Inail: sicurezza, salute e rischi negli allevamenti di bufali
Roma, 25 Gen – In Italia la regione Campania detiene circa il 75% del cosiddetto “patrimonio bufalino”, relativo agli allevamenti delle bufale, e il valore economico del settore della mozzarella di bufala incide in maniera rilevante sul sistema agro-alimentare regionale.
Tuttavia c’è da considerare che “il comparto dell’agricoltura, cui la zootecnia appartiene, evidenzia ancora oggi i più alti indici di infortuni, comparati anche agli altri settori, e impegna nella stragrande maggioranza lavoratori stranieri per lo più indiani. Il settore agricolo, inoltre, è caratterizzato da elementi di notevole complessità: dalla elevata specializzazione dei processi produttivi alla coesistenza in un unico sito aziendale di diversi sistemi di coltivazione e/o di allevamento, fino alla più recente coesistenza con attività di diversificazione quali la vendita diretta in azienda, le attività turistiche e didattiche; tutte attività che aumentano le interazioni e i soggetti potenzialmente coinvolti”.
A raccontare in questi termini i rischi del settore bufalino e ad affrontare utili indicazioni in materia di salute e sicurezza è il recente documento Inail “Sicurezza e salute sul lavoro nel settore bufalino. I rischi della stalla e della gestione degli animali”, realizzato dalla Direzione Inail regionale per la Campania e a cura di Esterina De Carlo, Pino Mauriello e Aniello Troiano.
Il progetto per la sicurezza negli allevamenti di bufali
Il progetto, alla base della pubblicazione, ha coinvolto un gruppo ampio di enti e istituzioni quali I.R.Fo.M, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, A.N.A.S.B. (Associazione Nazionale Allevatori Specie Bufalina), Camera di Commercio di Caserta, Ebiagri-Agricoltura Ente Paritetico Nazionale per Agricoltura e florovivaisti che hanno messo insieme – come indicato nella presentazione del documento – “le specifiche competenze al fine di valutare le situazioni di rischio negli allevamenti, le possibili patologie connesse al lavoro con animali, i loro ambienti di vita, le implicazioni derivanti dalla trasformazione dei prodotti di origine animale”.
In particolare il lavoro ha affrontato il tema della salute e della sicurezza dei lavoratori “con una metodologia innovativa che ha prodotto un sensibile passo in avanti nel difficile percorso di costruzione di buone prassi in materia, in un settore che risente di una mancata progettualità specifica e di tipologie costruttive che spesso sono di diretta derivazione dei bovini”. E le attività si sono realizzate sul campo “mediante visite aziendali e Focus Group con gli allevatori di bufale e hanno sviluppato azioni di sistema integrate e sinergiche fra loro, volte principalmente a sensibilizzare e informare le imprese e gli addetti ai lavori sul tema della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro”.
Il progetto ha coniugato insieme “due aspetti essenziali per la diffusione della cultura della prevenzione: quello normativo, garante di sempre migliori condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro; quello sociale, inteso come abitudine a considerare la sicurezza un aspetto essenziale della vita quotidiana”.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento in merito ad alcuni rischi, come quelli biologici e chimici, e ci soffermiamo sulla sicurezza durante la movimentazione degli animali.
La movimentazione sicura degli animali
La movimentazione degli animali, racconta il documento Inail, è “un elemento cardine nella gestione degli animali, essa è l’elemento che accompagna la crescita delle bufale durante tutta la loro vita: dalla nascita in poi esse vengono movimentate per garantire loro la miglior crescita e per incentivare la maggiore redditività della lattazione. Queste operazioni espongono gli addetti al contatto diretto con gli animali e risultano, pertanto, molto rischiose”.
Si ricorda che la frequenza con cui avvengono i movimenti degli animali “è variabile in funzione dell’età dell’animale, della dimensione produttiva dell’allevamento e della modalità di gestione degli animali. Gli animali in produzione vengono trasferiti all’interno del ricovero, tra un gruppo di produzione (lattazione, asciutta, fresche) e l’altro, oppure tra il ricovero e gli altri settori dell’azienda (box toro, box di isolamento, box parto, ecc.). Tali gruppi sono suddivisi in box separati e il loro trasferimento va gestito con cura e attenzione”. Ed è proprio questa una delle attività più pericolose del lavoro nella stalla; “la movimentazione può essere difficoltosa e può richiedere la presenza di più operatori per il trasferimento degli animali. Quando avviene il trasferimento di uno o più gruppi di bufale o da uno stadio di crescita all’altro, è necessario l’ingresso di operatori tra gli animali, l’apertura di cancelli divisori e il convogliamento della mandria da un settore all’altro. In questa fase, occorre una particolare attenzione durante la movimentazione delle giovani bufale che vengono trasferite da un settore all’altro, ad esempio dal settore asciutto alla lattazione”.
Senza dimenticare che “numerose lavorazioni inerenti la cura degli animali (es. cattura della bufala per le cure o il pareggiamento unghioni) obbligano l’operatore a lavorare a stretto contatto con essi e lo espongono a rischio di traumi, quali incornate, calci, graffi, schiacciamenti e cariche. Per prevenire questi rischi, è opportuno fare attenzione alle gerarchie interne alla mandria (specie se il capo mandria è particolarmente aggressivo) e, soprattutto, è opportuno instaurare con gli animali un rapporto di rispetto che ne riduca lo stress e ne favorisca la dimestichezza con il personale. Atteggiamenti violenti, uso di comportamenti aggressivi e di strumenti coercitivi possono indurre l’animale a reagire con aggressività e mettere in pericolo la sicurezza degli operatori”.
Si segnala che le bufale “devono essere abituate, fin dalle prime fasi di vita, ad accettare il rapporto con i lavoratori nelle varie fasi di cura e di gestione quali l’alimentazione, le operazioni di governo, la movimentazione, le cure veterinarie. Il controllo degli animali, le ispezioni sanitarie, l’esecuzione di interventi veterinari vengono effettuati nella sala infermeria (alcuni usano la sala parto), dove l’allevatore si serve dello stringicollo autobloccante per intrappolare l’animale o del travaglio. Questa sala, a volte la sala mungitura, può rappresentare anche la zona in cui l’animale è inseminato”.
Vi sono poi condizioni ambientali, ad esempio pavimenti bagnati o coperti da deiezioni, “che rendono il transito insicuro, scivoloso, accentuando la pericolosità della gestione degli animali”. Infine elemento costante della gestione degli animali è il “rischio biologico da contatto con fluidi organici e deiezioni, che può essere accentuato nel caso di contatti con animali malati, con il conseguente rischio di zoonosi”.
Nel documento vengono presentate diverse schede contenente buone prassi relative alle singole attività del settore bufalino, ci soffermiamo su quella relativa alla movimentazione degli animali.
Le misure di prevenzione e protezione nella movimentazione degli animali
Nella “SCHEDA BUONA PRASSI 2 - LA MOVIMENTAZIONE DEGLI ANIMALI” si segnala che l’operatore, al momento in cui entra in contatto con l’animale, “potrebbe essere urtato dalle corna, da calci e codate. È’ opportuno destinare a questa fase di lavoro operatori esperti, che devono tranquillizzare gli animali nei momenti di spostamento. Per lo spostamento di un animale in calore, l’operatore deve procedere con calma e determinazione, in quanto lo stato emotivo in cui si trova l’animale da isolare costituisce un fattore di rischio notevole, specialmente negli animali giovani o di grossa mole”.
Riprendiamo dalla scheda alcuni rischi e alcune misure di prevenzione e protezione:
- Contatto traumatico con gli animali:
- Prevedere la presenza di almeno 2 persone;
- È sconsigliato movimentare gli animali nelle ore più calde;
- Avvicinarsi lentamente senza movimenti bruschi;
- Prevedere adeguate vie di fuga con varchi di 35-40 cm;
- Utilizzare corridoi di larghezza solo di poco superiore a quella dell'animale;
- Il contatto deve avvenire con calma preavvertendo l’animale con la voce;
- Evitare indumenti svolazzanti;
- Scarpe antinfortunistiche;
- Inciampi, scivolamenti e cadute in piano:
- Pavimenti antiscivolo;
- Usare grate per il convogliamento dei liquidi presenti sul pavimento;
- Manutenzione del pavimento per evitare buche e dislivelli;
- Scarpe antinfortunistiche;
- Movimentazione manuale di carichi pesanti. Postura incongrua:
- Evitare di sollevare pesi superiori a 20 Kg;
- Utilizzare ausili meccanici;
- Formazione/addestramento degli operatori;
- Eventuale attivazione della sorveglianza sanitaria;
- Scarpe antinfortunistiche;
- Guanti;
- Rischio biologico, zoonosi:
- Pulizia e disinfezione della stalla;
- Rimozione tempestiva di deiezioni e residui alimentari;
- Profilassi degli animali;
- Seguire le informazioni fornite dal veterinario;
- Informazione e formazione;
- Indossare sempre tuta da lavoro e stivali;
- Nelle operazioni di trasferimento, di lavaggio e disinfezione, indossare indumenti impermeabili, guanti, mascherina, occhiali.
Concludiamo segnalando che il documento riporta schede di buone prassi anche relativamente a diverse attività e ambienti: stalla, sala mungitura, gestione dei tori, conservazione degli alimenti, operazioni di pulizia, …
Indice del documento
Introduzione
1. Analisi del contesto e dei principali elementi di sviluppo del settore in Italia
1.1 Le caratteristiche del sistema produttivo
1.2 Le prospettive economiche
2. Una peculiarità del settore: le zoonosi e i rischi per i lavoratori
2.1 Caratteristiche delle aziende analizzate
2.2 Le principali zoonosi nel settore bufalino
2.3 Le zoonosi: un rischio sottovalutato
Scheda buona prassi 1 - La prevenzione delle zoonosi
3. L’allevamento delle bufale e i rischi della stalla
3.1 Gli infortuni nel settore bufalino
3.2 L’allevamento delle bufale
3.3 La movimentazione degli animali
Scheda buona prassi 2 - La movimentazione degli animali
3.4 I box dell’allevamento bufalino
Scheda buona prassi 3 - La stalla/paddock
3.5 La sala mungitura
Scheda buona prassi 4 - La sala mungitura
3.6 Gabbiette per l’allevamento delle “vitelle”
3.7 Box per il parto
Scheda buona prassi 5 - Box per il parto
3.8 La riproduzione e la gestione dei tori
Scheda buona prassi 6 - Gestione dei tori
4. I rischi della stalla nelle attività complementari
4.1 Preparazione della razione alimentare. Locali e strutture per la conservazione degli alimenti
4.2 Mansioni e rischi per gli addetti
Scheda buona prassi 7 - Locali e strutture per la conservazione degli alimenti
4.3 Locale per la preparazione e distribuzione della razione alimentare
Scheda buona prassi 8 - Locale per la preparazione della razione e sua distribuzione
4.4 Operazioni di pulizia
Scheda buona prassi 9 - Operazioni di pulizia
4.5 Gestione delle deiezioni - Platea per lo stoccaggio del letame
4.6 Mansioni e rischi per gli addetti
Scheda buona prassi 10 - Gestione delle deiezioni – Platea per lo stoccaggio del letame
4.7 L’uso dei fitofarmaci
4.8 La concimazione
4.9 Agenti chimici e allergizzanti
4.10 Trasporto animali
5. Gli altri rischi dell’allevamento
Circolazione di mezzi
Caduta dall'alto
I depositi di materiale
6. I DPI - dispositivi di protezione individuali
7. La formazione dei lavoratori
8. I FOCUS GROUP
Caserta 8 giugno 2016
Capaccio 20 giugno 2016
Riferimenti bibliografici essenziali
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Direzione regionale per la Campania,“ Sicurezza e salute sul lavoro nel settore bufalino. I rischi della stalla e della gestione degli animali”, a cura di Esterina De Carlo, Pino Mauriello e Aniello Troiano, con la collaborazione di Angelo Coletta, Raffaele d’Angelo, Tommaso De Simone, Mario Moccia, Angela Nicotera, Adele Pomponio e Ernesto Russo, edizione 2017 (formato PDF, 1.65 MB).
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Rispondi Autore: Antonio Marchese - likes: 0 | 12/01/2020 (20:35:02) |
Ottimo lavoro, complimenti! |