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Scuola: valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato

Scuola: valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Istruzione

05/05/2014

Un intervento si sofferma sullo stress lavorativo nella scuola con riferimento a dati scientifici, fattori specifici di stress e presupposti normativi. Criteri, metodologia e indicazioni su chi effettua la valutazione e a chi deve essere riferita.

Massa Carrara, 5 Mag – Recentemente il nostro giornale ha affrontato i rischi psicosociali, i rischi correlati al burnout e allo  stress lavoro correlato, il rischio di patologie psichiatriche nel mondo della scuola.

Per arrivare ad indicazioni precise sulla valutazione del rischio mirata agli istituti scolastici, presentiamo un documento pubblicato sul sito dell’ Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana - Ufficio XIV - Ambito Territoriale della Provincia di Massa Carrara. Un documento relativo ad seminario, che si è tenuto a Marina di Carrara il 6 settembre 2013, dal titolo “Valutazione e gestione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato nelle scuole”.

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L’intervento “Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato nella scuola - Requisiti minimi previsti dalla normativa”, a cura del Dr. Giovanni Galli (Dipartimento della Prevenzione Azienda USL 1 Massa Carrara) si sofferma innanzitutto sull’importanza dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato in genere e con specifico riferimento al personale docente.
Ad esempio riguardo ai docenti i dati scientifici riportano:
- “usura psicofisica degli insegnanti: 8000 pubblicazioni internazionali;
- Italia: rischio di patologia psichiatrica negli insegnanti doppio rispetto a impiegati e personale sanitario;
- Francia (Consiglio Economico e Sociale Transalpino): rischio suicidi particolarmente importante fra gli insegnanti;
- Giappone: triplicate le assenze per malattie psichiatriche fra i docenti nel periodo 1995 – 2004;
- 2008: indagine sugli insegnanti patrocinata da Min. Istruzione (necessità di formazione per DS e docenti per il rischio patologie psichiatriche);
- studi ASL Torino e Verona: motivazioni per l’accertamento medico-collegiale dell’idoneità al lavoro degli insegnanti di natura psichiatrica nella metà, circa, dei casi;
- studio università Pavia: 30% degli insegnanti fa uso di psicofarmaci;
- studio sindacati europei scuola 2007: l’insegnamento fra le professioni a maggior rischio stress e salute mentale”.
 
Dopo aver riportato anche dei dati sugli studi sul burnout degli insegnanti, l’intervento si sofferma in modo specifico sui fattori lavorativi di stress nella scuola:
- “rapporto con studenti/alunni e genitori lungo, protratto nel tempo ed estenuante;
- confronto con stile di vita sempre più multietnico e multiculturale per l’aumento del numero degli studenti extracomunitari;
- aumento del numero di alunni disabili nelle classi;
- classi numerose;
- delega educativa da parte della famiglia;
- costante necessità di aggiornamento con particolare riferimento alle tecnologie informatiche e di comunicazione;
- situazione di precariato;
- conflittualità tra colleghi;
- continuo susseguirsi di riforme scolastiche;
- livellamento del ruolo degli studenti rispetto a quello dei docenti;
- passaggio dall’individualismo al lavoro di equipe;
- inadeguato ruolo istituzionale riconosciuto alla professione e sua svalutazione in favore del successo e del guadagno;
- carichi di lavoro eccessivi;
- risorse didattiche inadeguate;
- programma da svolgere troppo ampio;
- organizzazione degli orari delle lezioni inadeguata;
- regolamenti di funzionamento non chiari;
- flussi di comunicazione interna inadeguati;
- frequenza delle riunioni inadeguata;
- isolamento individuale;
- percorso di carriera inadeguato;
- inconsapevolezza dei rischi professionali connessi alle helping-profession”.
 
L’intervento presenta poi i presupposti normativi, anche con riferimento alle indicazioni della Commissione Consultiva Permanente (CPP), relativi alla valutazione e gestione del rischio da stress lavoro-correlato con particolare riferimento a: chi effettua la valutazione, chi deve essere coinvolto nella valutazione, a quali soggetti deve essere riferita la valutazione, quali criteri deve rispettare la metodologia di valutazione.
 
Ad esempio riguardo a chi effettua la valutazione nella scuola si indica che “deve essere garantita la partecipazione di tutte le componenti scolastiche: Dirigente scolastico o il suo vicario/collaboratore; Responsabile SPP (o un addetto SPP, se il responsabile è esterno); Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (se nominato o eletto); Medico competente (se nominato); Responsabile della Qualità (se la scuola è certificata); Coordinatore (ove esista questa figura); Rappresentanti di tutte le professionalità; Eventuali consulenti esterni”.
In particolare “deve essere garantita la partecipazione dei soggetti che, per capacità, esperienza e anzianità di servizio, sono a conoscenza delle reali condizioni lavorative e che, per competenza sull’argomento, sono in grado di apportare un valido contributo all’analisi del rischio”. E “deve essere garantita una adeguata formazione del personale che effettua la valutazione”.
 
Riguardo invece a quali soggetti deve essere riferita la valutazione si sottolinea che le “Indicazioni della CCP” fanno riferimento a: estensione della valutazione a tutti i lavoratori compresi dirigenti e preposti; valutazione non riferita a singoli lavoratori (evitare possibili effetti discriminativi); valutazione riferita a gruppi omogenei di lavoratori individuati dal datore di lavoro nel rispetto del criterio di esposizione a rischi dello stesso tipo tenendo conto dell’effettiva organizzazione aziendale.
Alla luce di ciò, questi sono i gruppi omogenei di lavoratori cui riferire la valutazione nella scuola:
- “personale appartenente ad un medesimo contesto organizzativo, ambientale e relazionale (stesso tipo di scuola, stessa sede scolastica);
- personale esposto a rischi dello stesso tipo (Personale docente; Personale amministrativo; Personale ausiliario; Personale tecnico).
 
In merito ai criteri e alla metodologia di valutazione l’intervento approfondisce la fase obbligatoria (preliminare) e la fase eventuale (approfondimento), ricordando che la valutazione del rischio “richiede, obbligatoriamente, l’analisi della sua componente lavorativa e degli effetti negativi sull’organizzazione aziendale mentre l’analisi della sua componente soggettiva non è indispensabile quando l’analisi obbligatoria consenta di escludere la presenza di elementi di rischio rilevanti o di verificare l’efficacia degli interventi correttivi effettuati in riferimento a quelli eventualmente individuati”.
 
Vengono poi riportati gli aspetti del lavoro nella scuola in relazione ai quali possono verificarsi condizioni potenzialmente stressogene, con riferimento a:
- contesto e ambiente del lavoro (regolamento scolastico; assegnazione degli insegnanti alle classi; orario di servizio; obiettivi e priorità del lavoro; sistema di ascolto e gestione delle problematiche del personale; aspetti ambientali (microclima, illuminazione, rumorosità esterna e rimbombo nei locali, pulizia e ordine degli ambienti, spazi esterni, sede scolastica facilmente raggiungibile);
- contenuto del lavoro personale docente: valutazione dell’apprendimento degli allievi; principi e messaggi educativi; formazioni delle classi; possibilità di svolgere il lavoro entro i tempi stabiliti senza eccessive pressioni (numero di allievi, presenza di insegnanti di sostegno, etc.); informazioni a allievi e famiglie sul percorso didattico e sul processo insegnamento – apprendimento;
- contenuto del lavoro personale ATA: definizione dei compiti; equità nella distribuzione dei carichi di lavoro; interruzioni del lavoro; svolgimento in contemporanea di più compiti; variabilità del carico di lavoro; adeguatezza delle attrezzature di lavoro (informatiche x amministrativi, apparecchiature per i laboratori, etc)”.
 
Concludiamo segnalando che il documento - riguardo alla fase preliminare e ai criteri della valutazione - si sofferma in particolare su:
- coerenza all’interno dei CC.D.C. (consigli di classe, ndr)/team sui criteri di valutazione dell’apprendimento degli allievi;
- condivisione, all’interno dei CC.D.C./team, dei principi e dei messaggi educativi;
- approvazione e sostegno, da parte del DS, del ruolo educativo degli insegnanti;
- conoscenza e rispetto del regolamento d’istituto da parte del personale scolastico;
- condivisione dei criteri per l’assegnazione degli insegnanti alle classi.
 
 
 
Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro correlato nella scuola - Requisiti minimi previsti dalla normativa”, a cura del Dr. Giovanni Galli (Dipartimento della Prevenzione Azienda USL 1 Massa Carrara), intervento al seminario “Valutazione e gestione dei rischi collegati allo stress lavoro-correlato nelle scuole” (formato PDF, 710 kB).
 
  
Tiziano Menduto
 
 
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Rispondi Autore: maria antonietta passavanti - likes: 0
19/11/2016 (02:04:08)
mi interessa sapere se qualcuno e in quale modo si è mai interessato allo stress da lavoro correlato per il personale ata per quanto riguarda l'eccessivo carico di lavoro, l'arbitrario trattamento su orari di lavoro, e l'attacco personale verso il lavoratore da parte di colleghi o docenti o da parte del dirigente scolastico. a chi ci si deve rivolgere e soprattutto la modalità con la quale ci si può difendere. Lo chiedo come rls d'istituto, non personalmente coinvolta. almeno al momento.

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