
Quando la sicurezza sul lavoro diventa finzione

Quando si parla genericamente di promozione della cultura della sicurezza, e si fa riferimento all’insieme di valori, atteggiamenti, convinzioni e prassi inerenti la salute e sicurezza sul lavoro, raramente si pensa a quanto vediamo nelle comunicazioni commerciali, sui social o nei film…
Per parlare di questo argomento molto delicato, ma importante nella formazione di una coscienza, di una consapevolezza condivisa, pubblichiamo un contributo – dal titolo “Quando la sicurezza sul lavoro diventa finzione” - che ci è stato inviato da Michele del Gaudio, primo Ricercatore Inail UOT CVR di Avellino.
Quando la sicurezza sul lavoro diventa finzione
Oggi guardo un po' di televisione.
Oggi si sono collegati da… per mostrare le produzioni tipiche. La conduttrice entra in azienda seduta su parafango del trattore e poi come è elegante con quella camicia svolazzante.
Andiamo dall’artigiano. “Si, ho ereditato la bottega di mio nonno che mi ha trasmesso la sua passione, questa è una sua macchina ha più di cento anni“
Poi c’è la pubblicità. Ma anche qui l’attore famoso torna dalla vendemmia seduto sul parafango del trattore?
Lo spot successivo è di una azienda di distribuzione dell’energia elettrica. Operai sul tetto con l’imbracatura ma non è collegata ad una linea vita; ci sono poi operai che entrano in uno spazio confinato ma chi si trova fuori non dovrebbe disporre di un respiratore o comunque di una protezione delle vie respiratorie? E poi è collegato allo stesso cavo a cui è agganciato chi dovrebbe essere estratto in caso di infortunio?
Ok inizia un bel film. Hanno delimitato un cantiere stradale, ma basta una transenna?
Guardo un po' Facebook o Tik Tok. Guardate come ho fatto tutto da solo l’intonaco della mia casa con l’uso di una scala estensibile. Guarda come da un vecchio bidone di latta è possibile creare una pentola, e poi fa caldo, meglio stare con gli infradito.
Difficile guardare la televisione e gli altri media, se ti occupi di prevenzione nei luoghi di lavoro.
Gli sceneggiatori, gli autori televisivi, ed i creativi pubblicitari, anche se in buona fede, guardano al messaggio che il loro prodotto deve mostrare al pubblico e quindi il tipico prodotto agricolo, l’oggetto di artigianato ormai scomparso sono la loro principale preoccupazione ma sfugge che chi guarda vede anche tante cattive abitudini.
Ma allora se lo hanno fatto vedere alla televisione si può fare? Il rischio emulazione è molto alto.
E quindi poi si può fare:
“Vieni con me sali su parafango che ti accompagno a casa”.
“Ho indossato l’imbracatura posso salire sul tetto che sicuro”
“Mio nonno ha sempre usato questa attrezzatura… certo qualche taglio ma quale artigiano non ne ha?”
Eppure, anche la finzione del cinema e della televisione potrebbero formare le coscienze della popolazione.
Se nella sceneggiatura si prevedesse qualche battuta su perché ho in testa l’ elmetto o perché ho indossato l’imbracatura probabilmente si renderebbe un servizio alla comunità. Sì, ma chi potrebbe consigliarci?
Chi realizza film programmi televisivi e spot è normalmente una azienda e come tale deve seguire il D.Lgs. 81/08 ed ha quindi individuato le figure della sicurezza, tra cui un RSPP e un RLS che sono esperti. Basterebbe prevedere che la sceneggiatura o almeno la scenografia fosse sottoposta al loro parere.
L’articolo 12bis del Il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale 70ª edizione, in vigore dal 1° giugno 2023 così cita : “La comunicazione commerciale relativa a prodotti suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente, specie quando detti pericoli non sono facilmente riconoscibili, deve indicarli con chiarezza. Comunque la comunicazione commerciale non deve contenere descrizioni o rappresentazioni tali da indurre i destinatari a trascurare le normali regole di prudenza o a diminuire il senso di vigilanza e di responsabilità verso i pericoli …..”
Forse questo articolo del codice di autoregolamentazione non è stato pensato proprio per difendere gli spettatori da messaggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ma in senso lato potrebbe essere compreso nei prodotti, anche il messaggio trasmesso.
Nell’esperienza di chi scrive ci sono ci sono casi in cui la semplice segnalazione è bastata a correggere il tiro ed addirittura modificare lo spot: l’errore è fatto sicuramente in buona fede perché chi si occupa di comunicazione commerciale, cinema e televisione non è proprio un esperto anche se, come lavoratore, dovrebbe aver chiaro dei concetti di base.
L’auspicio è che anche il mondo dei media possa contribuire a formare una coscienza civile soprattutto tra i giovani.
Basti pensare a quanto sia efficace sottolineare prima della registrazione di una trasmissione durante un viaggio in auto che bisogna allacciare le cinture di sicurezza e che non bisogna distrarsi col cellulare.
Va anche sottolineato come una lettura attenta dei film del passato può essere anch’essa istruttiva.
Nella ultima scena del film “I soliti ignoti”, del regista Monicelli, si intravede un cantiere edile della fine degli anni cinquanta con operai occasionali, recinzioni di fortuna e ponteggi in legno che possono servire a capire quanta strada abbiamo fatto. Ma distrarsi è un attimo….
Michele del Gaudio
Primo ricercatore INAIL UOT CVR Avellino

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Rispondi Autore: Fabrizio Martinelli ![]() | 20/11/2024 (06:19:06) |
Mi sembra un suggerimento molto sensato che, ad un costo molto contenuto, potrebbe veicolare un messaggio di estrema importanza con buone probabilità di fare presa ("L'ha detto la televisione!"). |
Rispondi Autore: raffaele scalese ![]() | 20/11/2024 (07:33:22) |
Tutto vero, purtroppo. Le immagini televisive spesso, molto spesso, confondono la verità, crano scalette di priorità e di principi e di valori stravolti ..IN TUTTI I SENSI ED IN TUTTI I SETTORI. Sarà per queste "bugie" che siamo al punto che siamo. Lo spiriti critico rispetto alle immagini è stravolto o inesistente. D'altre parte se accettiamo serenamente: ma era solo pubblicità... ma era solo uno spettacolo... ma era solo la campagna elettorale... le conclusioni vengono da sole. Buona giornata a tiutti e buona ....fortuna |
Rispondi Autore: Leonardo Lione ![]() | 20/11/2024 (08:16:20) |
Condivido molto l’approccio critico proposto nell’articolo. Opportunamente si mette in evidenza che la scarsa attenzione alla prevenzione è un fatto generale e soprattutto è un problema che non riguarda solo la sicurezza sul lavoro. Questa considerazione affronta un altro problema: a scuola si deve insegnare la cultura della prevenzione a 360gradi sottolineando la necessità di adottare comportamenti corretti nella vita (lavoro-guida di veicoli-mura domestiche-etc) |
Rispondi Autore: Federico ![]() | 20/11/2024 (08:32:50) |
Eccellente sintesi e valide osservazioni. Siamo latini e lo saremo per sempre, le differenze tra sud e nord Europa sono anche queste! |
Rispondi Autore: Giovanni Bersani ![]() | 20/11/2024 (09:30:48) |
Grazie per le ottime considerazioni! |
Rispondi Autore: Dario Bizzotto ![]() | 20/11/2024 (10:58:46) |
Considerazioni più che condivisibili, mi permetto però di segnalare anche l'approccio di alcune trasmissioni che in prima serata propongono video, amatoriali o meno, di situazioni rischiose o di veri e propri incidenti accompagnandoli con un sottofondo di risate, facendole passare come situazioni comiche e tutto sommato divertenti. Penso non sarebbe affatto male intervenire. |
Rispondi Autore: ANDREA DI BENEDETTO ![]() | 20/11/2024 (12:22:50) |
Articolo non solo completamente condivisibile, ma maiuscolo e perfetto nell'analisi del contesto che è risultata completa, analitica e con più che utilizzabili spunti di miglioramento per il futuro. Credo piacerebbe a tutti noi che questo articolo potesse essere ricevuto e letto da chi opera, o dovrebbe, tutti i giorni sui tavoli istituzionali e di settore. Ed un "complimenti sinceri" a Michele Del Gaudio |