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Il lavoro uccide piu’ della guerra?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

24/05/2007

Dall’Eurispes un confronto tra morti bianche e numero dei caduti nella 2° Guerra nel Golfo. Un’analisi dell’andamento infortunistico nel nostro Paese.

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Lavorare in Italia è più pericoloso che prestare servizio nella guerra del Golfo?
Per marcare la portata del fenomeno delle morti bianche nel nostro Paese, l’Eurispes ha confrontato le cifre dei morti per infortuni sul lavoro con quelle dei militari della coalizione che hanno perso la vita durante la 2° Guerra del Golfo. Se dall’aprile del 2003 all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520, i morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati invece 5.252.

Il dato ha aperto la presentazione della ricerca “Infortuni sul lavoro:peggio della guerra”, realizzata dall’Eurispes con patrocinio del Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati.

Lo studio presenta una mappatura del fenomeno infortunistico nel nostro Paese. I dati Inail relativi al periodo 2000-2006 mostrano che ogni anno in Italia muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. “L’età media degli infortuni mortali – osserva l’Eurispes - si aggira sui 37 anni per cui, dato che l’aspettativa di vita alla nascita è in media di circa 79,12 anni, ogni incidente comporta una perdita di vita pari a 42 anni. Moltiplicando questo dato per il totale dei morti gli anni di vita persi ammontano a poco meno di 58mila.”

Secondo l’Eurispes, nonostante le numerose norme in materia di sicurezza sul lavoro (forse troppe?), il numero di incidenti (1 ogni 15 lavoratori) e quello delle morti (1 ogni 8.100 addetti) rappresenta una emergenza sociale.
L’istituto di ricerche individua nella carenza di controlli sull’attuazione delle norme di legge sulla tutela dei lavoratori e nella pratica, in uso nella Pubblica Amministrazione, di assegnare gli appalti pubblici al ribasso, due dei principali fattori che favoriscono l’incremento degli infortuni sul lavoro.
La ricerca dell’Eurispes mette inoltre in evidenza che circa l’85% degli incidenti mortali avviene proprio nell'ambito dei sub-appalti.

Nelle conclusioni alla ricerca sono individuate alcune delle principali cause che concorrono a determinare il verificarsi di un incidente sul lavoro ed alcune importanti misure che potrebbero ridurre le dimensioni dl fenomeno infortunistico.

Tra le diverse cause che contribuiscono al verificarsi di un infortunio vi sono:
-scarsa padronanza della macchina;
-assuefazione ai rischi (abitudine e ripetitività dei gesti);
-banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo;
-sottostima dei rischi (neutralizzazione delle protezioni);
-diminuzione dell’attenzione nel lavoro di sorveglianza (stanchezza);
-mancato rispetto delle procedure;
-aumento dello stress (rumore, ritmo, ecc.);
-precarietà del lavoro che conduce ad una formazione insufficiente;
-manutenzione poco o male eseguita (rischi insospettati).

Secondo l’Eurispes la quantità del numero di infortuni potrebbe essere contenuta aumentando il numero e la qualità dei controlli e, allo stesso tempo, attuando una efficace politica di prevenzione che faccia leva in particolare sulla formazione ed l’addestramento per ottenere comprensione (dei problemi) e condivisione (sulle modalità di tutela), sul rispetto delle indicazioni e dei divieti, sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, sul rigido rispetto delle procedure.

Fondamentali sono inoltre lo snellimento del corposo sistema normativo vigente in materia e la promozione di finanziamenti alle imprese per la sicurezza e la prevenzione.

 

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