Rifiuti: cresce la raccolta differenziata

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A livello nazionale l’Italia non ha ancora raggiunto l’obiettivo del 25% di raccolta differenziata dal D.Lgs. 22/97 per il 2001 ed è lontana dal 35% previsto per il 2003. Il dato emerge “Rapporto Rifiuti 2004”, presentato a Roma nei giorni scorsi e realizzato dell’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) e dall’ONR (Osservatorio Nazionale dei Rifiuti).

Il Rapporto vuole fornire un quadro conoscitivo generale sul ciclo di gestione dei rifiuti prodotti in Italia, in particolare raccolta differenziata, trattamento, recupero e smaltimento.
Dal Rapporto emerge che la produzione di rifiuti urbani nel 2003 si attesta a circa 30 milioni di tonnellate, con un incremento, rispetto al 2002, intorno allo 0,6%. L’incremento tuttavia è meno consistente rispetto agli anni precedenti; il Ministro dell’Ambiente, intervenendo sul tema, ha rilevato che “si contrae la produzione di rifiuti; gli italiani producono meno rifiuti urbani rispetto agli altri cittadini europee”.

Passi avanti sono stati fatti anche per la raccolta differenziata che, nel 2003, ammonta a oltre 6,4 milioni di tonnellate rispetto ai 5,7 milioni del 2002. La percentuale della raccolta differenziata passa così dal 19,2% del 2002 al 21,5% del 2003. “Gli italiani però differenziano ancora troppo poco. – afferma il ministro Matteoli - Il 21,5% raggiunto e' un buon risultato parziale, ma non e' ancora sufficiente per allinearci con gli obiettivi di legge".
Considerando le percentuali di raccolta differenziata a livello territoriale si evidenziano profonde differenze tra il Nord ed il Sud del Paese.

Il Nord, che aveva raggiunto nel 2001 il target del 25% di raccolta differenziata, si colloca nel 2003 a valori percentuali pari al 33,5%; viene quindi sfiorato, ma non raggiunto, l’obiettivo del 35% fissato dal decreto Ronchi per il 2003.
Con riferimento ai dati su scala regionale i livelli più elevati si registrano in Lombardia (40%) e Veneto (42%). In quest’ultima regione inoltre si evidenzia un trend di crescita significativo: nel 2001 si collocava infatti ancora al di sotto dei target fissati dalla normativa per lo stesso anno (24,5%), nel 2003, raggiungendo il 42% di raccolta differenziata, ha fatto registrare un incremento pari a quasi il 58% rispetto al 2000.

Nella macroarea del Centro la percentuale di raccolta differenziata si colloca al 14,6% nel 2002 ed al 17,1% nel 2003, mentre al Sud i tassi di raccolta sono stati pari al 6,3% nel 2002 ed al 7,7% nel 2003. Non è stato, quindi, neppure raggiunto l’obiettivo del 15% previsto per il 1999.

L’analisi dei dati relativi alla gestione dei rifiuti urbani evidenzia una forte riduzione dello smaltimento in discarica, la forma di smaltimento più dannosa per l'ambiente, che dal 1999 al 2004 è passata dal 74,4% al 53,5%. Parallelamente si registra l'aumento del trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati che dall’8,1% del 1999 passa al 22,2% del 2003 e del compostaggio da matrici selezionate che nel 2003 raggiunge l’8,1% del totale gestito.

In aumento, seppur lieve, il ricorso alla termovalorizzazione. La quota di rifiuti avviati ad incenerimento, anche se lievemente in crescita nell’arco del quinquennio, non raggiunge ancora livelli apprezzabili se confrontata con quelle degli altri Paesi dell’Unione Europea (9,4% nel 2003 contro il 18% della media europea riferita UE15 nel 2001).