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Anche in Italia la Borsa delle emissioni di CO2
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Parte anche in Italia la “Borsa delle emissioni”, attuazione di quanto previsto dalla Direttiva Europea 2003/87/CE sul sistema comunitario di scambio delle emissioni.
Il prossimo 2 aprile si aprirà, infatti, il Mercato volontario delle unità di emissione di CO2, gestito dal Gestore del Mercato Elettrico (GME).
La direttiva istituisce un sistema comunitario (EU ETS) per lo scambio di quote di emissione di anidride carbonica (CO2) attraverso la costituzione di mercati nazionali per l’acquisto e la vendita dei diritti di emissione, conformemente al piano di riduzione delle emissioni inquinanti.
La Borsa italiana delle emissioni si aggiunge alle altre ‘borse” europee: Exaa in Austria,’Ecx in Olanda, Eex in Germania, Powernext- Francia e Nordpool in Norvegia.
Il mercato delle quote di emissione fa parte degli strumenti utili al rispetto degli impegni posti dal Protocollo di Kyoto per il taglio delle emissioni di CO2 responsabili dei mutamenti climatici.
I limiti di emissione riguardano oltre 12 mila impianti industriali europei che svolgono le seguenti attività: attività energetiche (termoelettrico, impianti di combustione con potenza superiore ai 20 MW, raffinerie), produzione e trasformazione di metalli ferrosi, produzione di cemento, calce, vetro, ceramica e carta.
“Il mercato - afferma il GME - è strutturato per essere di facile utilizzo, ed incoraggiare anche la partecipazione delle Piccole e medie imprese.”
Come funziona la Borsa delle emissioni. La ‘Borsa delle emissioni’ italiana è un mercato con consegna “a pronti” delle unità di emissione (mercato ‘spot’), con un lotto minimo di offerta di 500 unità. Le sessioni di mercato sono giornaliere (dalle 9 alle 16 di tutti i giorni lavorativi) e gli scambi sono in contrattazione continua. E’ prevista la garanzia totale degli acquisti (tramite deposito fruttifero) e la garanzia di consegna delle unità acquistate (tramite trasferimento iniziale delle unità sul conto del GME).
Per essere ammesso al mercato l’operatore deve essere titolare di un conto deposito delle unità di emissione presso uno dei registri europei e sottoscrivere una domanda e un contratto di adesione alle regole del mercato. Per il funzionamento del mercato il GME ha aperto un conto di deposito presso l’Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici). Chi vuol vendere le quote di emissione sulla ‘Borsa delle emissioni’ italiana trasferisce le unità che intende scambiare sul conto proprietà intestato al GME.
Le proposte di acquisto e vendita vengono quindi ordinate in un book di negoziazione. Ciascun book presenta le migliori proposte di acquisto e di vendita ordinate secondo priorità di prezzo (in caso di prezzo uguale, le proposte sono ordinate secondo l’ordine temporale di ricevimento da parte del sistema informatico del GME). Esiste un book di negoziazione diverso delle unità di emissione assegnate dai Piani di assegnazione nazionali per ciascun periodo di riferimento (fase I: anni 2005-2007; fase II: anni 2008- 2012).
Il sistema di tariffe della ‘Borsa delle emissioni’ del GME attualmente prevede un costo annuale fisso (che per il primo anno è nullo e successivamente è pari a 2500 euro) e un costo variabile, pari a 0,0025 Euro per ogni quota negoziata.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Parte anche in Italia la “Borsa delle emissioni”, attuazione di quanto previsto dalla Direttiva Europea 2003/87/CE sul sistema comunitario di scambio delle emissioni.
Il prossimo 2 aprile si aprirà, infatti, il Mercato volontario delle unità di emissione di CO2, gestito dal Gestore del Mercato Elettrico (GME).
La direttiva istituisce un sistema comunitario (EU ETS) per lo scambio di quote di emissione di anidride carbonica (CO2) attraverso la costituzione di mercati nazionali per l’acquisto e la vendita dei diritti di emissione, conformemente al piano di riduzione delle emissioni inquinanti.
La Borsa italiana delle emissioni si aggiunge alle altre ‘borse” europee: Exaa in Austria,’Ecx in Olanda, Eex in Germania, Powernext- Francia e Nordpool in Norvegia.
Il mercato delle quote di emissione fa parte degli strumenti utili al rispetto degli impegni posti dal Protocollo di Kyoto per il taglio delle emissioni di CO2 responsabili dei mutamenti climatici.
I limiti di emissione riguardano oltre 12 mila impianti industriali europei che svolgono le seguenti attività: attività energetiche (termoelettrico, impianti di combustione con potenza superiore ai 20 MW, raffinerie), produzione e trasformazione di metalli ferrosi, produzione di cemento, calce, vetro, ceramica e carta.
“Il mercato - afferma il GME - è strutturato per essere di facile utilizzo, ed incoraggiare anche la partecipazione delle Piccole e medie imprese.”
Come funziona la Borsa delle emissioni. La ‘Borsa delle emissioni’ italiana è un mercato con consegna “a pronti” delle unità di emissione (mercato ‘spot’), con un lotto minimo di offerta di 500 unità. Le sessioni di mercato sono giornaliere (dalle 9 alle 16 di tutti i giorni lavorativi) e gli scambi sono in contrattazione continua. E’ prevista la garanzia totale degli acquisti (tramite deposito fruttifero) e la garanzia di consegna delle unità acquistate (tramite trasferimento iniziale delle unità sul conto del GME).
Per essere ammesso al mercato l’operatore deve essere titolare di un conto deposito delle unità di emissione presso uno dei registri europei e sottoscrivere una domanda e un contratto di adesione alle regole del mercato. Per il funzionamento del mercato il GME ha aperto un conto di deposito presso l’Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici). Chi vuol vendere le quote di emissione sulla ‘Borsa delle emissioni’ italiana trasferisce le unità che intende scambiare sul conto proprietà intestato al GME.
Le proposte di acquisto e vendita vengono quindi ordinate in un book di negoziazione. Ciascun book presenta le migliori proposte di acquisto e di vendita ordinate secondo priorità di prezzo (in caso di prezzo uguale, le proposte sono ordinate secondo l’ordine temporale di ricevimento da parte del sistema informatico del GME). Esiste un book di negoziazione diverso delle unità di emissione assegnate dai Piani di assegnazione nazionali per ciascun periodo di riferimento (fase I: anni 2005-2007; fase II: anni 2008- 2012).
Il sistema di tariffe della ‘Borsa delle emissioni’ del GME attualmente prevede un costo annuale fisso (che per il primo anno è nullo e successivamente è pari a 2500 euro) e un costo variabile, pari a 0,0025 Euro per ogni quota negoziata.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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