Sfruttamento lavorativo in agricoltura: sicurezza, contrasto e difficoltà
Latina, 26 Giu – La vicenda drammatica di Satnam Singh, lavoratore di nazionalità indiana che, addetto al taglio del fieno, è stato lasciato morire con un braccio amputato da un macchinario e altre gravi fratture, ci ricorda che lo sfruttamento della manodopera, spesso immigrata e irregolare, il caporalato e la sicurezza sul lavoro sono fenomeni connessi e complementari.
Ce lo ricordava nel 2022 anche la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, che nella sua “ Relazione Intermedia sull’attività svolta” sottolineava come “nei luoghi di lavoro dove si rileva la sostanziale inapplicazione di ogni norma antinfortunistica, sia sempre compresente una inapplicazione della normativa sui rapporti di lavoro (anche di rilievo penale) e/o una presenza a vari livelli di illegalità e di criminalità (organizzata o meno)”.
Una relazione che mostrava come il fenomeno dello “sfruttamento di lavoratori indifesi, quasi sempre stranieri”, spesso da parte di caporali senza scrupoli, “si sia evoluto significativamente nel corso degli ultimi anni”.
Per parlare di caporalato, di lavoro nero e di sfruttamento della manodopera ci soffermiamo oggi su quanto riportato in uno spazio web del Ministero del lavoro e sulle possibili future novità normative per affrontare il fenomeno.
Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:
- Conoscere lo sfruttamento lavorativo e il caporalato
- Linee guida nazionali sullo sfruttamento lavorativo in agricoltura
- Sfruttamento e caporalato: i tavoli operativi e i possibili provvedimenti
Conoscere lo sfruttamento lavorativo e il caporalato
Nel focus del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dedicato al “ Contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato” si ricorda che il sistema del cosiddetto “caporalato” fa riferimento a “forme illegali di intermediazione, reclutamento ed organizzazione della manodopera. Si tratta di un meccanismo che si insinua tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto nei confronti di soggetti come migranti, donne e minori che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità e bisogno, traducendosi spesso in violazione dei diritti umani e dei diritti fondamentali sul lavoro”. E, a ribadire la connessione con il tema sicurezza, si indica che tale fenomeno, “diffuso su tutto il territorio nazionale”, è caratterizzato “dalla violazione di disposizioni in materia di orario di lavoro, salari, contributi previdenziali, diritti alle ferie, salute e sicurezza sul luogo di lavoro e trattamento dignitoso”.
Si segnala che se i lavoratori stranieri rivestono un ruolo significativo all’interno del mercato del lavoro italiano (nel 2023 “rappresentavano il 10,1% degli occupati), alcune “condizioni di vulnerabilità, come la scarsa conoscenza degli strumenti di tutela, l’inadeguata sistemazione abitativa o la distanza dai luoghi di lavoro, possono rendere questi lavoratori un potenziale bacino d’offerta per impieghi sottopagati e dequalificati”.
Si indica poi che nei settori di cura alla persona, edile e agricolo “si riscontrano i maggiori tassi di irregolarità, a causa della presenza di lavoro nero, ma anche del ricorso a diverse forme di lavoro ‘grigio’” (un rapporto di lavoro che, pur denunciato alle autorità competenti, si svolge con una serie di irregolarità a danno del lavoratore). Inoltre l’indicatore di irregolarità complessivo è – secondo ISTAT – “pari all’11,3%, ma sale al 23,2% in ambito agricolo mentre nel lavoro domestico raggiunge addirittura il 51,8%”.
L’ ambito agricolo è poi caratterizzato dal “frequente ricorso alla ‘sotto-dichiarazione’ delle giornate o delle ore lavorate. Questo comporta un’evasione dalle norme fiscali e l’erosione dei diritti e delle tutele per i lavoratori, che possono vedersi negata la possibilità di accedere alle indennità di disoccupazione, malattia, infortunio e maternità”.
Linee guida nazionali sullo sfruttamento lavorativo in agricoltura
Alcune interessanti indicazioni sul tema si possono raccogliere anche da quanto contenuto nel sito “ Integrazionemigranti.gov.it - Vivere e lavorare in Italia”, dove, ad esempio, si ricorda che se il fenomeno del ‘ caporalato’ rappresenta una forma di sfruttamento lavorativo che interessa diversi settori produttivi, “si manifesta con particolare forza e pervasività nel settore dell’agricoltura, che si caratterizza per la prevalenza di rapporti di lavoro di breve durata e fortemente legati alla stagionalità delle attività”.
Sul sito si presentano anche le “Linee-Guida nazionali in materia di identificazione, protezione, assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura”, redatte nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020 – 2022) e sancite il 7 ottobre 2021 attraverso un Accordo in sede di Conferenza Unificata tra Stato, Regioni, Province Autonome ed Enti Locali.
Questi i punti cardine delle Linee-Guida, come presentati nel sito:
- “la promozione di un sistema di governance e di coordinamento per l’attuazione di un Meccanismo nazionale di riferimento (referral) a trazione pubblica in materia di identificazione, protezione e prima assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura;
- la definizione di vittima di sfruttamento lavorativo;
- l’individuazione di procedure e misure operative comuni suddivise in fasi (identificazione preliminare e formale, protezione e assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo);
- l’indicazione dei soggetti e degli attori delle varie fasi;
- il trattamento di tutela dei cittadini stranieri vittime di sfruttamento lavorativo, privi del permesso di soggiorno, secondo la normativa vigente;
- raccomandazioni in termini di informazione e sensibilizzazione, formazione e rafforzamento delle competenze dei servizi e degli attori coinvolti”.
Sfruttamento e caporalato: i tavoli operativi e i possibili provvedimenti
Si fa poi riferimento anche al "Tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura", organismo di coordinamento a livello nazionale che riunisce tutti gli Enti istituzionali coinvolti a livello nazionale e territoriale, “al fine di sviluppare una strategia di contrasto allo sfruttamento lavorativo e al caporalato”.
Un Tavolo istituito nel 2018 che, inizialmente previsto per un triennio sino al mese di settembre 2022, è stato prorogato sino al 3 settembre 2025 col Decreto Interministeriale del 17 giugno 2022.
E il 22 giugno si è tenuta la riunione di un tavolo convocato dal Governo con le parti sociali, sindacali e datoriali. L’obiettivo dell’incontro, oltre alla condanna di quanto avvenuto a Latina, è stato quello di parlare dell’intensificazione delle azioni a contrasto del caporalato, “con una strategia condivisa che metta a sistema il rafforzamento dei controlli, l’aumento del numero degli ispettori, il potenziamento della rete agricola e l’interoperabilità delle banche dati”.
Se già nei giorni scorsi, in relazione a questo infortunio mortale, la ministra del lavoro Marina Calderone ha accennato ad un aumento del numero degli ispettori, ci dovrebbero essere due misure aggiuntive, destinate a confluire nel futuro “decreto Agricoltura”. Una decontribuzione per le imprese che aderiscono alla «Rete del lavoro agricolo di qualità» istituita presso l’Inps (un “albo” che premia gli imprenditori agricoli che applicano la legge) e l’inasprimento delle sanzioni per l’esercizio non autorizzato dell’attività di intermediazione del lavoro.
Quanto avvenuto con Satnam Singh ci mostra, tuttavia, che malgrado le linee guida approvate e i tavoli istituiti, c’è ancora molto da fare per poter incidere realmente sulle tutele e i diritti dei tanti lavoratori irregolari, invisibili e sottopagati del nostro Paese. Tutele e diritti che hanno a che fare insieme, come ricordato anche nell’articolo su agricoltura e condizionalità sociale, con la sicurezza e la dignità del lavoro.
Tiziano Menduto
Scarica il documento citato nell’articolo:
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Rispondi Autore: Massimo Tedone - likes: 0 | 27/06/2024 (00:27:32) |
Quello che è successo è un fatto molto grave, però ha fatto molto scalpore perché: 1. nell'arco di pochi giorni sono deceduti più lavoratori 2. al brutto infortunio non è seguita l'omissione di soccorso ma bensì l'averlo accompagnato a casa, con la moglie, ed averlo abbandonato lì dove è morto, diciamo, per emorragia e altro 3. perché il titolare si è giustificato col fatto che lui non doveva usare o avvicinarsi a quel macchinario Detto questo però, e senza voler offendere nessuno, non diamo sfoggio di ipocrisia assoluta. Questi fatti, dal caporalato, allo sfruttamento, aggiungerei anche l'abbandono sul ciglio della strada di quei lavoratori che o si infortunano o si sentono male, sono all'ordine del giorno; soprattutto in agricoltura, lo sanno tutti e nessuno fa niente. Fa niente perché in certe attività, purtroppo, c'è un grande predominio non solo della malavita organizzata, perché non sempre il caporale è gestito direttamente dal contadino, poi ci sono fattori economici gestiti dalle multinazionali che impongono i prezzi di acquisto delle materie prime. Cioè, quello che vorrei dire è che non servono tante parole se poi ai massimi livelli nessuno muove un dito soprattutto dopo essersi scandalizzato per l'accaduto ma poi volta pagina. |