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Safety e security si incontrano nella sala operativa

Safety e security si incontrano nella sala operativa
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

26/05/2016

Il problema della safety legato alla prestazione lavorativa davanti al videoterminale nelle sale operative. Di Adalberto Biasiotti.

 
Oggi vengono realizzate sempre più spesso delle sale operative, dove vengono concentrate le segnalazioni di allarme che provengono da una moltitudine di insediamenti. Possiamo avere sale operative  di dimensione locale, dove ad esempio sono raccolte tutte le informazioni che provengono da un complesso ospedaliero, oppure sale operative di dimensioni nazionali, dove arrivano tutte le segnalazioni di allarme provenienti dai centri della grande distribuzione organizzata.
Il progetto di queste sale operative è governato da una serie normativa europea, la EN 50518, composta di tre parti, rispettivamente dedicate alla progettazione del “guscio”, delle dotazioni elettroniche interne e della formazione e monitoraggio del personale addetto.
Purtroppo questa norma non prende in considerazione un aspetto di safety estremamente importante, legato alla prestazione lavorativa davanti a un videoterminale. È questo un tema ben noto agli esperti di safety, ma forse meno noto agli esperti di security.
Una azienda specializzata inglese, che progetta sale operative, ha messo a disposizione dei tecnici coinvolti nella progettazione e gestione di queste sale due preziose indicazioni, che desidero condividere con i lettori.
 

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La prima fotografia allegata a questa notizia dà puntuali indicazioni in merito alla escursione massima dell’occhio dell’operatore, che deve tenere sotto controllo tipicamente numerosi monitori. È questa una situazione peculiare delle sale operative, che pone l’operatore in una situazione alquanto diversa, rispetto al tipico operatore che lavora solo al proprio terminale, osservando un solo monitore, o al massimo due.
 
 
 
Appare evidente che occorre raggiungere una condizione ideale di osservazione, là dove il movimento del capo dell’operatore e il movimento degli occhi devono essere ridotti al minimo. Ecco perché un aspetto critico della progettazione riguarda il fatto che la stazione di lavoro venga utilizzata come una postazione isolata o venga abbinata in unità multiple. L’altezza della consolle deve essere calcolata in maniera che anche l’operatore più basso possa vedere al di sopra di ogni display elettronico che si trovi davanti, e , allo stesso tempo, lo spazio sotto al piano di lavoro deve essere tale da consentire di alloggiare confortevolmente le gambe dell’operatore  più alto, che viene immesso in servizio.
 
Per quanto riguarda invece la osservazione di display di grandi dimensioni, la distanza di osservazione non è condizionata solo dalle dimensioni dello schermo, ma anche dalla nitidezza dell’immagine visualizzata.
Ecco perché la seconda tabella offerta indica con chiarezza qual è la distanza minima raccomandata di osservazione, espressa in pollici, in funzione della dimensione dello schermo e della risoluzione dello schermo stesso.
Sono parametri preziosi per verificare una situazione già in atto o per progettare correttamente un nuovo allestimento.
 
 
 
Adalberto Biasiotti



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