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Quali rischi si nascondono nei rifiuti hi-tech?
13.800 tonnellate di Fax, copiatrici e multifunzione, 12.000 tonnellate di monitor, 12.400 tonnellate di computer, 4.989 tonnellate di consumabili per stampanti (toner per laser, ink jet e bubble jet), 1.240 di Server e work station, 900 tonnellate di scanner.
A tanto ammontano i rifiuti tecnologici che, secondo stime del Consorzio Ecoqual It e dell'Osservatorio Nazionale Rifiuti, saranno prodotti in Italia da gennaio del 2002 a dicembre 2002.
Rifiuti che se non gestiti correttamente possono rappresentare un pericolo per l'ambiente e la salute umana, in quanto possono portare alla dispersione in acqua o aria di sostanze quali piombo, cadmio, fosfori, berillio, ritardanti di fiamma broumrati, nichel, cromo.
A livello europeo si calcola che ogni cittadino produca in media 20 kg di rifiuti hi-tech all'anno e le percentuali di aumento di questi rifiuti, sono tra il 16 ed il 28% entro i prossimi 5 anni.
''Il solo incenerimento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) nell'Unione Europea - rileva il WWF- è causa di emissione in atmosfera di circa 36 tonnellate di mercurio e 16 di cadmio all'anno senza contare le notevoli emissioni di diossine e furani nell'aria.''
Sono solo alcuni dei dati contenuti nel dossier che sarà presentato l'11 ottobre 2002 nel corso della 5a edizione dell'Award Ecohitech, il Premio ambientale dedicato alle imprese Hi-tech per valorizzare l'impegno delle aziende elettroniche e informatiche impegnate a produrre e smaltire in maniera sostenibile.
Il premio è promosso dal Consorzio Ecoqual It, Associato a Federinformatica (Confcommercio), quest'anno con la collaborazione di WWF Italia e della Regione Lombardia.
Nel nostro Paese, i rifiuti speciali prodotti ogni anno sono 68 milioni di tonnellate (quasi 44 milioni di rifiuti speciali non pericolosi, 4 milioni circa di rifiuti speciali pericolosi e 20 milioni circa di rifiuti speciali inerti). Di questi ne risultano gestiti (smaltiti o recuperati) complessivamente 56,4 milioni di tonnellate.
Quindi non si conosce l'effettiva destinazione finale di circa 11,6 milioni di rifiuti speciali; una quantità che, per rendere l'idea, il WWF paragona ad una montagna composta da rifiuti con una base di tre ettari (ovvero tre campi da calcio) ed alta 1.150 metri.
La mancata gestione dei rifiuti tecnologici o la loro esportazione nei paesi in via di sviluppo, nei quali non lo smaltimento non viene gestito correttamente (si veda PuntoSicuro n.505), ha gravi conseguenze sull'ambiente e sulla salute umana. Le sostanze disperse possono infatti inquinare l' ambiente, l'acqua, l'aria che respiriamo ed il cibo di cui ci nutriamo.
Ad esempio, secondo quanto riportato dal WWF, in tonni, pesce spada, lucci e sandre americane è stata trovata una concentrazione di metilmercurio superiore a 1200 ng/Kg. Mentre il piombo si bioaccumula nelle cozze. Valori fuori norma di PCB sono stati riscontrati in salmoni scozzesi e norvegesi contengono elevatissime quantità di (famiglia delle diossine).
''Tracce importanti di PBDPE (diossine) si trovano nei salmoni del lago Michigan (USA), nei sedimenti marini, nelle carni, nel grasso di balena, nell'aria degli uffici, nel sangue umano (soprattutto dei lavoratori di impianti di riciclaggio di apparecchi Hi-tech) e nel latte materno (con un aumento di 50 volte dal 1972 al 1997).''
A tanto ammontano i rifiuti tecnologici che, secondo stime del Consorzio Ecoqual It e dell'Osservatorio Nazionale Rifiuti, saranno prodotti in Italia da gennaio del 2002 a dicembre 2002.
Rifiuti che se non gestiti correttamente possono rappresentare un pericolo per l'ambiente e la salute umana, in quanto possono portare alla dispersione in acqua o aria di sostanze quali piombo, cadmio, fosfori, berillio, ritardanti di fiamma broumrati, nichel, cromo.
A livello europeo si calcola che ogni cittadino produca in media 20 kg di rifiuti hi-tech all'anno e le percentuali di aumento di questi rifiuti, sono tra il 16 ed il 28% entro i prossimi 5 anni.
''Il solo incenerimento dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) nell'Unione Europea - rileva il WWF- è causa di emissione in atmosfera di circa 36 tonnellate di mercurio e 16 di cadmio all'anno senza contare le notevoli emissioni di diossine e furani nell'aria.''
Sono solo alcuni dei dati contenuti nel dossier che sarà presentato l'11 ottobre 2002 nel corso della 5a edizione dell'Award Ecohitech, il Premio ambientale dedicato alle imprese Hi-tech per valorizzare l'impegno delle aziende elettroniche e informatiche impegnate a produrre e smaltire in maniera sostenibile.
Il premio è promosso dal Consorzio Ecoqual It, Associato a Federinformatica (Confcommercio), quest'anno con la collaborazione di WWF Italia e della Regione Lombardia.
Nel nostro Paese, i rifiuti speciali prodotti ogni anno sono 68 milioni di tonnellate (quasi 44 milioni di rifiuti speciali non pericolosi, 4 milioni circa di rifiuti speciali pericolosi e 20 milioni circa di rifiuti speciali inerti). Di questi ne risultano gestiti (smaltiti o recuperati) complessivamente 56,4 milioni di tonnellate.
Quindi non si conosce l'effettiva destinazione finale di circa 11,6 milioni di rifiuti speciali; una quantità che, per rendere l'idea, il WWF paragona ad una montagna composta da rifiuti con una base di tre ettari (ovvero tre campi da calcio) ed alta 1.150 metri.
La mancata gestione dei rifiuti tecnologici o la loro esportazione nei paesi in via di sviluppo, nei quali non lo smaltimento non viene gestito correttamente (si veda PuntoSicuro n.505), ha gravi conseguenze sull'ambiente e sulla salute umana. Le sostanze disperse possono infatti inquinare l' ambiente, l'acqua, l'aria che respiriamo ed il cibo di cui ci nutriamo.
Ad esempio, secondo quanto riportato dal WWF, in tonni, pesce spada, lucci e sandre americane è stata trovata una concentrazione di metilmercurio superiore a 1200 ng/Kg. Mentre il piombo si bioaccumula nelle cozze. Valori fuori norma di PCB sono stati riscontrati in salmoni scozzesi e norvegesi contengono elevatissime quantità di (famiglia delle diossine).
''Tracce importanti di PBDPE (diossine) si trovano nei salmoni del lago Michigan (USA), nei sedimenti marini, nelle carni, nel grasso di balena, nell'aria degli uffici, nel sangue umano (soprattutto dei lavoratori di impianti di riciclaggio di apparecchi Hi-tech) e nel latte materno (con un aumento di 50 volte dal 1972 al 1997).''
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