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Giovani e over 50 a rischio infortuni sul lavoro
I giovani al di sotto dei 24 anni e gli over 50 sono le categorie di lavoratori nelle quali si registra la più elevata frequenza degli infortuni sul lavoro.
Lo rivela una analisi Inail, presentata su un periodico dell’istituto, che ritiene l'età “un elemento di assoluto rilievo” nella valutazione della probabilità di incorrere in un infortunio sul lavoro.
Prendendo in esame la frequenza degli infortuni indennizzati con postumi permanenti, si evidenzia un tasso relativamente elevato nella fascia di età fino a 24 anni (frequenza 1,758 per ogni mille addetti), segue una netta flessione nella classe successiva (tra i 25 e i 39 anni) dove la frequenza è pari a 1,303.
Dai 40 ai 49 anni sale fino a 1,736 infortuni ogni mille occupati, fino a raggiungere il massimo assoluto (2,551) nella classe di età più avanzata (oltre i 50 anni).
L'andamento è sostanzialmente simile per tutti i livelli di gravità infortunistica.
Per i giovani il maggiore tasso infortunistico è attribuito a situazioni di maggiore inesperienza e precarietà lavorativa. Per le altre fasce di età l’Inail evidenzia invece che "al crescere dell'età, il rischio infortunistico tende ad aggravarsi in linea con il progressivo decadimento psicofisico del lavoratore."
Oltre a ciò ci pare ragionevole aggiungere che talvolta gli infortuni che accadono a persone con molti anni di lavoro alle spalle ed esperienza possono essere causati da una eccessiva fiducia nelle proprie capacità e da una sottovalutazione dei rischi derivante dalla confidenza con il lavoro svolto.
Lo rivela una analisi Inail, presentata su un periodico dell’istituto, che ritiene l'età “un elemento di assoluto rilievo” nella valutazione della probabilità di incorrere in un infortunio sul lavoro.
Prendendo in esame la frequenza degli infortuni indennizzati con postumi permanenti, si evidenzia un tasso relativamente elevato nella fascia di età fino a 24 anni (frequenza 1,758 per ogni mille addetti), segue una netta flessione nella classe successiva (tra i 25 e i 39 anni) dove la frequenza è pari a 1,303.
Dai 40 ai 49 anni sale fino a 1,736 infortuni ogni mille occupati, fino a raggiungere il massimo assoluto (2,551) nella classe di età più avanzata (oltre i 50 anni).
L'andamento è sostanzialmente simile per tutti i livelli di gravità infortunistica.
Per i giovani il maggiore tasso infortunistico è attribuito a situazioni di maggiore inesperienza e precarietà lavorativa. Per le altre fasce di età l’Inail evidenzia invece che "al crescere dell'età, il rischio infortunistico tende ad aggravarsi in linea con il progressivo decadimento psicofisico del lavoratore."
Oltre a ciò ci pare ragionevole aggiungere che talvolta gli infortuni che accadono a persone con molti anni di lavoro alle spalle ed esperienza possono essere causati da una eccessiva fiducia nelle proprie capacità e da una sottovalutazione dei rischi derivante dalla confidenza con il lavoro svolto.
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