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Linee guida e buone prassi: i rischi e la sicurezza dei cestelli sospesi

Linee guida e buone prassi: i rischi e la sicurezza dei cestelli sospesi
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Attrezzature e macchine

08/01/2019

Un documento Inail si sofferma sull’accesso degli operatori alla stiva delle navi con particolare riferimento all’eventuale uso di cestelli sospesi. Focus sui pericoli dei cestelli, sulla valutazione dei rischi e sulla norma UNI EN 14502-1.

 

Roma, 8 Gen – Sono diverse le operazioni e i servizi portuali che prevedono l’accesso di personale di terra nella stiva delle navi. Ad esempio il carico/scarico di merci, il rizzaggio e derizzaggio (operazioni finalizzate a fissare solidamente e in modo adeguato il carico), il fardaggio (operazione finalizzata a garantire il miglior stivaggio del carico e prevenire danni da trasporto) e la pulizia della stiva.


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Per migliorare la prevenzione degli infortuni correlati a queste attività un documento Inail del 2017, realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail, riporta precise indicazioni e indirizzi operativi per la valutazione e riduzione dei pericoli e dei rischi con particolare riferimento all’accesso con cestelli sospesi, alle operazioni di carico/scarico e ai lavori svolti in ambienti sospetti d’inquinamento (ASISC).

 

La valutazione dei rischi per l’accesso con i cestelli

Riguardo al documento Inail “ Uso eccezionale di attrezzature di sollevamento materiali. Modalità operative per l’accesso degli operatori alla stiva delle navi” ci soffermiamo, in particolare, sulla valutazione per l’accesso in stiva attraverso l’utilizzo di cestelli sospesi.

 

Riguardo all’utilizzo di questa attrezzatura lavorativa si sottolinea che il ricorso a cestelli sospesi agganciati a gru portuali da banchina “deve scaturire da un’oculata valutazione dei rischi dalla quale discenda l’impossibilità di ricorrere ad altre attrezzature destinate al sollevamento di persone che possano assicurare medesimi livelli di sicurezza e garantire lo svolgimento di tutte le operazioni da condurre”.

A tal fine – continua il documento – “accanto ad una corretta e completa valutazione dei rischi connessi all’utilizzo delle tradizionali vie di accesso alle stive disponibili a bordo nave, è fondamentale procedere ad una attenta ricognizione dei nuovi rischi determinati dal ricorso ad attrezzature di sollevamento utilizzate al di fuori della loro specifica destinazione d’uso per le quali sono state progettate. Tutto ciò è funzionale ad accertare che ci si trovi nella condizione in cui le attrezzature disponibili al sollevamento persone, o ragionevolmente reperibili sul mercato, non garantiscano maggiori condizioni di sicurezza nell’accesso alle stive delle navi rispetto all’utilizzo di attrezzature non previste a tal fine”.

 

I rischi del ricorso a cestelli sospesi

A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, viene presentato un elenco di quali possano essere i pericoli introdotti da tale particolare modalità operativa.

  • caduta dall’alto, dovuta a:
    • cedimento del cestello per cattiva progettazione o realizzazione;
    • cedimento del cestello a causa della cattiva manutenzione, usura, danneggiamento;
    • cedimento del sistema di collegamento alla gru, per inidoneità delle attrezzature (ganci);
    • apertura accidentale del cancello di accesso al cestello;
    • rovesciamento o repentina inclinazione del cestello, con conseguente caduta nel vuoto dei lavoratori, per effetto di urti, interferenze, errori di manovra, cattive condizioni atmosferiche, come ad esempio le raffiche di vento;
  • annegamento, dovuto a:
    • cedimento del cestello per cattiva progettazione/realizzazione;
    • errata manutenzione, usura, danneggiamento;
    • cedimento del sistema di collegamento alla gru, per inidoneità delle attrezzature (ganci);
    • apertura accidentale del cancello di accesso al cestello;
    • rovesciamento o repentina inclinazione del cestello, con conseguente caduta nel vuoto dei lavoratori, per effetto di urti, interferenze, errori di manovra, cattive condizioni atmosferiche come ad esempio le raffiche di vento;
  • ferimento per caduta di oggetti dall’alto, sia degli occupanti del cestello che degli altri lavoratori che sostino nelle vicinanze;
  • schiacciamento per discesa non controllata del gancio dell’apparecchio di sollevamento. Si ricordi che il manovratore non ha, in generale, visibilità del cestello che opera all’interno della stiva;
  • urto contro le strutture del cestello per effetto di oscillazioni, interferenze, errori di manovra, cattive condizioni atmosferiche (raffiche di vento), eccessiva velocità di discesa;
  • schiacciamento di mani o arti tra le strutture del cestello e quelle della nave;
  • elettrocuzione per contatto accidentale del cestello con parti in tensione;
  • folgorazione a causa delle scariche atmosferiche;
  • arresti improvvisi della gru e conseguente necessità di recupero degli occupanti il cestello in condizioni di emergenza;
  • eccessiva velocità di discesa del cestello con la conseguente impossibilità da parte dell’operatore di rendersi conto delle condizioni ambientali sfavorevoli (ambiente inquinato);
  • seppellimento a causa di carichi sfusi (es. granaglie, farine) accatastati in stiva, che possono collassare a causa dei movimenti del cestello sospeso.

 

Si ricorda che il datore di lavoro è tenuto a verificare la sussistenza delle condizioni che la Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 3326 del 10 febbraio 2011 ha individuato per l’eccezionalità. E una volta verificata la sussistenza di tali condizioni di eccezionalità e quindi “confermata la necessità di ricorrere a mezzi per il sollevamento materiali per sollevare persone, è necessario procedere alla scelta dell’attrezzatura idonea, compatibilmente con le esigenze lavorative e soprattutto con le condizioni di sicurezza minime che devono comunque essere garantite in tutte le fasi di utilizzo”.

 

Il documento riporta molte informazioni utili sullo stato dell’arte per i cestelli, con particolare riferimento alla norma UNI EN 14502-1:2010Apparecchi di sollevamento - Attrezzatura per il sollevamento di persone - Parte 1: Cestelli sospesi”.

 

La sicurezza dei cestelli e la norma UNI EN 14502-1

Rimandando alla lettura del documento per quanto riguarda quanto previsto nella norma, riportiamo una serie di elementi che la norma UNI EN 14502-1 prescrive siano richiamati nelle istruzioni che il fabbricante dell’attrezzatura deve redigere con le informazioni minime da fornire all’utilizzatore del cestello:

  • “il sollevamento e il sostegno devono avvenire in condizioni controllate e sotto la direzione di una persona incaricata;
  • quando il cestello è occupato, un operatore dell’ apparecchio di sollevamento deve essere sempre presente presso la sua normale stazione di comando. Durante l’operazione di sollevamento deve sempre sussistere una comunicazione visiva e acustica tra le persone nel cestello e l’operatore dell’apparecchio di sollevamento;
  • le attrezzature richieste necessarie per un salvataggio d’emergenza devono essere disponibili per tutta la durata dell’operazione di sollevamento;
  • durante l’operazione, il datore di lavoro non deve richiedere all’operatore dell’apparecchio di sollevamento e all’addetto alle segnalazioni di svolgere contemporaneamente altri lavori;
  • i cestelli sospesi non devono essere utilizzati in condizioni metereologiche avverse che potrebbero compromettere la sicurezza del personale;
  • i cestelli sospesi, i ganci, l’arresto e gli accessori fissi di sollevamento del carico devono essere ispezionati prima di ogni utilizzo;
  • nei cestelli si deve ottenere una distribuzione il più simmetrica possibile del carico;
  • le persone nei cestelli sospesi devono allacciare le loro imbracature di sicurezza agli ancoraggi in dotazione. La lunghezza del dispositivo tra i punti di ancoraggio e le imbracature deve essere fissata in modo tale che l’operatore sia in ogni momento trattenuto all’interno del cestello. La lunghezza massima deve essere indicata nel manuale d’istruzioni del fabbricante”.

Inoltre le istruzioni “dovranno essere integrate a cura del datore di lavoro con apposita procedura operativa e di sicurezza per garantire, nelle operazioni portuali, il corretto utilizzo dell’attrezzatura di lavoro tenuto conto delle specificità della propria organizzazione aziendale”.

 

Concludiamo segnalando che il documento riporta ulteriori indicazioni sulla sicurezza e l’equipaggiamento degli apparecchi di sollevamento che vengono utilizzati per sollevare i cestelli sospesi (autogrù a braccio telescopico e/o tralicciato, gru da banchina, …).

 

 

RTM

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Uso eccezionale di attrezzature di sollevamento materiali. Modalità operative per l’accesso degli operatori alla stiva delle navi”, a cura di Sara Anastasi e Luigi Monica (Inail, DIT), Giorgio Basile (Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Venezia), Francesco Boella, Angelo De Palma e Roberto Romano (Inail Uot Venezia-Mestre), Matteo La Sorte, Fabrizio Marilli e Alberto Maria Pietrocola (Capitaneria di Porto di Venezia), Gianluca Palma (Ente della Zona Industriale di Porto Marghera), Massimo Peca (Ispettorato Interregionale del Lavoro Nord-Est), Andrea Rossi e Luca Zancan (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale - Porti di Venezia e Chioggia), Stefano Scattolin (ARPA Veneto Direzione Tecnica - S.C.I.), Nicola Jannino (Terminal Rinfuse Venezia S.p.A. – Euroports), Pier Maria Jagher (SPISAL AULSS 3 Serenissima - Distretto del Veneziano), Antonio Zannier (Inail CONTARP DR Veneto), Collana Salute e Sicurezza, Edizione 2017 (formato PDF, 1.67 MB)

 

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Uso eccezionale di attrezzature di sollevamento”.



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