Allevamenti: il rischio della resistenza antimicrobica nei lavoratori esposti
Roma, 17 Mag – Con resistenza agli antimicrobici – AMR, antimicrobial resistance – si intende quel fenomeno per cui un microrganismo “acquisisce la resistenza all’azione di un farmaco antimicrobico a cui generalmente risulta sensibile per il trattamento delle infezioni da esso causate”. E il problema può riguardare “tutti i tipi di farmaci antimicrobici: gli antibatterici (detti anche antibiotici), gli antifungini, gli antivirali e gli antiparassitari”.
In particolare nell’ultimo decennio la diffusione della resistenza agli antimicrobici “si è accentuata in tutto il mondo, suscitando preoccupazione per le implicazioni sulla salute umana e animale”.
Si stima che dal 2050 “dieci milioni di persone moriranno ogni anno a causa di infezioni resistenti a ogni classe di antibiotici, con gravi conseguenze anche sul piano economico, dovute a un maggiore utilizzo di risorse per il prolungamento delle degenze e alla perdita di giornate lavorative, senza tralasciare l’onere finanziario sulle famiglie e sulla società”. E il problema “è amplificato dalla mancanza di nuovi antibiotici in commercio o in fase di sperimentazione efficaci nel trattamento di infezioni altrimenti incurabili”.
A ricordare in questi termini le gravi problematiche connesse all’AMR e a soffermarsi in particolare sull’uso degli antibiotici in allevamento è una nuova monografia realizzata dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail in relazione al progetto “Realizzazione di un network finalizzato alla comunicazione e riduzione del rischio di diffusione dell’antimicrobico-resistenza nei lavoratori esposti”, finanziato dall’Inail nell’ambito del Bando BRiC 2016.
Nella pubblicazione, dal titolo “Prevenzione e controllo della resistenza antimicrobica per i lavoratori esposti negli allevamenti avicoli e suinicoli”, si ricorda che “l’uso improprio o eccessivo di antibiotici sia in medicina umana che veterinaria è considerato il principale responsabile della crescita e diffusione di microorganismi resistenti alla loro azione”. E oltre alle ripercussioni sulla salute umana, “un utilizzo non corretto degli agenti antibiotici nel contesto zootecnico può comportare un rischio per la salute animale, un aumento del potenziale rischio sanitario per gli allevatori ed essere responsabile di riduzioni delle produzioni e dell’efficienza degli allevamenti”.
Il passaggio di batteri resistenti dall’animale all’uomo – continua il documento – “può avvenire sia per contatto diretto o mediante alimenti di origine animale, che indirettamente attraverso contaminazione ambientale. È dimostrata la relazione tra impiego di antibiotici e sviluppo di AMR nel settore zootecnico, così come il rischio di trasmissione di batteri resistenti all’uomo. Meno noto risulta il meccanismo alla base della trasmissione dell’AMR attraverso il consumo di alimenti di origine animale e l’entità di tale rischio”.
Ci soffermiamo su questa nuova pubblicazione Inail dedicata al settore zootecnico con particolare riferimento ai seguenti argomenti:
- Allevamenti: le zoonosi professionali e la resistenza agli antimicrobici
- Allevamenti: le schede tecniche e la prevenzione del rischio
- L’indice del documento Inail
Allevamenti: le zoonosi professionali e la resistenza agli antimicrobici
Il documento - a cura di Nicoletta Vonesch, Alessandro Mannelli, Lebana Bonfanti, Anna Rosa Favretto, Guido Di Martino, Paola Melis, Paolo Pozzi, Francesca Zaltron e Paola Tomao – sottolinea che le attività effettuate negli allevamenti espongono i lavoratori a varie tipologie di rischi, tra i quali quello da agenti biologici è di grande rilevanza, come ricordato anche nella pubblicazione Inail “ Rischio biologico nelle attività agro-zootecniche”.
Per i frequenti contatti con un’ampia varietà di specie animali, “tutto il personale che opera a vario titolo negli allevamenti è esposto al rischio di contrarre infezioni veicolate direttamente o indirettamente dagli animali, definite zoonosi” E non bisogna dimenticare che “circa il 75% delle nuove malattie che hanno colpito l’uomo negli ultimi 10 anni è stato trasmesso da animali o da prodotti di origine animale” e che nelle zoonosi rientra anche la resistenza agli antibiotici.
Vari studi – continua il documento - hanno attestato che “il rischio di contrarre zoonosi da parte degli addetti è elevato”. E dunque le zoonosi professionali rientrano nella prevenzione e gestione del rischio biologico e “sono normate dal Titolo X del d.lgs. 81/2008 e s.m.i.”.
Se le informazioni sul rischio di diffusione dell’AMR dalla popolazione animale agli operatori del settore zootecnico “sono piuttosto scarse e frammentarie, rappresentando un ostacolo per la pianificazione di strategie sanitarie finalizzate alla riduzione del consumo di antibiotici, come richiesto dalla vigente legislazione comunitaria e nazionale”, il progetto BRIC finanziato dall’Inail vuole mettere a punto “un processo di valutazione del rischio finalizzato a riconoscere le pratiche lavorative del settore avicolo e suinicolo che possono portare alla diffusione di ceppi batterici resistenti agli antibiotici e porre a rischio di esposizione gli allevatori”.
Allevamenti: le schede tecniche e la prevenzione del rischio
La nuova monografia è dunque uno strumento di informazione per migliorare la protezione dei lavoratori di allevamenti avicoli e suinicoli dal rischio di essere esposti ad agenti antibiotico-resistenti, attraverso la presentazione di schede tecniche (17 per il settore avicolo, 14 per il settore suinicolo e 2 per entrambi i settori) “contenenti suggerimenti e buone pratiche per svolgere in sicurezza quelle attività che sono risultate a maggior rischio di esposizione a batteri antibiotico-resistenti, elaborate sulla base del processo valutativo effettuato negli specifici contesti”.
A titolo esemplificativo presentiamo una scheda (A1) relativa al “Carico dei tacchini alla fine del ciclo produttivo” rivolta direttamente agli operatori degli allevamenti.
Si indica che “durante le operazioni di carico dei tacchini alla fine del ciclo produttivo, per evitare di esporti a eventuali agenti antibiotico-resistenti”, è bene indossare sempre:
- “guanti da lavoro multiuso, impermeabili, lavabili, a elevata resistenza al taglio. I guanti vanno puliti e lavati dopo l’uso e sostituiti al bisogno. Sul mercato ne sono disponibili tanti modelli di vario materiale: nella scelta focalizzati sempre sia sulla comodità che sulla protezione che garantiscono;
- mascherina antipolvere a elevata capacità di filtraggio (FFP2 o FFP3), marcata CE. Tale mascherina è in grado di proteggerti dalla possibile inalazione di materiale biologico degli animali contenuto nella polvere, in cui potrebbero essere eventualmente presenti anche batteri antibiotico-resistenti;
- cuffia o berretto, da lavare periodicamente o comunque quando risultano sporchi;
- tuta o indumenti da lavoro a maniche lunghe, perché è importante proteggere tutte le parti del corpo da eventuali contatti con animali, strutture o polveri;
- stivali o scarpe antinfortunistica. I primi, seppur più scomodi se indossati per l’intera attività lavorativa, sono preferibili perché puoi lavarli e disinfettarli con più facilità”.
Un ulteriore suggerimento è quello di “indossare degli occhiali che possano proteggere i tuoi occhi dal contatto con la polvere o schizzi”. E anche le persone che aiutano in queste operazioni devono indossare i dispositivi indicati.
Inoltre durante questa attività “l’utilizzo di caricatori meccanici è particolarmente consigliato in quanto limita il contatto diretto con l’animale, oltre al fatto di essere utile dato il peso degli animali e la riduzione del tempo richiesto per lo svolgimento dell’attività di carico, rispetto all’esecuzione manuale della pratica”.
Altri due suggerimenti rivolti agli allevatori:
- “dedica del tempo a questa attività e non forzare troppo gli animali: eviterai un eccessivo sollevamento di polveri nell’ambiente e di batteri resistenti agli antibiotici, se presenti”;
- “ricordati: l’esposizione a batteri antibiotico-resistenti avviene anche semplicemente attraverso il contatto con l’animale, con l’ambiente e le strutture o per via aerogena”.
L’indice del documento Inail
In conclusione, rimandiamo alla lettura integrale del documento “Prevenzione e controllo della resistenza antimicrobica per i lavoratori esposti negli allevamenti avicoli e suinicoli” e ne riportiamo l’indice:
Introduzione
La resistenza antimicrobica
La tutela della salute e sicurezza degli allevatori
Il progetto BRiC
Obiettivi e destinatari della monografia
Pratiche di lavoro e misure di protezione dei lavoratori
Il percorso metodologico
I prodotti comunicativi esito delle arene strutturate
Schede tecniche per il comparto avicolo
Scheda A1 Carico dei tacchini alla fine del ciclo produttivo
Scheda A2 Carico delle femmine, allargo dei maschi, carico di fine ciclo dei broiler
Scheda A3 Rimozione della lettiera alla fine del ciclo produttivo
Scheda A4 Giro di raccolta degli animali morti: tacchini
Scheda A5 Giro di raccolta degli animali morti: broiler
Scheda A6 Fresatura della lettiera e aggiunta del truciolo
Scheda A7 Accasamento dei pulcini di tacchino
Scheda A8 Accasamento dei pulcini di broiler
Scheda A9 Pesa manuale dei tacchini
Scheda A10 Pesa manuale dei broiler
Scheda A11 Terapie in acqua per i tacchini
Scheda A12 Terapie in acqua per i broiler
Scheda A13 Terapie a singolo animale, vaccinazione e fecondazione per i tacchini
Scheda A14 Attività quotidiane: somministrazione dell’alimento, manutenzione e pulizia delle linee di abbeveraggio e alimentazione per i tacchini
Scheda A15 Attività quotidiane: somministrazione dell’alimento, manutenzione e pulizia delle linee di abbeveraggio e alimentazione per i broiler
Scheda A16 Pulizie di fine ciclo per i tacchini
Scheda A17 Pulizie di fine ciclo per i broiler
Schede tecniche per il comparto suinicolo
Scheda S1 Assistenza al parto
Scheda S2 Ispezione delle mammelle e prelievo di colostro
Scheda S3 Accudimento neonatale e pareggiamento delle nidiate
Scheda S4 Taglio della coda
Scheda S5 Castrazione
Scheda S6 Identificazione mediante tatuaggio (auricolare e sulla coscia)
Scheda S7 Riflesso di immobilità e inseminazione
Scheda S8 Lavaggio delle scrofe prima dell’ingresso in sala parto
Scheda S9 Iniezioni e vaccinazioni
Scheda S10 Allontanamento degli animali morti
Scheda S11 Spostamento degli animali
Scheda S12 Pulizie di fine ciclo
Scheda S13 Pulizie ordinarie e piccole manutenzioni
Scheda S14 Somministrazione del cibo e giro d’ispezione degli animali
Indicazioni per il comparto avicolo e suinicolo
Lavaggio delle mani
Dispositivi di protezione individuale
Bibliografia e sitografia
Riferimenti normativi
Ringraziamenti
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail - Dipartimento di medicina epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale, “ Prevenzione e controllo della resistenza antimicrobica per i lavoratori esposti negli allevamenti avicoli e suinicoli”, a cura di Nicoletta Vonesch, Paola Melis e Paola Tomao (Inail, Dimeila), Alessandro Mannelli e Paolo Pozzi (Università di Torino - Dipartimento di scienze veterinarie), Lebana Bonfanti e Guido Di Martino (Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie), Anna Rosa Favretto e Francesca Zaltron (Università del Piemonte Orientale - Dipartimento di giurisprudenza e scienze politiche, economiche e sociali), Collana Salute e Sicurezza, edizione 2022 (formato PDF, 3.32 MB).
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Rispondi Autore: Mara Gerola - likes: 0 | 17/05/2022 (09:26:38) |
Ho letto tutto e non so dove trovare il corso di formazione |