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Collaborazione per la sicurezza dei giovani lavoratori
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Al termine delle lezioni saranno numerosi gli studenti di scuole e università che effettueranno lavori estivi, molti altri sono impegnati in lavori part time durante l’intero anno.
Tutti questi giovani lavoreranno in ambienti salubri e sicuri e riceveranno una adeguata formazione in materia di sicurezza?
Vorremmo fosse così; purtroppo a livello europeo il tasso di infortuni sul lavoro dei giovani è superiore a quello di qualsiasi fascia di età.
Nell’ambito delle iniziative per la sicurezza dei giovani lavoratori, l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ha reso disponibile on line nuove schede informative.
Nella scheda destinata ai supervisori e ai tutor non sono solo indicati i compiti propri di queste figure, ma anche il ruolo dei datori di lavoro in relazione ad esse.
Ad esempio è precisato cheil datore di lavoro dovrebbeformare adeguatamente i supervisori sui rischi e sulle misure di controllo connessi al lavoro dei giovani, sulle limitazioni delle mansioni da affidare ai giovani e sui livelli di supervisione necessari, indicando anche le operazioni che richiedono una supervisione costante.
I datori di lavoro dovrebbero inoltre accertarsi che i supervisori comprendano il loro ruolo, i loro compiti e le modalità di espletamento delle mansioni di controllo e dovrebbero concedere ai supervisori tempo e autorità sufficienti per eseguire i compiti di supervisione.
Una nuova scheda intende coinvolgere anche ai genitori dei giovani lavoratori,per aiutarli a capire se l’ambiente nel quale lavorano i loro figli sia sicuro.
I genitori sono inoltre invitati a dialogare con i propri figli sul tema della sicurezza; a tale riguardo sono forniti alcuni spunti.
I genitori dovrebbero, ad esempio, stimolare i figli a porre domande, a cercare aiuto se sono insicuri su pratiche o attività lavorative e a segnalare immediatamente ogni pericolo, infortunio o malattia, anche se di proporzioni ridotte.
Incoraggiarli a parlare al medico, infermiera o altro personale sanitario del luogo di lavoro (ove esso sia disponibile) e, se si rivolgono al medico di famiglia, a informarlo sul lavoro che svolgono.
Al termine delle lezioni saranno numerosi gli studenti di scuole e università che effettueranno lavori estivi, molti altri sono impegnati in lavori part time durante l’intero anno.
Tutti questi giovani lavoreranno in ambienti salubri e sicuri e riceveranno una adeguata formazione in materia di sicurezza?
Vorremmo fosse così; purtroppo a livello europeo il tasso di infortuni sul lavoro dei giovani è superiore a quello di qualsiasi fascia di età.
Nell’ambito delle iniziative per la sicurezza dei giovani lavoratori, l’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro ha reso disponibile on line nuove schede informative.
Nella scheda destinata ai supervisori e ai tutor non sono solo indicati i compiti propri di queste figure, ma anche il ruolo dei datori di lavoro in relazione ad esse.
Ad esempio è precisato cheil datore di lavoro dovrebbeformare adeguatamente i supervisori sui rischi e sulle misure di controllo connessi al lavoro dei giovani, sulle limitazioni delle mansioni da affidare ai giovani e sui livelli di supervisione necessari, indicando anche le operazioni che richiedono una supervisione costante.
I datori di lavoro dovrebbero inoltre accertarsi che i supervisori comprendano il loro ruolo, i loro compiti e le modalità di espletamento delle mansioni di controllo e dovrebbero concedere ai supervisori tempo e autorità sufficienti per eseguire i compiti di supervisione.
Una nuova scheda intende coinvolgere anche ai genitori dei giovani lavoratori,per aiutarli a capire se l’ambiente nel quale lavorano i loro figli sia sicuro.
I genitori sono inoltre invitati a dialogare con i propri figli sul tema della sicurezza; a tale riguardo sono forniti alcuni spunti.
I genitori dovrebbero, ad esempio, stimolare i figli a porre domande, a cercare aiuto se sono insicuri su pratiche o attività lavorative e a segnalare immediatamente ogni pericolo, infortunio o malattia, anche se di proporzioni ridotte.
Incoraggiarli a parlare al medico, infermiera o altro personale sanitario del luogo di lavoro (ove esso sia disponibile) e, se si rivolgono al medico di famiglia, a informarlo sul lavoro che svolgono.
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