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Smog: benzinai e vigili urbani a rischio
Le sostanze inquinanti presenti nell’aria delle aree urbane in particolari condizioni patologiche possono peggiorare le crisi asmatiche e provocare la tachicardia. Benzinai e vigili urbani sono poi categorie a maggiore rischio di allergie.
Lo afferma uno studio congiunto Istituto Superiore di Sanità-Ministero dell’Ambiente sugli effetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, presentato nel corso del convegno “Salute e inquinamento atmosferico urbano”.
“Le polveri fini - spiega Angelo Carere, direttore del Laboratorio di tossicologia comparata ed ecotossicologia dell’Iss e coordinatore dell’intero progetto - sono presenti ovunque e il loro diametro è talmente sottile da riuscire a oltrepassare la barriera delle mucose nasali, riuscendo spesso a penetrare in profondità nelle vie respiratorie”.
Le conseguenze, va avanti l’esperto “vanno dalla comparsa di disturbi respiratori acuti, soprattutto a danno di persone asmatiche e con deficit respiratori, alle alterazioni del battito cardiaco negli infartuati, fino allo scatenarsi di allergie, sia pure sempre in concomitanza con la presenza di allergeni (pollini, acari e così via). Il benzene, in particolare, poi, sembra avere una particolare sinergia col fumo di sigaretta, tanto che, alleato a questo, è in grado di aumentare la suscettibilità individuale alle mutazioni genetiche e all’insorgere del cancro”.
Questa ultima considerazione è supportata dallo studio realizzato dai ricercatori dell’Iss e del Ministero dell’Ambiente, con il contributo del comune di Roma e della cattedra di Medicina del lavoro dell’Università “La Sapienza”,. Tra il 1998 e il 1999, hanno proceduto all’analisi dei marcatori di esposizione a benzene e di danni genetici (nel sangue e nell’urina) di 200 vigili addetti al traffico nella capitale, esposti a dosi di benzene (in media 10 microgrammi per metro cubo), circa 3 volte superiori a quelle del personale amministrativo. Sono state evidenziate significative alterazioni di alcuni marcatori solamente nei soggetti fumatori, il che proverebbe la complicità del fumo nel potenziamento dell’esposizione al benzene e ad altre sostanze cancerogene.
Riguardo al rischio allergie, i test allergologici eseguiti su 194 vigili addetti al controllo della viabilità nelle zone ad alto o medio traffico e a compiti amministrativi, accomunati comunque tutti dall’aver lavorato per lunghi periodi in mezzo al traffico, hanno riscontrato nel 67%dei soggetti un’elevata sensibilizzazione allergica.
Per valutare i possibili effetti a lungo termine dell’esposizione prolungata a basse dosi di benzene (inferiori ai 3 microgrammi per metro cubo o a 1ppm), è stato inoltre condotto uno studio retrospettivo sui benzinai delle Regioni Lazio ed Emila Romagna nel periodo 1981-1996. L’indagine ha preso in esame le condizioni di vita e le cause di mortalità di 6 mila benzinai nel periodo considerato. Contrariamente alle attese, è emerso solo un lieve aumento dei linfomi non-Hodgkin, dei tumori all’esofago, al rene, al sistema nervoso centrale e nessun incremento, invece, della mortalità per leucemie.
Lo afferma uno studio congiunto Istituto Superiore di Sanità-Ministero dell’Ambiente sugli effetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, presentato nel corso del convegno “Salute e inquinamento atmosferico urbano”.
“Le polveri fini - spiega Angelo Carere, direttore del Laboratorio di tossicologia comparata ed ecotossicologia dell’Iss e coordinatore dell’intero progetto - sono presenti ovunque e il loro diametro è talmente sottile da riuscire a oltrepassare la barriera delle mucose nasali, riuscendo spesso a penetrare in profondità nelle vie respiratorie”.
Le conseguenze, va avanti l’esperto “vanno dalla comparsa di disturbi respiratori acuti, soprattutto a danno di persone asmatiche e con deficit respiratori, alle alterazioni del battito cardiaco negli infartuati, fino allo scatenarsi di allergie, sia pure sempre in concomitanza con la presenza di allergeni (pollini, acari e così via). Il benzene, in particolare, poi, sembra avere una particolare sinergia col fumo di sigaretta, tanto che, alleato a questo, è in grado di aumentare la suscettibilità individuale alle mutazioni genetiche e all’insorgere del cancro”.
Questa ultima considerazione è supportata dallo studio realizzato dai ricercatori dell’Iss e del Ministero dell’Ambiente, con il contributo del comune di Roma e della cattedra di Medicina del lavoro dell’Università “La Sapienza”,. Tra il 1998 e il 1999, hanno proceduto all’analisi dei marcatori di esposizione a benzene e di danni genetici (nel sangue e nell’urina) di 200 vigili addetti al traffico nella capitale, esposti a dosi di benzene (in media 10 microgrammi per metro cubo), circa 3 volte superiori a quelle del personale amministrativo. Sono state evidenziate significative alterazioni di alcuni marcatori solamente nei soggetti fumatori, il che proverebbe la complicità del fumo nel potenziamento dell’esposizione al benzene e ad altre sostanze cancerogene.
Riguardo al rischio allergie, i test allergologici eseguiti su 194 vigili addetti al controllo della viabilità nelle zone ad alto o medio traffico e a compiti amministrativi, accomunati comunque tutti dall’aver lavorato per lunghi periodi in mezzo al traffico, hanno riscontrato nel 67%dei soggetti un’elevata sensibilizzazione allergica.
Per valutare i possibili effetti a lungo termine dell’esposizione prolungata a basse dosi di benzene (inferiori ai 3 microgrammi per metro cubo o a 1ppm), è stato inoltre condotto uno studio retrospettivo sui benzinai delle Regioni Lazio ed Emila Romagna nel periodo 1981-1996. L’indagine ha preso in esame le condizioni di vita e le cause di mortalità di 6 mila benzinai nel periodo considerato. Contrariamente alle attese, è emerso solo un lieve aumento dei linfomi non-Hodgkin, dei tumori all’esofago, al rene, al sistema nervoso centrale e nessun incremento, invece, della mortalità per leucemie.
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