammi umani personali e di costi sociali.
La campagna – realizzata da Vittorio Curzel, del Dipartimento politiche sanitarie – è stata preceduta da tre distinte ricerche preliminari: sulla percezione del rischio, l’influenza del fattore esperienza e le eventuali distorsioni cognitive; sulle conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti in materia di sicurezza sul lavoro degli immigrati; sull’ efficacia delle precedenti campagne realizzate da altri enti pubblici e privati italiani. Ricerche i cui risultati sono stati presentati, nel dicembre 2003, in un convegno nazionale.
Ed è appunto a partire dalle riflessioni maturate all’interno del gruppo di lavoro e nel convegno nazionale che è nata la campagna " Salute e sicurezza sul lavoro".
Due le linee di intervento: la prima, da realizzarsi tramite affissioni e mass media, rivolta a tutta la popolazione; la seconda, da realizzarsi con un’attività di formazione, didattica e autoformazione, rivolta ai lavoratori e ai datori di lavoro dei comparti edilizia, metalmeccanico e porfido, per promuovere una corretta valutazione del rischio e incoraggiare comportamenti favorevoli alla salute e alla sicurezza, quali l’utilizzo dei dispositivi di protezione e l’adozione di procedure corrette.
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