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La gestione dei rifiuti in Italia
E' ora disponibile online la quarta edizione del '' Rapporto Annuale sui rifiuti'', così come previsto dal Decreto Legislativo 22/97, pubblicata dall'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti (ONR) e l'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (ANPA).
Con il rapporto annuale, che quest'anno comprende i rifiuti urbani e speciali, si sono ''poste le premesse per la costruzione di un sistema nazionale informativo sui rifiuti che, nonostante limiti e ritardi, finalmente costituisce un riferimento istituzionale, in sintonia con la realtà europea, e premessa essenziale per verificare lo stato di attuazione della riforma e motivare gli eventuali correttivi.''
I dati presentati sono inerenti alla produzione di rifiuti urbani aggiornata al 1999 e quella dei rifiuti speciali al 1998; un allegato presenta inoltre una prima stima dei dati per il 2000.
Riguardo ai rifiuti urbani, dall'analisi emerge che si va consolidando nel nostro Paese un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggi e delle frazioni organiche in linea con le altre nazioni europee, pur perdurando una notevole differenza di risultati tra Nord e Sud.
Le perduranti emergenze al Sud richiedono di essere affrontate con la dovuta energia. Se nel Meridione non dovesse decollare la pratica della raccolta differenziata, secondo il Rapporto, ''diventerebbe sostanzialmente impossibile per il nostro Paese nel suo insieme sviluppare un sistema di gestione integrata dei rifiuti efficiente e moderno, in linea con quanto richiestoci dalla Commissione Europea.''
In via di consolidamento è la raccolta differenziata di batterie esauste ed olii minerali esausti, mentre stentano a decollare quella di altre tipologie, prima tra tutte i beni durevoli dismessi.
Parallelamente allo sviluppo della raccolta differenziata, si va consolidando un sistema industriale per il riciclo dei materiali raccolti separatamente che riguarda ormai il 18,4% del totale dei rifiuti urbani gestiti.
Con i quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio provenienti da superfici pubbliche e private recuperate nel 2000, l'industria italiana ha confermato di essere in grado di assorbire tali flussi, in assenza dei quali l'approvvigionamento di materie seconde dovrebbe avere luogo all'estero.
Permangono, peraltro, evidenti difficoltà nell'avviare azioni efficaci per quanto riguarda sia la prevenzione della produzione dei rifiuti sia il loro recupero energetico.
Oltre ai rifiuti urbani, il Rapporto fa l'analisi della situazione per quanto riguarda i rifiuti speciali, realizzando un confronto tra i dati del 1997 e quelli del 1998.
Più dettagliate analisi circa l'effettivo stato del recupero e riciclo dei rifiuti saranno disponibili grazie all'ulteriore Rapporto che ONR e ANPA stanno predisponendo in collaborazione con l'Unione delle Province d'Italia.
Ma quali sono gli effetti igienico-sanitari della gestione dei rifiuti?
Di questo argomento si occupa il capitolo 5 del ''Rapporto 2001'' le cui conclusioni mostrano che la percezione da parte della popolazione di possibili rischi per la salute, correlati alla presenza di discariche o inceneritori di rifiuti, è particolarmente elevata nelle aree in vicinanza degli impianti.
Ciò contrasta con i risultati degli studi epidemiologici attualmente disponibili e condotti per la maggior parte nel Nord America e dei quali il Rapporto fornisce i dati essenziali.
La contaminazione ambientale nelle aree degli impianti industriali e di trattamento dei rifiuti può costituire, tuttavia, un problema di sanità pubblica, di dimensioni difficilmente valutabili.
Il Rapporto 2001 prende in esame i pochi studi epidemiologici per valutare questo fenomeno pubblicati a livello nazionale.
I principali studi, condotti nell'area industriale di Malagrotta (Roma) e a Baciacavallo (Prato), non dimostrano un nesso di causalità, tuttavia non escludono l'esistenza di un rischio derivante dall'esposizione agli inquinanti emessi dagli impianti e suggeriscono l'avviamento di una seconda fase di indagini di tipo etiologico.
Infatti, per la valutazione di un possibile ruolo causale degli inquinanti emessi dagli impianti esaminati, devono essere presi in considerazione ulteriori fattori di rischio, su base individuale, come il fumo di sigaretta, l'occupazione e la durata della residenza.
Contemporaneamente dovrebbe essere effettuato uno studio di monitoraggio ambientale.
Il Rapporto rifiuti 2001.
Con il rapporto annuale, che quest'anno comprende i rifiuti urbani e speciali, si sono ''poste le premesse per la costruzione di un sistema nazionale informativo sui rifiuti che, nonostante limiti e ritardi, finalmente costituisce un riferimento istituzionale, in sintonia con la realtà europea, e premessa essenziale per verificare lo stato di attuazione della riforma e motivare gli eventuali correttivi.''
I dati presentati sono inerenti alla produzione di rifiuti urbani aggiornata al 1999 e quella dei rifiuti speciali al 1998; un allegato presenta inoltre una prima stima dei dati per il 2000.
Riguardo ai rifiuti urbani, dall'analisi emerge che si va consolidando nel nostro Paese un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggi e delle frazioni organiche in linea con le altre nazioni europee, pur perdurando una notevole differenza di risultati tra Nord e Sud.
Le perduranti emergenze al Sud richiedono di essere affrontate con la dovuta energia. Se nel Meridione non dovesse decollare la pratica della raccolta differenziata, secondo il Rapporto, ''diventerebbe sostanzialmente impossibile per il nostro Paese nel suo insieme sviluppare un sistema di gestione integrata dei rifiuti efficiente e moderno, in linea con quanto richiestoci dalla Commissione Europea.''
In via di consolidamento è la raccolta differenziata di batterie esauste ed olii minerali esausti, mentre stentano a decollare quella di altre tipologie, prima tra tutte i beni durevoli dismessi.
Parallelamente allo sviluppo della raccolta differenziata, si va consolidando un sistema industriale per il riciclo dei materiali raccolti separatamente che riguarda ormai il 18,4% del totale dei rifiuti urbani gestiti.
Con i quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio provenienti da superfici pubbliche e private recuperate nel 2000, l'industria italiana ha confermato di essere in grado di assorbire tali flussi, in assenza dei quali l'approvvigionamento di materie seconde dovrebbe avere luogo all'estero.
Permangono, peraltro, evidenti difficoltà nell'avviare azioni efficaci per quanto riguarda sia la prevenzione della produzione dei rifiuti sia il loro recupero energetico.
Oltre ai rifiuti urbani, il Rapporto fa l'analisi della situazione per quanto riguarda i rifiuti speciali, realizzando un confronto tra i dati del 1997 e quelli del 1998.
Più dettagliate analisi circa l'effettivo stato del recupero e riciclo dei rifiuti saranno disponibili grazie all'ulteriore Rapporto che ONR e ANPA stanno predisponendo in collaborazione con l'Unione delle Province d'Italia.
Ma quali sono gli effetti igienico-sanitari della gestione dei rifiuti?
Di questo argomento si occupa il capitolo 5 del ''Rapporto 2001'' le cui conclusioni mostrano che la percezione da parte della popolazione di possibili rischi per la salute, correlati alla presenza di discariche o inceneritori di rifiuti, è particolarmente elevata nelle aree in vicinanza degli impianti.
Ciò contrasta con i risultati degli studi epidemiologici attualmente disponibili e condotti per la maggior parte nel Nord America e dei quali il Rapporto fornisce i dati essenziali.
La contaminazione ambientale nelle aree degli impianti industriali e di trattamento dei rifiuti può costituire, tuttavia, un problema di sanità pubblica, di dimensioni difficilmente valutabili.
Il Rapporto 2001 prende in esame i pochi studi epidemiologici per valutare questo fenomeno pubblicati a livello nazionale.
I principali studi, condotti nell'area industriale di Malagrotta (Roma) e a Baciacavallo (Prato), non dimostrano un nesso di causalità, tuttavia non escludono l'esistenza di un rischio derivante dall'esposizione agli inquinanti emessi dagli impianti e suggeriscono l'avviamento di una seconda fase di indagini di tipo etiologico.
Infatti, per la valutazione di un possibile ruolo causale degli inquinanti emessi dagli impianti esaminati, devono essere presi in considerazione ulteriori fattori di rischio, su base individuale, come il fumo di sigaretta, l'occupazione e la durata della residenza.
Contemporaneamente dovrebbe essere effettuato uno studio di monitoraggio ambientale.
Il Rapporto rifiuti 2001.
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