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Sicurezza: una questione di cultura
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Lo stato di applicazione del D.Lgs. 626/94 e il livello di culturadella prevenzione edella sicurezza nelle imprese italiane sono oggetto di un monitoraggio nazionale realizzato dall’Ispesl e i cui risultati saranno messi a disposizione entro la fine dell’anno.
Il progetto, avviato nel 2003, ha lo scopo di verificare quanto l’applicazione della 626/94 sia percepita come “base di un sistema di gestione della sicurezza nelle aziende e di individuare, inoltre, eventuali difficoltà e possibili correttivi.”
La cultura della sicurezza, che non si risolve nell’applicazione della legge per timore delle sanzioni, ma influenza e determina i comportamenti quotidiani, ha un ruolo importante nella prevenzione degli infortuni.
“In alcuni settori economici – afferma l’Ispesl - , a fronte di una maggiore cultura della sicurezza si registra una più elevata protezione dei lavoratori (rilevata attraverso la rischiosità infortunistica); è il caso del settore alimentare. In altri settori, come quello delle costruzioni, è invece l’emergenza (cioè un alto tasso di incidenza infortunistica) a spingere a posteriori verso una maggiore sensibilità nei confronti della sicurezza.”
Nel corso del monitoraggio sono state contattate 4000 aziende tra private e pubbliche, 2000 i questionari effettivamente utilizzati.
Le aziende sono state selezionate su tutto il territorio nazionale tramite stratificazione sui settori economici e sulle dimensioni aziendali, in modo da poter studiare il legame tra rischiosità infortunistica e contesto culturale.
Le interviste hanno coinvolto in particolare datori di lavoro, RSPP, RLS, medici competenti.
Lo stato di applicazione del D.Lgs. 626/94 e il livello di culturadella prevenzione edella sicurezza nelle imprese italiane sono oggetto di un monitoraggio nazionale realizzato dall’Ispesl e i cui risultati saranno messi a disposizione entro la fine dell’anno.
Il progetto, avviato nel 2003, ha lo scopo di verificare quanto l’applicazione della 626/94 sia percepita come “base di un sistema di gestione della sicurezza nelle aziende e di individuare, inoltre, eventuali difficoltà e possibili correttivi.”
La cultura della sicurezza, che non si risolve nell’applicazione della legge per timore delle sanzioni, ma influenza e determina i comportamenti quotidiani, ha un ruolo importante nella prevenzione degli infortuni.
“In alcuni settori economici – afferma l’Ispesl - , a fronte di una maggiore cultura della sicurezza si registra una più elevata protezione dei lavoratori (rilevata attraverso la rischiosità infortunistica); è il caso del settore alimentare. In altri settori, come quello delle costruzioni, è invece l’emergenza (cioè un alto tasso di incidenza infortunistica) a spingere a posteriori verso una maggiore sensibilità nei confronti della sicurezza.”
Nel corso del monitoraggio sono state contattate 4000 aziende tra private e pubbliche, 2000 i questionari effettivamente utilizzati.
Le aziende sono state selezionate su tutto il territorio nazionale tramite stratificazione sui settori economici e sulle dimensioni aziendali, in modo da poter studiare il legame tra rischiosità infortunistica e contesto culturale.
Le interviste hanno coinvolto in particolare datori di lavoro, RSPP, RLS, medici competenti.
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