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Rete WHP: come e perché promuovere la salute fra i lavoratori
Bergamo, 13 Set – Secondo quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ( WHO) più del 30% degli anni di vita in buona salute che vengono persi è legato a fattori comportamentali. Ad esempio al fumo di tabacco, all’alcol, all’eccesso ponderale, alla sedentarietà, all’alimentazione non corretta, ai comportamenti sbagliati alla guida.
In questo senso è importante che le aziende, che i datori di lavoro assumano un ruolo attivo nella promozione della salute nei luoghi di lavoro ( Work Health Promotion).
Una delle ASL che in questi anni ha implementato specifici progetti di azione di promozione della salute nei luoghi di lavoro, è l’ ASL di Bergamo.
In particolare, in collaborazione con la Confindustria di Bergamo, l’ASL bergamasca ha realizzato un vero e proprio manuale per aderire alla rete WHP (Work Health Promotion) e trasformare il luogo di lavoro in una “Azienda che Promuove Salute”.
Ricordando che il programma “Workplace Health Promotion - Aziende che Promuovono la Salute” promuove gli stili di vita sani tra i lavoratori, il “Manuale WHP 2013 - Come diventare un'Azienda che Promuove Salute - istruzioni per aderire alla Rete WHP” nasce dalla convinzione che la promozione della salute di chi lavora sia interesse di tutti: dei lavoratori ma anche delle imprese in quanto ha una diretta influenza sulla propensione agli infortuni sul lavoro, sull'assenteismo, sul senso di appartenenza all’organizzazione e quindi, in definitiva, sulla competitività aziendale.
Nel manuale sono anche ricordate le opportunità fiscali per le aziende nelle scelte di benessere che possono portare a deducibilità di IRES e IRAP.
Alla Promozione della Salute negli ambienti di lavoro o WHP contribuiscono vari fattori:
- “il miglioramento dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro;
- l’incoraggiamento del personale a partecipare ad attività salutari;
- la promozione di scelte sane;
- l’incoraggiamento alla crescita personale”.
E il programma contenuto nel manuale prevede un accreditamento come “Azienda che Promuove Salute” per le imprese che si impegnano a “mettere in atto interventi di provata efficacia o ritenuti ‘Buone Pratiche’ nel campo della Health Promotion e dello sviluppo sostenibile”. Il programma è inoltre concepito nell'ambito concettuale della nuova UNI-ISO 26000 “Guida alla responsabilità sociale”.
L’obiettivo della Rete WHP provinciale “non è quello di offrire una ‘certificazione di eccellenza’ a poche aziende leader, quanto piuttosto quello di estendere la Rete al maggior numero possibile di aziende per favorire l’autovalutazione e il miglioramento nel settore della Promozione della Salute, del benessere e della sostenibilità”.
Dopo aver elencato i pre-requisiti necessari alle aziende, indicato le modalità di iscrizione e il percorso dei primi tre mesi, il manuale ricorda che il riconoscimento dell’azienda come “Azienda che Promuove Salute” e la consegna del logo della Rete WHP “avviene dopo un anno dall’inizio del progetto, nel caso l’azienda abbia avviato il numero minimo di Buone Pratiche per almeno 2 delle aree di intervento del programma. Alla fine del secondo anno, per mantenere l’accreditamento, occorrerà aver realizzato il numero minimo di buone pratiche in almeno 4 aree di intervento. Alla fine del terzo anno, per mantenere l’accreditamento, occorrerà aver realizzato il numero minimo di buone pratiche in tutte le 6 aree di intervento”.
Ripromettendoci di tornare sull’argomento con futuri approfondimenti degli allegati al manuale (alimentazione, fumo, alcol, ...), ci soffermiamo ora, a livello esemplificativo, su alcuni esempi di Workplace Health Promotion nelle aree di intervento.
In merito alla promozione di un’alimentazione corretta queste sono alcune delle buone pratiche indicate:
- frutta e verdura presenti nel menù di tutti i pasti serviti in azienda (senza pagamenti aggiuntivi e non sostituibili con dolce o altri piatti), pane a basso contenuto di sale e pane integrale;
- distributori automatici di alimenti con le seguenti caratteristiche: frutta e/o verdura fresca (possibilmente di stagione) sempre disponibile; presenza di almeno il 30% di alimenti con i requisiti indicati negli allegati; presenza nell’area dei distributori di cartelli che riportino la piramide alimentare e/o il decalogo INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) e/o il regolo per il calcolo del BMI (indice di massa corporea);
- area refezione con frutta e/o verdura fresca di stagione disponibile; affissione di cartelli che riportino la piramide alimentare, il decalogo INRAN e il regolo per il calcolo del BMI;
- incontro di formazione con la partecipazione di almeno il 70% dei dipendenti e per tutto il personale della mensa - se presente - sulle porzioni corrette ed esposizione nel locale mensa - se presente - di cartelli sulle porzioni.
Le buone pratiche riportate, che vi invitiamo a visionare integralmente, sono sette.
In merito al contrasto al fumo di tabacco sono invece presenti otto buone pratiche possibili. Ad esempio:
- corso per smettere di fumare in azienda con partecipazione di almeno il 10% dei dipendenti fumatori (o partecipazione a un corso in sede esterna) con le seguenti caratteristiche: metodologia ad almeno 9 incontri secondo le linee guida indicate negli allegati; provider ASL, LILT o Medico Competente con formazione accreditata; trasmissione al Servizio Promozione Salute ASL dei tassi di cessazione a 6 mesi e 1 anno;
- concorso “Smetti e vinci” aziendale;
- policy scritta, diffusa e attuata di “azienda libera dal fumo”;
- formazione del Medico Competente aziendale al minimal advice sul fumo (Corso ASL, materiale preparatorio utile presente negli allegati); esecuzione regolare del minimal advice durante le visite e consegna sistematica di materiale informativo ai fumatori visitati; diffusione all’interno dell’azienda e trasmissione al Servizio Promozione Salute dell’ASL del dato sulla prevalenza di fumatori tra i visitati.
Riguardo alla promozione dell’attività fisica sono presenti sette buone pratiche possibili.
Ad esempio:
- creazione di una o più delle seguenti possibilità di attività fisica all’interno dell’azienda: campo da calcetto, da pallavolo, da tennis, tavolo/i da ping-pong, palestra, percorsi jogging accessibili a tutti i dipendenti;
- promozione dell’ uso della bicicletta nei viaggi casa-lavoro con creazione di parcheggio coperto per le biciclette e almeno 2 delle seguenti azioni: “incentivi premiali ai dipendenti che abbiano a che fare con la bicicletta (ferma pantaloni e bretelle ad alta visibilità, palette per portapacchi, luci, catarifrangenti per ruote, caschetti, giubbetti ...); affissione di mappe con l’indicazione dei percorsi ciclabili più sicuri per giungere sul posto di lavoro dai Comuni limitrofi; iniziativa di informazione o comunicazione sulla bicicletta come mezzo per recarsi al lavoro: vantaggi, sicurezza”;
- convenzioni o incentivi premiali che riguardino l’acquisto di abbigliamento o attrezzature sportive, abbonamenti per palestre, piscine, centri sportivi.
Altre dieci possibili buone pratiche riguardano la sicurezza stradale e mobilità sostenibile.
Ad esempio:
- criteri scritti per l’acquisto dei nuovi veicoli aziendali che prevedano le migliori dotazioni di sicurezza (es. 5 stelle nei crash test, Airbag anche laterali, ESP) e alternanza regolare su tutti i veicoli di pneumatici invernali ed estivi;
- procedura per la gestione dell’utilizzo dei veicoli aziendali che preveda: modalità organizzative per l’uso dei veicoli; informazione - formazione per i conducenti; interventi tecnologici (es. sistemi informativi di localizzazione, sistemi di gestione dello stato conservativo dei mezzi);
- presenza di veicoli stradali a gas, elettrici o ibridi (almeno 20% del parco veicoli oppure programma che preveda per i prossimi 3 anni l’acquisto di auto/furgoni per almeno l’80% di questo tipo);
- manutenzione programmata per almeno il 50% dei veicoli aziendali a cadenza più frequente delle revisioni obbligatorie, in officine interne o esterne autorizzate ai sensi della L. 122/1992.
Per l’accreditamento è necessario attuare buone pratiche anche in relazione all’alcol e sostanze psicotrope.
Ad esempio:
- regolamento aziendale sull’alcol diffuso e attuato che preveda: assenza di vendita, somministrazione, possibilità, di consumo di alcolici sul posto di lavoro e nella mensa aziendale oppure, ove non vi sia mensa interna, buoni pasto con esplicita esclusione degli alcolici; procedure per la gestione dei casi di ubriachezza franca o sospetta; individuazione formale e formazione delle figure preposte alle procedure di cui al punto precedente;
- formazione del Medico Competente aziendale al counselling motivazionale su alcol e sostanze stupefacenti (corso ASL o altri accreditati).
Non bisogna infine dimenticare il benessere personale e sociale e la conciliazione famiglia-lavoro. In questo caso sono presenti tredici buone pratiche disponibili.
Ad esempio:
- raccolta di suggerimenti dei dipendenti o altre forme di partecipazione (forum, cassetta delle idee…) con restituzioni annuali delle proposte emerse in occasione di un evento aperto ai dipendenti (Open Day o eventi specifici) con adozione di almeno uno dei suggerimenti all’anno;
- interventi in ambito di organizzazione del lavoro: part-time temporaneo reversibile previsto nella contrattazione di secondo livello o concesso di fatto; flessibilità dell’orario; telelavoro in alcuni giorni della settimana previsto nella contrattazione di secondo livello o concesso di fatto; banca delle ore; ferie a ore; permessi e congedi parentali oltre gli obblighi di legge.
Asl Bergamo, Confindustria Bergamo, Rete WHP Bergamo, “ Manuale WHP 2013 - Come diventare un'Azienda che Promuove Salute - istruzioni per aderire alla Rete WHP” (formato PDF, 2.64 MB).
Allegati alimentazione (formato ZIP, 26.6 MB).
Allegati fumo (formato ZIP, 4.6 MB).
Allegati alcol (formato ZIP, 231 kB).
Informazioni ulteriori riguardo all’idea e ai contenuti della WHP si possono trovare sui siti dell’ OSHA e dell’ ENWHP, la Rete europea per la promozione della salute nei luoghi di lavoro.
RTM
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