La restituzione dei reperti artistici ai paesi africani
Il museo Stanley, dell’Università dello Iowa, negli Stati Uniti, ha restituito alla città di Benin, in Nigeria, due bronzi che erano stati rubati dalle armate britanniche, durante l’invasione del 1897. Gli inglesi tennero alcuni di questi reperti e ne misero altri all’asta, con acquisto da parte di musei occidentali ed istituzioni tedesche.
Certamente i lettori sono già al corrente che, negli ultimi tempi, sono diventate sempre più pressanti le richieste, da parte dei paesi africani, e non solo, per la restituzione di reperti artistici, che sono stati sottratti nel corso dei decenni, da parte di forze di invasione.
L’atteggiamento generale dei musei occidentali è piuttosto freddo, nei confronti di queste richieste, ma recentemente si è verificato un evento, negli Stati Uniti, che dimostra come questo atteggiamento negativo stia gradualmente cambiando.
Questo museo dispone di una ricca collezione di arte africana e ha cominciato esaminare la possibilità di restituire alcuni bronzi del Benin alle autorità nigeriane. Per sviluppare questo processo, il museo si è appoggiato ad un ben noto professore di storia dell’arte dell’Università di Lagos. Questo professore non solo è un consulente del re del Benin, ma anche in stretto contatto con la famiglia reale del Benin.
Lo specialista cominciò ad esaminare tutte gli oggetti provenienti dal Benin, per verificare se essi avrebbero potuto essere stati sottratti dalle armate britanniche, durante l’invasione del 1897.
La ricerca è stata piuttosto faticosa, ma alla fine è stato possibile affermare, senza dubbi, che almeno due bronzi provenivano proprio dalle spoliazioni condotte dall’esercito britannico, durante l’attacco al Palazzo Reale del Benin.
A fronte dell’esito di questa ricerca, i dirigenti del museo americano si sono convinti che non era possibile continuare ad esporre queste opere ed il 15 luglio 2024 queste due opere sono state restituite al popolo del Benin, con una cerimonia, cui erano presenti centinaia di nobili del Benin e cittadini ordinari.
Con l’occasione, il direttore del museo americano ha messo in evidenza come in tutti i programmi di formazione dei nuovi studenti di storia dell’arte vengano oggi inseriti dei moduli appositi, che prendono in considerazione questi eventi e sensibilizzano le nuove generazioni a comportarsi secondo modelli pienamente rispettosi della legittima acquisizione di opere d’arte.
Questo atteggiamento dei dirigenti del museo americano si pone purtroppo in netto contrasto con l’atteggiamento di dirigenti di altri musei, che pure ospitano opere provenienti dal Benin e di sospetta acquisizione. Ad esempio, il British Museum ed il Victoria and Albert, che possiedono opere similari, sino ad oggi hanno tenuto un atteggiamento estremamente negativo sulla possibilità di restituzione.
Riteniamo importante portare all’attenzione dei lettori questa situazione, perché ogni soggetto, effettivamente o potenzialmente coinvolto, assuma un nuovo atteggiamento nei confronti di questa situazione, che possa permettere di rimediare ad attività non etiche ed illecite, svolte in passato dai nostri predecessori.
Spesso le colpe dei padri si ribaltano sui figli ed ecco perché i figli dovrebbero fare quanto possibile per mettere sotto controllo le colpe dei padri!
Adalberto Biasiotti