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Euro: attenzione ai ''centesimi''
Il passaggio all'euro non deve avvenire arrecando danni all'utente o al consumatore, come ha raccomandato in questi giorni il Governo attraverso una delibera del Cipe, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.
La delibera del Cipe è valida soltanto per i prezzi e le tariffe stabilite dall'amministrazione centrale ed è indicativa per gli enti locali e le amministrazioni decentrate.
La Giunta comunale di Milano, ad esempio, è divisa sul prezzo del biglietto del tram che, se fissato a 1 euro per evitare problemi nella restituzione dei resti, subirebbe un aumento del 30%.
Fino al 28 febbraio 2002 si avrà, inoltre, la doppia circolazione monetaria e l'attenzione dei cittadini dovrà essere duplice. Infatti anche se si pagherà un caffè da 1500 lire (pari a 0,77 euro) con una banconota da due mila lire si potrà ricevere un resto di 26 centesimi.
L'introduzione della nuova moneta scardinerà la politica di pricing utilizzata fino ad ora soprattutto nella grande distribuzione, come ha sottolineato Massimo Viganò, docente di Marketing all'università Bocconi: "Con il cambio di 1936,27 lire per 1 euro…non ha, infatti, alcun effetto psicologico mettere in vendita un certo prodotto a 0,51 euro (990 lire) oppure a 5,14 euro (9.950)''. Sarà, invece, importante effettuare correttamente il cambio matematico cercando magari di arrotondare per troncamento.
La delibera del Cipe è valida soltanto per i prezzi e le tariffe stabilite dall'amministrazione centrale ed è indicativa per gli enti locali e le amministrazioni decentrate.
La Giunta comunale di Milano, ad esempio, è divisa sul prezzo del biglietto del tram che, se fissato a 1 euro per evitare problemi nella restituzione dei resti, subirebbe un aumento del 30%.
Fino al 28 febbraio 2002 si avrà, inoltre, la doppia circolazione monetaria e l'attenzione dei cittadini dovrà essere duplice. Infatti anche se si pagherà un caffè da 1500 lire (pari a 0,77 euro) con una banconota da due mila lire si potrà ricevere un resto di 26 centesimi.
L'introduzione della nuova moneta scardinerà la politica di pricing utilizzata fino ad ora soprattutto nella grande distribuzione, come ha sottolineato Massimo Viganò, docente di Marketing all'università Bocconi: "Con il cambio di 1936,27 lire per 1 euro…non ha, infatti, alcun effetto psicologico mettere in vendita un certo prodotto a 0,51 euro (990 lire) oppure a 5,14 euro (9.950)''. Sarà, invece, importante effettuare correttamente il cambio matematico cercando magari di arrotondare per troncamento.
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